domenica 11 novembre 2007

COLLOQUI SURREALI (EPPUR MOLTO REALI)

Ricostruisco due colloqui di lavoro realmente avvenuti. Poi, giudicate voi se viviamo in un Paese normale.

DATORE DI LAVORO # 1: «Bene, quindi lei sarebbe interessato a venire a lavorare per noi»

RAGAZZO (27enne, laureato, brillante, plurilingue etc): «Sì»

DATORE DI LAVORO # 1: «Qui prevediamo un full time con contratto di stage, il rimborso spese è di 250 euro al mese»

RAGAZZO: «Ok»

DATORE DI LAVORO # 1: «Mi scusi ma lei qui a Milano come si manterrà? Il lavoro che le proponiamo non permette di farne altri contemporaneamente, qui si sta in ufficio dalle 9 alle 19, è molto impegnativo»

RAGAZZO: «Beh, mi aiuteranno i miei».


Il datore di lavoro evidentemente, pur nel suo intento di sfruttamento, è consapevole che con 250 euro al mese uno a Milano non ci si paga neanche l'affitto in una quadrupla: e vuole sapere come farà il povero cristo, una volta accettato lo stage, a pagarsi da vivere.
Il ragazzo lo rassicura: «Io lavorerò per te per la miseria che tu definisci "rimborso spese", ma in realtà a pagarmi saranno i miei genitori».

Quindi, le aziende ormai DANNO PER SCONTATO che le famiglie provvedano al sostentamento dei figli mentre loro, dal lavoro di quei figli, ci guadagnano montagne di soldi.
Il datore di lavoro # 1 corrisponde al 90% dei datori di lavoro italiani.

C'è un altro modo, però, di essere imprenditori in Italia. C'è un altro modo di trattare i giovani.

DATORE DI LAVORO # 2: «Bene, quindi lei sarebbe interessato a venire a lavorare per noi»
RAGAZZO: «Sì»

DATORE DI LAVORO # 2: «E quanti soldi le servirebbero per rendersi completamente indipendente?»

RAGAZZO (incredulo): «Eh?»

DATORE DI LAVORO # 2: «Sì. Vorrei sapere, per valutare il suo stipendio mensile, quale cifra lei ritiene sufficiente a coprire tutte le sue spese. In modo da poter smettere di chiedere soldi ai suoi genitori»

RAGAZZO (completamente spiazzato): «Beh, mi dia un attimo per calcolare...».

Il datore di lavoro # 2 assicura che le richieste sono sempre assolutamente ragionevoli: nessuno "spara" 3mila euro al mese, nessuno approfitta dell'offerta.
Dichiara anche, l'imprenditore virtuoso, di ritenere eticamente necessario poter retribuire adeguatamente una persona ormai adulta affinchè non sia più un ragazzo, dipendente dai genitori, ma possa diventare un uomo (o donna, ovviamente).

Il datore di lavoro # 2 è una rarità. Una mosca bianca nel panorama italiano. Ma io ve lo assicuro: esiste.

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma esiste veramente?
Veramente, veramente?

Eleonora Voltolina ha detto...

Veramente. Giuro.
E' un'eccezione. Lo so.
Ma esiste.

Ladypiterpan ha detto...

Cara Eleonora,
quando 6 anni fui assunta per l'azienda con cui ancora lavoro, pur essendo una donna di 32 anni, sposata e senza figli, ti posso assicurare che nessuno, dico nessuno, nei vari passaggi da un responsabile all'altro, mi ha mai chiesto se volevo avere o no figli; anche a me fu chiesto quanto volessi guadagnare.
Sono passati 6 anni, nell'ultima assunzione avvenuta all'interno della mia equipe (corrispondente a circa 1 anno e mezzo fa)sono arrivate altre due donne di circa 30 anni e ad entrambe gli sono stati già fatti i contratti a tempo indeterminato.
Spero che queste parole possano essere di conforto per quanti ti leggono!
In bocca al lupo a tutti.
Anna

Anonimo ha detto...

Non ci posso credere!
Cioè, mi fido, ma non riesco a concepirlo
8O

Mimi ha detto...

ok, fuori l'indirizzo del virtuoso.
non mi dire che si tratta di j.j.!

Anonimo ha detto...

Cara Eleonora,

se esiste fammelo conoscere. Gli dedico una settimana di post. - Arnald

Anonimo ha detto...

Ogni tanto, da 24enne, lo ammetto :-), penso che magari la disponibilità del datore di lavoro è data anche da come il "lavoratore" si pone: sicurezza, insicurezza, capacità di chiedere...
Può essere?

Eleonora Voltolina ha detto...

Mimi, Arnald... temo che non potrò soddisfare la vostra curiosità. Invoco la normativa sulla privacy... ;-)
A parte gli scherzi, sono contenta che Anna sia intervenuta in questo dibattito portando la sua esperienza personale, non dissimile dal "colloquio # 2" da me descritto nel post. Credo sia importante, in questo periodo, non perdere la fiducia. Mantenere cioè la consapevolezza che gli elementi negativi che oggi affollano il mercato del lavoro non sono "imprescindibili e inamovibili": insomma, che se qualche datore di lavoro vuol comportarsi diversamente dagli altri, e trattare con rispetto i suoi dipendenti (anche se giovani, anche se donne "in età fertile"), può farlo.
Rispetto alla domanda che pone Milla, io rispondo con un'altra domanda: non è forse compito dello Stato tutelare i più deboli, quelli con meno forza contrattuale, affinchè non vengano sfruttati?
Quelli che sono già "sicuri", "capaci di chiedere" e in grado di far valere le proprie ragioni col datore di lavoro, insomma, sanno cavarsela.
Ma le migliaia di persone "normali", non eccezionalmente coraggiose, non eccezionalmente combattive, e che però lavorano tanto e bene come stagisti o co.co.pro. con stipendi da fame, le lasciamo in balia di un sistema malato?

Anonimo ha detto...

Si Eleonora,purtroppo è un vero scandalo.
Io ho 26 anni e devo dire che di esperienze lavorative un po ne ho avute e su alcune ci sono passato e ci sto passando anche io...La cosa che mi fa piu impressione è vedere i miei amici,quasi tutti laureati con proposte di stage vergognose,per non dire scandalose.Addirittura a un mio amico hanno proposto (sentiti questa) uno STAGE A TEMPO INDETERMINATO A 200 EURO AL MESE.
Incredibile.
VERGOGNATEVI.E poi non vi lamentate se c'è la cosiddetta fuga di cervelli,e il primo imprenditore indiano che arriva ve la mette in quel posto.E' anche colpa vostra.
Ciao Eleonora,complimenti per il tuo blog.

Eleonora Voltolina ha detto...

Caro Alberto, grazie per i complimenti oserei dire "perentori", mi fai arrossire.
Ti va di metterti in contatto con me? Mi puoi scrivere, l'email è eleonora.voltolina@gmail.com.

Anonimo ha detto...

@milla
Hai centrato il vero problema, luoghi comuni a parte.
Il datore di lavoro #2 è contrario alle leggi dell'investimento - ricorda + una ditta statale o similari.
Quando si fanno colloqui per posizioni, si parla di budget solo dopo aver valutato altri fattori, che non sono pochi.

@voltolina
Le persone da te dette "normali" sono la maggioranza, e non è lo Stato a doverle difendere (sono finiti i tempi dell'URSS per fortuna).
La difesa in realtà non deve esistere perchè non esiste lotta: siamo tutti presi in giro da lottizzatori statali che hanno piacere vivere bene sulle spalle di tutte le tipologie di giovani, mangiando il nostro futuro - esempio tipico è il protocollo sul welfare di questi giorni.

L'unico vero problema è il troppo Stato, non il poco Stato, sia per le imprese che per i lavoratori.

Eleonora Voltolina ha detto...

Caro Prime
se pensi che io sia una statalista-comunista sei un po' fuori strada... Io non auspico la presenza dello Stato nel mercato, mi disgustano i monopoli di Stato, credo che le aziende pubbliche abbiano ampiamente dimostrato, con i loro fallimenti, le politiche finanziarie suicide e l'irresponsabilità dei loro vertici, che non sia certo quella la strada giusta da seguire.
Ma lo Stato deve (DEVE, non "può": DEVE per dovere costituzionale) tutelare i più deboli.
Sorrido nel leggere che "non esiste lotta": la lotta esiste tutti i giorni, e a soccombere sono quasi sempre i giovani che cercano lavoro, e che per riuscire a entrare in un ufficio, in una ditta, in un'agenzia accettano qualsiasi condizione capestro.
Lo Stato non può chiudere gli occhi: deve normare la situazione, per impedire che lo sfruttamento degli stagisti prosegua.
Se lo Stato talvolta non intervenisse, non ci sarebbe progresso: i bambini continuerebbero ad essere mandati nelle miniere (qualcuno ricorda Ciaula e la luna?), le donne incinte continuerebbero ad essere licenziate perchè improvvisamente meno produttive... e torneremmo a cinquant'anni fa.
No grazie.

Anonimo ha detto...

@eleonora
La "lotta" è un termine un po antico che fa impressione - non siamo negli anni '70.
I giovani non sono per niente i "perdenti" che tu e qualche altro descrivete.
Ci sono giovani "perdenti" che si vedono "precari", che non costruiscono, e che hanno tendenza a vedere nero.
Altri vedono invece bianco, e sono giovani "flessibili", che sanno fare della loro condizione un punto di valore e di forza. Sono giovani che stanno costruendo silenziosamente la nuova italia.
Lo stage è già normato, e come tutte le norme, è perfettibile, ma ha già un buon funzionamento.
E' normale che come in ogni cosa avremo datori che non seguono le regole, e giovani stagisti che approfittano della disponibilità dei datori per rubare ad esempio segreti aziendali.
Dipende non dalla norma, ma da quello che la bene-interpreta o la male-interpreta.

Attenta a non confondere il progresso con il regresso - è un errore che fa male all'italia.

Anonimo ha detto...

"Rubare segreti aziendali".. questa è buona... eh già, tutti gli stagisti sono 007 che microfilmano le formule segrete e poi le vendono ai russi...
;-)
A volte la fantasia gioca brutti scherzi. O forse è la malafede??