giovedì 6 dicembre 2007

TEMPO INDETERMINATO? SI', MA PER GLI STAGE

Qualche settimana fa per questo blog era passato un ragazzo di nome Alberto. Lasciando un commento che mi aveva colpito: "a un mio amico hanno proposto uno STAGE A TEMPO INDETERMINATO A 200 EURO AL MESE".
Per una volta, non vi tedio con la questione pecuniaria. Una sola riga di indignazione per la retribuzione, e passo avanti.
Avanti all'aspetto più grave: quel "tempo indeterminato" che è un misto di opportunismo, menefreghismo, e presa per il culo. Opportunismo perchè l'azienda in questo caso ha sfruttato al massimo l'opportunità del "Far West stagistico": siccome nessuno impone una durata massima per gli stage, chi impedisce di prevedere infatti stage "a tempo indeterminato"? Menefreghismo perchè con questa trovata il datore di lavoro dimostra di fregarsene altamente dei progetti che un giovane potrebbe voler fare per il futuro: perchè che cavolo di progetti può fare un povero Cristo se nemmeno sa quanto tempo durerà il suo stage? E infine, presa per il culo. Perchè dire "stage a tempo indeterminato a 200 euro al mese" equivale ad affermare: "Sei nelle mie mani. Solo io decido quanto farti rimanere nel limbo dello stage, se e quando farti un contratto più decente, se e quando cominciare a pagarti davvero".
Io continuo a dirlo forte e chiaro: ci vorrebbe una regolamentazione per gli stage. Una retribuzione minima, una durata massima, un limite ai rinnovi. Voi che ne pensate?

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Il problema sta proprio nell'abuso che i datori di lavoro fanno degli stage visto che non ci sono dei limiti stabiliti da rispettare.Ma si sa che in Italia le leggi spesso vengono interpretate a seconda del proprio interesse:penso che lo stage come forma di inserimento nel mondo del lavoro sia buona ma se applicata con criterio.La penso allo stesso modo anche riguardo alla riforma universitaria 3+2:ottima idea se fosse applicata come nel resto dell'europa (3 anni per la laurea o bachelor e i successivi 2 di master);invece da noi hanno avuto la bella idea di dividere la laurea e di fatto di allungare la già non breve carriera universitaria italiana.
Riguardo agli stage aggiungo anche che se fossero regolarizzati vedremmo impennarsi il tasso di disoccupazione...perché non si avrebbe l'occasione di sfruttare molti giovani!

Anonimo ha detto...

Penso che una migliore regolamentazione in materia di stage non sia solo giusta, ma necessaria. Io ad esempio limiterei gli stage ai soli studenti universitari, una volta terminati gli studi dovrebbe essere previsto solo ed esclusivamente il contratto di "praticantato", con regole e retribuzioni stabilite da contratti nazionali. In ogni caso temo che dalla politica non si otterranno mai risposte e che sia necessaria l'azione del singolo (non accettare tali ricatti lavorativi) e la forza del gruppo (finché ce ne staremo zitti e buoni non cambierà mai niente).

A rileggerci,
Doxaliber

Anonimo ha detto...

Con me cara Eleonora sfondi una porta aperta. Hai nostato cosa compare sulla testata del mio blog?
DA QUANTE SETTIMANE DURA LA TUA SETTIMANA DI PROVA? - arnald - www.diversamenteoccupati.it

Ladypiterpan ha detto...

E' proprio vero che non si finisce mai di imparare...
Anna

Eleonora Voltolina ha detto...

Beh, leggo il commento di Ladypiterpan in modo ironico... Perchè qui si tratta di datori di lavoro che tengono "al guinzaglio" ragazzi già capaci, dopo un mese o due o sei, di svolgere perfettamente il loro compito...
Però purtroppo conviene tenerli in stage, pagandoli qualche briciola, piuttosto che fargli un contratto decente e pagarli il giusto.
E' questo secondo me il punto, sintetizzato ottimamente da Benny: l'ABUSO dello stage. Per quanto riguarda l'osservazione di Doxaliber, anch'io tenderei a limitare gli stage al periodo universitario. Ma tante persone mi hanno fatto riflettere in proposito: uno stage va bene farlo anche più avanti, specialmente se qualcuno decide di provare a fare un mestiere diverso da quello per il quale si è preparato all'università. Che ne so, un laureato in legge che decide di provare a fare il grafico pubblicitario... è giusto che abbia la possibilità di fare uno stage, per imparare i rudimenti del mestiere, e per dimostrare ai responsabili di un'agenzia di avere delle doti. Quindi non sono più così convinta che gli stage debbano essere riservati agli universitari. Ma gli stage gratuiti, quelli sì. Gratis dovrebbero lavorare in stage esclusivamente gli universitari. Per gli altri, sono assolutamente convinta che una legge dovrebbe fissare un inderogabile "rimborso spese" minimo.

Anonimo ha detto...

In una nota multinazionale del settore IT ho lavorato con contratto a tempo determinato con a capo un alcoolista da tempo assunto dall’azienda e particolarmente ben visto dall’amministratore delegato. Il responsabile del mio gruppo di lavoro passa le giornate a bere vino e birra nel bar dell’ufficio ed è famoso tra i colleghi per lavorare poco e male. Ha chiesto di falsificare dati di vendita a un collega e ha detto in un’occasione che le donne possono fare al massimo le segretarie. Perchè gente con devianze simili non viene licenziata e ci sono decine di laureati con master a spasso o assunti a tempo determinato con 21.000 euro lordi a 34 anni?
Nella stessa azienda ci sono colleghi con contratti a tempo determinato che in staff leasing vengono riconfermati di anno fiscale in anno fiscale senza essere mai assunti.

Alessandra ha detto...

in realtà lo stage è regolamentato, se poi il datore di lavoro non lo rispetta è un altro paio di maniche; a quel ragazzo che gli è stato proposto "uno stage a tempo indeterminato" gli consiglierei di accettare e dopo un mese fare una vertenza; nel giro di poco tempo potrebbe farsi riconoscere il tempo indeterminato vero e proprio

Eleonora Voltolina ha detto...

Caro Filippo
vedo nel tuo blog che sei un consulente del lavoro, quindi sicuramente puoi darci qualche dritta. Tu dici che lo stage è "regolamentato". Mi indichi le normative alle quali fai riferimento perfavore? Mi piacerebbe avviare un dibattito su questo tema.
Grazie!

Eleonora

Alessandra ha detto...

purtroppo, come solitamente succede, la regolamentazione dello stage è frammentata in diverse norme e interventi ministeriali, cmq il principale intervento che regolamenta lo stage è il DM 142/98 dove vengono stabiliti precisi termini di durata. Magari un post allo stage lo posso dedicare nel mio blog, visto che è uno strumento il cui utilizzo è stato distorto molto più dei cosidetti co.co.pro.

Anonimo ha detto...

@filippo
Concordiamo con il tuo commento su questo assurdo stage che è stato proposto - cosa poco sensata davvero e passibile di denuncia.

Per il resto:

@benny
Gli stage sono già regolarizzati, ma alcuni datori da una parte, e alcuni stagisti dall'altra, supportati da uffici stage che non funzionano, se ne fregano di tutte queste regole.

@doxaliber
E' una proposta poco sensata, gli stage sono per tutti.

@eleonora voltolina:
Come già spiegato diverse volte in blog simili a questo, la disciplina del rimborso spese non ha senso nello stage, e lo ha solo a discrezione del datore, qualora persista una giusta causa/motivazione.

Un saluto ragazzi