venerdì 21 settembre 2007

STAGISMO, SI MUOVE L'UNIONE EUROPEA / 2

E vabbè, Panorama.it ci era arrivato con una decina di giorni di anticipo...
Finalmente la notizia appare anche su un'altra importante testata. Ecco l'articolo di Repubblica, a firma Tullia Fabiani: si intitola «Stage, atto d'accusa delle Ue: "Basta lavoro mascherato da studio"».
L'attacco è fulminante: «Combattere l'abbandono scolastico, favorire l'inserimento nel mondo del lavoro e, soprattutto, controllare i tirocini: tempi, condizioni, e obiettivi reali di uno stage.
Basta con il lavoro mascherato da tirocinio; basta con i rimborsi mancati, i rinnovi senza garanzie e i passaggi da un'azienda all'altra senza mai ottenere un lavoro vero».
Proprio quello che si dice in questo spazio virtuale, proprio il messaggio che provo, insieme a voi che mi leggete, a far passare. «Non è possibile che ci siano giovani che saltano da uno stage all'altro senza avere un lavoro vero. Questo diventa dumping sociale e va combattuto»: lo scrive nel suo rapporto la commissione incaricata dall'Unione Europea di indagare sulla questione. La stessa commissione promette presentare un «
Codice di buona condotta per i tirocini», che però purtroppo non sarà vincolante per le aziende. Servirà a qualcosa?

Per chi avesse voglia di approfondire, a questo link c'è (in francese) il testo completo dell'UE.

8 commenti:

Gilla ha detto...

Diciamo che un "codice di buona condotta" vincolante è meglio di uno "non vincolante"...
sembra banale ma non lo è :-)

Anonimo ha detto...

Ciao Eleonora,
complimenti per il tuo pezzo! Purtroppo gli stage, come dicono i manager, fanno curriculum. In realtà sono solo una forma di sfruttamento. Per legge, lo stage prevede ore di formazione e ore di lavoro. Oggi, in Italia, lo stagista fa solo il secondo compito.
Quando ero stagista io, mi mandarono anche in trasferta a Torino. Cosa da denuncia all'ispettorato al lavoro.
Un saluto. Massimo

Anonimo ha detto...

Ciao Eleonora, interessante nuova voce! Ti abbiamo appena linkata su bloglavoro.com ;)

La tua domanda è corretta... purtroppo come sappiamo in Italia si fa già fatica a far rispettare ciò che è vincolante... figurati il condizionale ;)

Eleonora Voltolina ha detto...

Grazie, grazie davvero molto per questi preziosi contributi.
Sono sempre più convinta che un'arma potrebbe proprio essere quella della proposta di legge di iniziativa popolare... Altro che "Codice di buona condotta NON vincolante dell'UE"! Qui l'unico modo per fermare la situazione ormai degenerata forse è... regolamentarla in maniera forte!
PS: Ho aggiunto anch'io i link, anzi scusate per il ritardo, ma sono alle prese con questo blog da un solo mese, per me è la prima volta, quindi non sono proprio praticissima!

Anonimo ha detto...

Ciao.. quel che dici è perfettamente vero, hai anche un bello stile... peccato però, che, ad esempio, io sono di Napoli, e perfino allo stage o tirocinio mi adatterei (come molti ragazzi della mia città) pur di lavorare...
Peccato che qui neanche a gratis ti vogliono...
Pensa te!
Ti lascio il link del mio blog, mi fa piacere se passi. ;)
http://estrmar.spaces.live.com
Ciao

angela padrone ha detto...

Ciao Eleonora, grazie di tutto e complimenti per il tuo sito che ho finalmente linkato. Tornerò e segnalerò anche i tuoi post, è giusto discutere e approfondire in base alle esperienze fatte. Anche io "ai miei tempi" (che brutta espressione) ho fatto la stagista. E ho benedetto gli stage. Magari un giorno lo racconterò meglio....Purtroppo il tempo è poco

Eleonora Voltolina ha detto...

Cara Gio

grazie di essere passata sul mio blog e di aver voluto lasciare un tuo commento. Quel che dici evidenzia un'altra, ennesima problematica: il divario tra nord e sud del nostro Paese.
Perchè se è vero che a Milano ci sono migliaia di giovani stagisti, che sgobbano dalla mattina alla sera gratis o per poche centinaia di euro al mese, è vero anche che a Napoli o a Reggio Calabria ci sono ben altri problemi: e i giovani non trovano nè lavoro nè stage.
Il problema è il mercato del lavoro italiano: ingabbiato in regole anacronistiche, ingessato dai sindacati che strillano ogni volta che qualcuno propone di cambiare qualcosa, martoriato da una parte dalle troppe tasse e dall'altra dal lavoro nero.
Che dirti, cara Gio? Che se salissi a Milano per farti sfruttare con uno stage, forse avresti un'opportunità in più? Magari è vero. L'abbiamo fatto tutti, l'ho fatto anch'io. Il problema però è che i soldi del rimborso spese non ti basterebbero neppure per pagarti l'affitto di una stanza dove dormire.

Anonimo ha detto...

Io, dico che la colpa è nostra...di noi stagisti...nessuno di noi trova il coraggio di ribellarsi.....sarebbe bello, ma forse semplicemente pura utopia, trovarci tutti insieme un bel giorno fouri dalle aziende a gridare....che noi non ci stiamo più a queste schifose condizioni.....FORSE SOLO COSI' CAMBIERA' QUALCOSA!!!!!!!