martedì 29 aprile 2008

QUALCHE DATO SUGLI STAGISTI UNIVERSITARI

Almalaurea raccoglie i dati relativi alla formazione degli studenti universitari (con una copertura pari circa al 70% degli atenei italiani). Gli ultimi dati disponibili, quelli relativi ai laureati del 2006, raccontano che su un totale di circa 185mila ragazzi il 43,7% ha svolto tirocini o stage riconosciuti dal corso di studi. Questo vuol dire che 81mila ragazzi laureati nel 2006 sono stati stagisti durante l'università.
L'anno precedente la percentuale si fermava al 37,5: su un totale di circa 175mila, quindi, circa 66mila stagisti universitari.
Andando ancora a ritroso, troviamo che per quanto riguarda i 138mila laureati del 2004, la percentuale di coloro che hanno dichiarato di aver svolto stage durante il periodo universitario era del 33,7: in concreto, circa 47mila.
Cosa ci dicono questi dati? Che già all'università si utilizza sempre di più lo strumento dello stage per affiancare alla formazione teorica anche una formazione pratica. Il che è un bene: a patto però che poi il mondo del lavoro ne tenga conto. E che a qualcuno che ha già fatto uno o due stage all'università non venga proposto, dopo la laurea, l'ennesimo stage.

lunedì 28 aprile 2008

LO STAGE INFINITO

Mi scrive una 26enne piemontese per raccontarmi la sua esperienza di stagista. Durante l'ultimo anno di università decide di fare uno stage: la prendono nell'ufficio stampa di una grande azienda. Lo stage inizialmente deve durare 6 mesi: poi, siccome sono molto contenti di lei, le propongono ... Di prolungare lo stage per altri 6 mesi! Al termine di questo maxistage di 12 mesi, arrivederci e grazie.
La ragazza non demorde, nel frattempo s'è laureata col massimo dei voti, vive nel produttivo nord, un posto lo troverà. Pensa che con una laurea e un'esperienza lavorativa di un anno qualcuno le offrirà un contratto vero. Fa una decina di colloqui nelle aziende più disparate, ma sempre si sente ripetere la stessa proposta: stage! Alla fine ne accetta uno nell'ufficio marketing di una banca: altri 6 mesi da stagista.
E adesso? Adesso sugli stage la ragazza ci ha messo una pietra sopra. Dopo 18 mesi da stagista, comprensibilmente si è stufata di farsi prendere in giro con la storia della formazione: e a chi le propone il fantomatico stage, risponde così: «Ma se io faccio lo stage gratis, chi mi paga le bollette?». E conclude
: «Perchè è ora che capiscano che così non si può continuare».
Io mi unisco al suo sdegno e rilancio: l'unico modo è prevedere che gli stage non possano durare più di tre mesi, e che non siano prorogabili. Solo così le aziende smetteranno di considerare gli stage un modo per avere dipendenti per 6, 9, talvolta addirittura 12 mesi a costi irrisori.

sabato 19 aprile 2008

QUANDO FUGGIRE DALLO STAGE È LA SCELTA GIUSTA

Il contratto di stage prevede una grande libertà di risoluzione del rapporto, sia da parte del datore di lavoro sia da parte del tirocinante.
Ciò vuol dire che non c'è bisogno di dare nemmeno un giorno di preavviso per smettere di fare uno stage: se uno stagista non si trova bene, se si accorge che
il suo lavoro è far fotocopie tutto il giorno o che quello che dovrebbe essere il suo tutor è desaparecido, se durante lo stage riceve un'offerta di lavoro migliore, può interrompere lo stage in maniera immediata. E non c'è neanche bisogno di spiegare al datore di lavoro la motivazione.
Fuggire dallo stage può essere spesso la scelta giusta, anzichè attendere - frustrati e demotivati - la scadenza "naturale" del contratto per una sorta di malinterpretata "coerenza" o "correttezza" nei confronti del datore di lavoro.
Una giovane e brillante neolaureata ha lasciato qui, qualche tempo fa, la sua testimonianza: presa con contratto di stage per lavorare nell'ufficio marketing di un'azienda dolciaria di un certo rilievo, si è ritrovata a fare un lavoro di segreteria in ambito commerciale. Le sue mansioni erano: telefonare ai clienti, raccogliere gli ordini, trascriverli in una tabella. Un lavoro ben diverso da quello che le era stato prospettato alla firma del contratto (il progetto formativo, come ben si sa, troppo spesso è un pro-forma senza alcuna valenza concreta): un lavoro che palesemente veniva affidato a lei, stagista, per evitare di prendere un dipendente. Un lavoro che non la soddisfaceva, e che sopratutto non rispecchiava le sue competenze acquisite con l'università e con lo stage precedente.
La ragazza ha mollato lo stage dopo una settimana, e ha accettato un'offerta di lavoro ben migliore. Ha rischiato, ed è stata ripagata.
Non bisogna mai diventare vittime del mercato del lavoro. Lo stage per tanti versi è uno strumento che permette alle aziende di sfruttare i giovani: ma proprio perchè non dà garanzie, non ne chiede. E quindi anche gli stagisti hanno un'arma in mano: quella di andarsene da un giorno all'altro, senza dover dare spiegazioni, cogliendo al volo un'offerta migliore.

mercoledì 9 aprile 2008

LA LISTA DEI BUONI È SEMPRE PIÙ LUNGA - SUPERATA QUOTA 50

Fioccano le segnalazioni per la Lista dei buoni, e sono contenta di poter dare la notizia che abbiamo superato la soglia delle 50 imprese! Ce n'è davvero per tutti i gusti: dall'azienda alimentare alla casa editrice, dallo studio legale alla casa farmaceutica, dall'azienda di telecomunicazioni a quella di arredamento. Tutte legate da un comune denominatore: trattare con più rispetto delle altre i propri stagisti, garantendo rimborsi spesa non irrisori.
Ecco le "top", quelle che garantiscono oltre 800 euro al mese ai loro stagisti:
- Magneti Marelli, 1000 euro lordi al mese
- Alfa Romeo settore meccanica, 900 euro
- Shell, 900 euro lordi
- Berco, 800 euro + mensa aziendale gratuita
- Kellogg's Italia settore marketing, 800 euro
- Pentagroup - TopLegal, 800 euro
- G11 consulenza finanziaria, 800 euro
- Sava - Fiat settore marketing, 800 euro
Ora l'obiettivo è raggiungere quota 100, quindi ancora una volta vi invito a darci sotto con le segnalazioni!!

venerdì 4 aprile 2008

I GIOVANI ITALIANI SECONDO L'UNIVERSITA' CATTOLICA

Ahi ahi ahi... Scorrendo il Corriere della Sera mi imbatto nell'articolo del giornalista Alessandro Di Lecce «La "peggio gioventù?"? I 30enni di oggi», in cui viene presentata la ricerca «Generazione? Un ritratto degli under 35 italiani» effettuata dall'Istituto di Demografia dell'università Cattolica di Milano. E a leggere le dichiarazioni del professor Alessandro Rosina mi si accappona la pelle: «I giovani italiani risultano avere il minor peso elettorale di tutta Europa; hanno la più bassa scolarizzazione e occupazione, i salari sono fra i più bassi. Il nostro Paese ha il sistema previdenziale più iniquo e al contempo il maggior debito pubblico ereditato dalle generazioni precedenti. In Europa i giovani italiani sono quelli che contano meno dal punto di vista sociale, economico, demografico e politico».
Aiuto: finiremo tutti per scappare da quest'Italia ingrata? Spero davvero di no. Ci vuole qualcuno che rimanga e che combatta per cambiare le cose!

giovedì 3 aprile 2008

STAGISTA-TUTOR, NON C'E' MAI FINE AL PEGGIO

Martina mi scrive una lunga mail per raccontarmi la sua vicenda tragicomica (tragica nella sostanza, comica perchè di fronte a certe assurdità scappa quasi da ridere) di stagista in un'agenzia di selezione del personale.
Resto allibita quando mi racconta del suo tutor. Allora: il tutor in questione ha un anno più di lei, e nella stessa azienda era stagista (STAGISTA) fino a cinque mesi fa. Ora ha un contratto a progetto (A PROGETTO) e però la direzione ritiene che abbia sufficiente preparazione da formare (FORMARE) un'altra persona, sua coetanea.
Ma il peggio deve ancora arrivare. Il cocopro-tutor sta per andarsene, non ne può (ragionevolmente) più. La direzione però ha bisogno di due persone in quell'ufficio. Quindi apre le selezioni e sceglie un'altra neolaureata: che naturalmente verrà presa come stagista. Ora, chi ha l'incarico di formare la nuova stagista? Ma naturalmente Martina: che è a sua volta stagista, a 400 euro al mese. Dunque Martina viene ritenuta "non sufficientemente preparata" per avere un contratto decente e uno stipendio adeguato. Ma al tempo stesso preparatissima per formare la sua successora: diventando quindi di fatto, lei stagista, la tutor dell'altra stagista.
Siamo alla frutta? Questo è il risultato della mancanza di una regolamentazione adeguata...

mercoledì 2 aprile 2008

MA PER IMPARARE A FARE LA CASSIERA C'È BISOGNO DELLO STAGE?

Avevo già parlato qualche tempo fa, nel post «Far West stagistico: quando lo stage è davvero di troppo», di quei mestieri per i quali far fare stage è indegno. Sul sito di Studenti.it ho trovato due testimonianze agghiaccianti: una stagista cassiera di supermercato e uno stagista magazziniere. Ma stiamo scherzando?? Eppure accade.
A questo link trovo la testimonianza di Jessica: «Ho lavorato un mese e mezzo come "tirocinante hostess di cassa" in una grande catena di supermercati. Peccato che il tirocinio era fantomatico in quanto dal secondo giorno sono stata messa in cassa da sola senza nessun "tutor" (previsto dal contratto) e senza nemmeno sapere bene quello che dovevo fare...alla fine mi hanno fatto capire di "improvvisare"... Ho lavorato come se fossi una dipendente a tutti gli effetti, con turni di 7 h nei sabati, domeniche e festivi. L'unica differenza rispetto ai dipendenti è che a me davano solo un ridicolo rimborso spese..quanto? 210 euro/mese. Oggi mi dimetto! :)».
E poi quella di B.: «Sto facendo uno stage da due mesi, non ho firmato niente, e in due giorni mi hanno insegnato a fare bolle, impacchettare vestiti e spostare e riordinare scatoloni! Dopo di che ero formata! Mi trattano a pesci in faccia e nessuno mi ha insegnato nulla! Bellissima esperienza fare il magazziniere pagata neanche un euro all'ora!».
Chi è che diceva che nessuno usa gli stage per sfruttare la gente?