lunedì 29 settembre 2008

E SE LE AZIENDE PRENDONO TROPPI STAGISTI, COSA RISCHIANO? NIENTE

La questione dei limiti imposti dalla normativa vigente rispetto al numero di stagisti nelle aziende ha un tallone d'Achille che quasi nessuno conosce. Il fatto cioè che un'azienda che trasgredisce non rischi, in pratica, nulla.
Lo spiega bene la vicenda di Riccardo Dominici (la versione completa è sul suo sito Occhio allo Stage), che nel 2002 frequenta un prestigioso master, a conclusione del quale (come quasi sempre accade) è previsto uno stage in un'azienda convenzionata. Riccardo capita però in un'impresa microscopica, che impiega contemporaneamente ben tre stagisti - ma di dipendenti ne ha soltanto uno. Di fronte a questa ingiustizia lui si incaponisce, e pretende che questa illegalità sia messa nero su bianco: interpella la Direzione provinciale del lavoro, e dopo qualche mese riesce a ottenere un documento ufficiale che dimostra che l'impresa ospitava il triplo degli stagisti consentiti.
Il punto è che, malgrado questa evidenza, l'impresa non viene in alcun modo sanzionata: «Perché la norma è di quelle cosiddette "sine santione"» spiega Riccardo «cioè non prevede una sanzione a fronte della sua violazione».
Dal suo sito Riccardo propone, in questo senso, una modifica della normativa sugli stage che può a buon diritto andarsi ad aggiungere alle altre che qui vengono discusse ormai da molti mesi: che vengano cioè previste adeguate sanzioni pecuniarie per scoraggiare le aziende a violare la normativa.
Purtroppo nel nostro Belpaese, infatti, specialmente in tema di lavoro, le norme che non prevedono sanzioni rimangono spesso - come questa vicenda dimostra - lettera morta.

martedì 23 settembre 2008

MA QUANTI STAGISTI PUÒ PRENDERE UN'AZIENDA? TANTI, ANZI: TROPPI

Una domanda molto frequente da parte di chi naviga su questo blog è: ci sono limiti all'utilizzo degli stagisti da parte delle imprese? La risposta è: sì.
Il decreto ministeriale 142/1998, che regolamenta appunto la materia “tirocini formativi e di orientamento”, definisce il numero massimo di stagisti che ogni impresa può ospitare. Le aziende con non più di 5 dipendenti a tempo indeterminato possono prendere un solo tirocinante; le aziende con un numero di dipendenti a tempo indeterminato compreso tra 6 e 19 hanno diritto a prendere uno o due tirocinanti contemporaneamente, non di più; per quanto riguarda quelle con più di 20 dipendenti, invece, gli stagisti non possono essere contemporaneamente più del 10% degli assunti (sempre calcolati su quelli a tempo indeterminato, quindi esclusi quelli a tempo determinato, i cocopro, i collaboratori etc). Una prima questione nasce spontanea: chi controlla che questi limiti vengano rispettati? A chi ci si dovrebbe rivolgere per denunciare eventuali trasgressioni di questa normativa?
La seconda questione è, come spesso accade, un cavillo squisitamente lessicale. A prima vista si potrebbe pensare che i limiti siano chiari: un'azienda che abbia 10 dipendenti potrà prendere 2 stagisti, una che abbia 100 dipendenti ne potrà prendere 10. E invece no. Perchè c'è quella parolina, "contemporaneamente", che cambia tutto il senso della regola. E permette che invece l'azienda che ha 10 dipendenti possa avere, in un anno, ben 8 stagisti: basta che ne prenda due alla volta e faccia fare stage di 3 mesi, e il gioco è fatto. E otto stagisti in un anno, per una piccola impresa, sono una bella convenienza. Ugualmente, l'azienda da 100 dipendenti potrà avere in un anno 40 stagisti "trimestrali", o 2o stagisti "semestrali". Del resto, la legge lo permette: quindi si tratta di un comportamento spregiudicato, ma assolutamente lecito.
Che porta ancora una volta alla stessa conclusione: è davvero necessario rivedere la normativa, in modo che le aziende meno corrette siano obbligate a smettere di usare gli stagisti come kleenex.

venerdì 19 settembre 2008

STAGE ALL'UNIVERSITÀ - LA COSA GIUSTA AL MOMENTO GIUSTO

Ormai non c'è scampo allo stage: sembra che farne almeno un paio sia indispensabile per poter passare allo step successivo, cioè a un lavoro vero. Quindi il mio suggerimento ai più giovani (anche alla ventenne Martina, che proprio qualche giorno fa è passata di qui in cerca di consigli) è sempre quello: fate stage già durante l'università - perché come diceva Roberta Martinelli alias la Stakastagista «Lo stagetto, prima o poi, tocca a tutti», e allora è meglio prima che poi.
Mi scrive Alessandro, e
con la sua testimonianza conferma in pieno questa visione. A soli 21 anni, mentre studiava Management delle amministrazioni pubbliche e delle istituzioni internazionali alla Bocconi di Milano, ha scoperto che la sua università aveva una convenzione attiva con la sede milanese del Parlamento europeo, e ci si è buttato a pesce.
Lo stage non era retribuito (niente a che fare coi tirocini Schuman...), ma Alessandro non se ne fa un cruccio: a vent'anni, nel pieno del percorso universitario, si può anche mettere in conto un periodo di formazione "aggratis" per arricchire il proprio curriculum.
Oggi racconta: «Quei quattro mesi sono stati per me un'occasione di crescita culturale e professionale, e di approfondita conoscenza del mondo delle istituzioni europee
». Alessandro non ha certo passato il suo tempo a fare fotocopie e portare caffè: «Insieme al team mi sono occupato di seguire due tra i principali eventi curati in quel periodo: la partecipazione del Parlamento europeo alla Milano City Marathon '06 e l'avvio di una trasmissione televisiva dedicata a giovani ed Europa su Odeon TV. Inoltre mi sono occupato dell'attività di ufficio stampa».
Oggi, a due anni di distanza, Alessandro studia per la laurea specialistica. E p
er il suo futuro ha un obiettivo: «Evitare, per quanto possibile, il circolo vizioso degli stage senza prospettive». In bocca al lupo!

giovedì 18 settembre 2008

STAGE, IMMANCABILE TASSELLO DEL CURRICULUM DI OGNI... TRENTENNE TIPICO!

Cosa non manca mai nel curriculum di un giovane della nostra generazione? Ma lo stage, ça va sans dire! E infatti lo stage è una delle tappe che Fabrizio Buratto, 34enne piemontese con penna intrisa nel vetriolo vellutato, racconta nel suo "Curriculum atipico di un trentenne tipico", uscito l'anno scorso per la casa editrice Marsilio. Volete un assaggio? Ecco un botta-e-risposta tra il protagonista e un suo (ex) datore di lavoro:

(l'altro) «Io ti ho dato una grande opportunità e mi ripaghi così? Ti ho fatto fare lo stage, ti ho anche dato un rimborso spese, hai girato l'Italia, adesso ti pago persino...» [...]
(lui) Sono senza parole. Mi prende per il culo o crede in quello che dice per autosuggestione? Io devo ringraziare te? Eravamo in sette a fare lo stage, in estate. Siamo rimasti in due, io e Carletto. Non sapevo che ci avete messo a contratto per farci un piacere, perchè siete buoni. E gli altri cinque stagisti? Quanto avete risparmiato con sette persone che hanno lavorato tre mesi gratis? Lo sai che per legge non potevi avere così tante persone in stage? Ti ricordi cosa mi promettesti a maggio, a proposito di quello che tu chiami rimborso spese? [...] Ma non vi vergognate nemmeno un po'?

Le parole tra parentesi sono mie, per permettervi di capirci qualcosa. E purtroppo devo anche dirvi che, come nella realtà succede nel 99,9% dei casi, tutta la tirata in corsivo il protagonista si limita a pensarla. Se la tiene dentro. Eppure quanto sarebbe bello, se qualcuno una volta tanto si facesse uscire la voce e tutte queste cose le dicesse forti e chiare...
Comunque, se questo pezzettino vi ha incuriosito, vi invito a leggere il libro intero e poi venire qui a scrivere che ne pensate!

giovedì 11 settembre 2008

SCHUMAN, MUSICA PER LE ORECCHIE DEGLI STAGISTI EUROPEI

Anche il Parlamento Europeo ha un programma di stage retribuiti. A fianco di quelli gratuiti, infatti, esistono i tirocini Schuman (niente a che vedere col musicista, che tra l'altro aveva nel cognome una n in più: qui si tratta di un politico che costruì le basi dell'Unione Europea), che permettono ogni anno a centinaia di ragazzi di fare esperienza a Bruxelles - ma non solo - per un periodo di cinque mesi.
Opportunità interessante anche dal punto di vista economico: è infatti previsto un rimborso spese di circa 1135 euro al mese.
Il primo requisito per fare domanda è avere un diploma di laurea almeno triennale (per tutte le informazioni precise, potete dare un'occhiata qui).
Chiaramente non è facile accedere a questi stage dorati: l'altr'anno per 257 posti sono arrivate quasi 7mila candidature!
Per la cronaca, dei fortunati prescelti 38 (quasi il 15%) erano italiani.
C'è poi una specifica sezione dei tirocini Schuman (a cui è riservato circa un quinto dei posti disponibili) dedicata ai giornalisti - che però dovranno provare la propria esperienza pregressa, per esempio con l'attestato di iscrizione all'albo.
Le candidature per gli stage che cominceranno il 1° marzo 2009 sono aperte fino al 15 ottobre. Chi è interessato a provarci non perda tempo!
E se qualcuno degli ex tirocinanti Schuman volesse raccontare qui la sua esperienza... Sono sicura che sarebbe d'aiuto a tutti gli "aspiranti"!

venerdì 5 settembre 2008

COME TI SISTEMO L'EX DIPENDENTE? LO RIMETTO A FARE LO STAGISTA

Oggi voglio raccontare una storia che dimostra ancora una volta, purtroppo, quanto molte aziende utilizzino lo stage come «contratto jolly», in maniera completamente slegata dall'effettiva formazione.
La storia è questa: Riccardo si laurea in Giurisprudenza (specialistica) col massimo dei voti a 24 anni appena compiuti. Un treno. Durante l'università fa un Erasmus all'estero e uno stage presso una compagnia assicurativa. L'azienda è contenta di lui e gli fa, uno dopo l'altro, tre contratti di sei mesi. Poi Riccardo decide di investire su se stesso e si iscrive a un prestigioso master che lo porta addirittura per quattro mesi in Cina. «Al mio ritorno in Italia, mi metto nuovamente a cercare lavoro: invio qualche curriculum ma non ricevo risposta». Riceve invece dalla vecchia compagnia assicurativa una proposta che ha dell'incredibile: tornare in stage là dove aveva già lavorato per più di un anno e mezzo! Pare infatti che l'azienda, forse per ragioni di budget, consideri lo stage una soluzione-tampone in attesa che - chissà quando - si apra una finestra per nuove assunzioni. Ovviamente Riccardo rifiuta.
Ma la domanda è: com'è possibile offrire un contratto di formazione a una persona già palesemente formata? Com'è pensabile che un'azienda possa proporre a un suo ex dipendente di tornare a fare lo stagista? A chi spetta la responsabilità di controllare che ciò non accada?
Ora Riccardo lavora in Germania. Guadagna oltre 2mila euro al mese: qui in Italia l'offerta più alta che aveva ricevuto (stage a parte) non arrivava a 1500 euro. «In Italia non ho cercato di certo offerte milionarie, ma oneste, che mi permettessero di vivere e di sposarmi. Non ne ho trovate, e ho avuto anzi l'impressione» conclude «che i dipartimenti Risorse umane delle aziende considerino gli stipendi una sorta di "elemosina"».
In effetti, purtroppo, è spesso il risparmio l'unico obiettivo delle aziende - sopra a tutti gli altri. Un obiettivo che ricade sulle spalle dei più deboli, i giovani: che troppe volte si sentono proporre stage quando avrebbero perfettamente diritto a un contratto vero.

lunedì 1 settembre 2008

BUON COMPLEANNO, REPUBBLICA DEGLI STAGISTI!


Tanti auguri a teeee, tanti auguri a teeeeeeeee...
Un anno di Repubblica degli Stagisti - a scriverlo, non sembra neanche vero.
93 post, centomila pagine viste, 140 imprese citate nella Lista dei Buoni, 150 adesioni all'appello per gli stagisti giornalisti, un gruppo su Facebook che ha più di 700 iscritti
. L'attenzione di giornalisti, manager, professori universitari, politici.
E tante, tantissime storie - le vostre: Martina, Massimo, Claudia, Olimpia, e l'elenco potrebbe continuare ancora e ancora. Storie di stage cattivi (ahimè, la maggior parte) ma anche di stage buoni (come scordare il Master dei Talenti CRT?). Riflessioni, proposte, provocazioni.
La Repubblica degli Stagisti è più viva che mai e per festeggiare il suo compleanno vi chiede: che facciamo, adesso? Io qualche idea ce l'avrei, per me è importante sapere cosa pensate voi. Potete rispondere votando qui a fianco, nel quadratino del sondaggio. Come dare ali ancor più grandi e potenti a questo blog? Attraverso un'associazione? Un convegno? Una raccolta di firme per cambiare la legge che regolamenta gli stage? Una manifestazione?
Aspetto i vostri suggerimenti, amici. E grazie: per quelli che ci sono stati fin dall'inizio, per quelli che sono arrivati dopo, per quelli che ancora devono venire. La Repubblica degli Stagisti è per voi.