sabato 1 settembre 2007

STAGISTI DI TUTTO IL MONDO, UNIAMOCI

Oggi smetto di essere una stagista. Per sempre, spero: ma non si può mai dire. Comunque, con oggi smetto i panni di stagista e indosso, per la prima volta, quelli di blogger. Ho deciso di aprire questa pagina per me e per tutti quelli che come me si sentono a disagio guardando il mondo del lavoro italiano, e si incazzano per come i giovani vengono trattati.
Ho 28 anni e al mio attivo 5 stage. Uno, il primo, è stato entusiasmante. L'ho fatto durante l'università, avevo 22 anni e uscire dalle aule della Sapienza per stare qualche settimana a contatto con il mondo del lavoro "vero", nella redazione di un telegiornale, mi è servito molto. Il secondo è stato la prima opportunità di "lavoro" dopo la laurea. Non lo dico per vanteria, ma per dovere di cronaca: una laurea conseguita con 110 e lode e la pubblicazione della tesi. Due lingue parlate molto bene, intelligenza nella media, perfino discreta presenza. Eppure, tutto quel che nel 2004 il mondo del lavoro italiano ha saputo offrirmi come "primo impiego", dopo 5 anni di università e con un buon curriculum, è stato questo: uno stage. 250 euro lordi al mese, per tre mesi. Il lavoro è andato bene, ho imparato tanto, perfino rimediato un contratto a progetto per altri 4 mesi, dopo.
E poi si arriva agli stage recenti. Ho scelto di provare la carta del giornalismo, sono entrata in una buona scuola. In un altro post, prima o poi, vi racconterò come funziona nel mio mondo, e perché gli aspiranti giornalisti siano costretti a fare il praticantato a scuola anziché nelle redazioni. Comunque, torniamo al punto principale: la scuola di giornalismo che ho frequentato prevedeva stage obbligatori in testate giornalistiche. E così, uno dopo l'altro ho fatto i miei tre stage: due completamente a titolo gratuito, il terzo retribuito con un rimborso spese di 250 euro al mese.
Ma chi è uno stagista? Che requisiti deve avere? Che compiti deve svolgere in un ufficio? Quali responsabilità può avere sulle sue spalle?
In teoria, uno stagista è uno che ne sa talmente poco da non avere diritto ad un contratto normale (che per legge prevede un periodo di prova). Uno che proprio non sa niente, e che un'azienda o un ente raccolgono caritatevolmente dalla strada, per insegnargli un mestiere. Uno stagista è uno che deve essere seguito in ogni suo passo dal "tutor", perché da solo non sa fare niente.
In pratica, cioè nella realtà di tutti i giorni, lo sapete meglio voi di me chi è uno stagista. Nella maggior parte dei casi è laureato, spesso a pieni voti. Parla una o più lingue, magari ha fatto anche l'Erasmus da qualche parte. Uno stagista, soprattutto, spesso ha già lavorato (magari con altri contratti di stage). Non è affatto "digiuno", sa come si lavora, e lavora come e più dei suoi colleghi di scrivania, quelli che però sono ben tutelati da un contratto. Il suo "tutor" il più delle volte è semplicemente il suo capo, che gli assegna i compiti come fa con gli altri colleghi.
Ecco chi è lo stagista, in Italia: uno che lavora come gli altri, ma che non viene pagato adeguatamente né tutelato da un contratto.
Ecco perché ho aperto questo blog. Basta subìre: cominciamo a raccontare le nostre storie. Contiamoci. Per me siamo tanti. E l'unione, da che mondo è mondo, fa la forza.

13 commenti:

salvio ha detto...

in bocca al lupo per questa tua nuova iniziativa!
Salvio

PS: primo!

salvio ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Mimi ha detto...

io e gius ti seguiamo e ti incoraggiamo!

Anonimo ha detto...

Ciao Ele... oltre ad un in bocca al lupo credo sia doveroso un commento anche sull'oggetto di questo blog...

Tu sai benissimo il mio percorso formativo e sebbene la prima laurea risalga ormai al lontano 1999, dove forse i tempi erano un po' diversi ma si iniziava ad intravedere il precariato per i neo laureati di tutta italia, anch'io mi sono trovata davanti ad una scelta: scremare le offerte di lavoro escludendo quelle che partivano con una proposta di stage con l'impegno di trasformarla nella migliore delle ipotesi in un contratto vero e proprio... oppure rischiare ed accettare di impegnare a titolo gratuito per qualche mese un cervellino capace e già pronto, viste tutte le esperienze estrascolastiche maturate negli anni di università, a sfondare nel mondo del lavoro!?!?

Fortunatamente il mio è stato uno stage fatto per una start-up di un amico in attesa di sapere l'esito dei colloqui fatti per una grande multinazionale... pertanto il rischio di essere risucchiata nel vortice degli stages è stato minimo... Ma non per questo mi sento da meno nell'essere solidale con chi deve affrontare l'ingresso nel mondo del lavoro a suon di stages e contratti a tempo determinato al minimo sindacale...

Ora come titolare (o quasi) di un'azienda mi sento di sostenere che dove c'è la serietà del datore di lavoro e la vera necessità di far crescere professionalmente delle persone all'interno del proprio organico... la strada dello stage non viene presa nemmeno in considerazione... nei normali contratti di assunzione esiste il periodo di prova, pertanto non fatevi abbagliare da promesse di assunzione a conclusione di stage che fin da subito sapete benissimo che non verranno onorate!!! Dimostrate subito di che pasta siete fatti e contrattate diversamente la vostra collaborazione se siete nella posizione di poterlo fare...
Se invece il mercato del lavoro non offre altro... guardatevi intorno... e non abbiate paura di pretendere maggiore rispetto per quanto avete già investito in passato sulla vostra preparazione.

Se è vero che nessuno vi regala nulla... è anche vero che voi non dovete svendere la vostra professionalità!!!

Buon "lavoro" a tutti,
Katia

salvio ha detto...

Ciao!
Ho aggiunto sul mio blog Salviodimaio.it il link al tuo nuovissimo blog!

Anonimo ha detto...

brava ele, continua a combattere!!!

risk

virginia ha detto...

Ciao a tutti, un saluto particolare ad Ele.
In linea di principio concordo con Katia non ci dobbiamo scoraggiare e soprattutto non dobbiamo "svenderci", ma, se si deve campare solo facendo affidamento sulle proprie forza e a fine mese arriva da pagare un affitto, tutto si complica.
"Neppure gli dei possono combattere contro la necessità."
Se non siamo divini e non abbiamo un deus ex machina, qualora ci è stata fatta una proposta più o meno accettabile, nel migliore dei casi, non resta che ritenersi fortunati, accettare la proposta, mostrare le proprie capacità, ingoiare i bocconi amari delle fotocopie da fare e aspettare una opportunità migliore.
E’ vero bisogna fare sacrifici per ottenere qualcosa ma poi?
Un Paese che non investe sui giovani non è un Paese morto?

Anonimo ha detto...

Che dire......ero scettico sugli stage, non ne ho mai fatto uno e non consiglierò mai di farne.esistono i corsi di formazione pre assunzione, mentre gli stage sono solo un'invenzione per far ingrassare azienze con profitti immediati e poca utilità civile. purtroppo anche i sindacati approvano e non informano i giovani sulle eventuali fregature.
Brava Ele sei sulla buona strada
damiano

Gilla ha detto...

Avevo scritto un commento articolatissimo, ma s'è cancellato.
Vorrà dire che devo essere più sintetica:

1) Stage sì, ma cum grano salis. Voglio dire: imparare fatica e umiltà può essere utile, ma il fatto che spesso non ci sia nemmeno un rimborso spese simbolico è un po' scandaloso.

2) Stage sì, ma solo se davvero si impara qualcosa.
Piuttosto che stare in un posto a fare fotocopie meglio cercare altro.

3) Chi può permettersi di fare uno stage è comunque un po'privilegiato...no? :-)

4) si dice stagista o stager?


Tutto questo detto da una alle prese col suo primo stage!

Anonimo ha detto...

brava lady,

aborro i blog, ma la causa stavolta è sacrosanta per la miseria!
sono per lo stragismo dello stagismo.

marcos

ps. complimenti anche a Aldo Pavan per la foto che t'ha scattato (quella della home)

Anonimo ha detto...

Brava Ele, pas mal le blog. Mais porquois en francais?

Pingone

Eleonora Voltolina ha detto...

Grazie mille amici per la calda accoglienza che avete riservato al mio blog. Sono contenta che si sia già aperto un dibattito.
La cosa più importante è che ora mi aiutiate a far circolare la notizia dell'esistenza di questo blog: vorrei che venissero a darci un'occhiata anche persone che non mi/ci conoscono personalmente, ma che sono interessati alla tematica e che hanno voglia di raccontare la loro storia.
Comunque, per una neofita del blogworld, non posso che essere contenta di come sta andando: sento che ho fatto la scelta giusta aprendo questo spazio di confronto online, e voi me lo state confermando!
A prestissimo metterò online un altro post, per riflettere sulle responsabilità di questa situazione.
Per adesso, un saluto a tutti, e grazie per aver sostenuto la mia iniziativa venendo a visitare questo blog.

Anonimo ha detto...

Ho trovato la notizia di questo blog in un commento ad un mio post. Anche se non ho più l'età "stagistica..." linkerò il tuo blog su i miei due blog (oltre a Spartacus Quirinus: http://dialettoderoma.iobloggo.com/) e lo farò fare su quello che ho ceduto ad un amico : http://bastacolcha.iobloggo.com/
Il mio augurio sia per il blog ma soprattutto per il lavoro. In bocca al lupo