sabato 3 novembre 2007

CERCATE BRONTOLO? MI SPIACE, NON ABITA QUI

Prendo spunto da uno scambio di opinioni avvenuto su questo blog tra Angela Padrone e Mimi, nell'ambito del post "OPPORTUNITA' O SFRUTTAMENTO? QUALCHE DOMANDINA".
Scriveva Angela, giornalista e autrice del libro «Precari e contenti»: «Avete di fronte un mercato del lavoro difficile, sì, non lo conquisterete lamentandovi e pretendendo, ma solo dimostrando di essere meglio di qualcun altro».
Ed ecco la risposta di Mimi: «Non capisco perché, nonappena si apre il dibattito sugli stage, ci si debba sentir dire che siamo dei brontoloni. Dal punto di vista lavorativo non mi è stato mai regalato niente e non mi sento rappresentata dal sindacato. Devo stare zitta e ringraziare se non vedrò un contratto nei prossimi sei anni? Proprio perché sono meglio di qualcun altro, e lo sto dimostrando nel lavoro, credo di aver diritto a rivendicare trattamenti più dignitosi».
Io penso che accusare chi denuncia un sistema iniquo - e ragiona sui modi per cambiarlo - di «volersi solo lamentare» sia troppo facile. E credo che Brontolo non abiti in questo blog. Qui non ci si autocompatisce: qui si prova a denunciare una situazione, purtroppo ormai diffusissima, di sfruttamento sistematico della manodopera più qualificata, quella che io chiamo «cervellodopera».
Angela Padrone ha ragione quando scrive che «anche tra i laureati ci sono tanti che sono presuntuosi, ignoranti, non si mettono in sintonia con chi hanno di fronte». Ma ciò non vuol dire che un datore di lavoro abbia il diritto di sfruttarli, assumendoli con ridicoli contratti di stage e pagandoli niente, o 200-300 euro al mese (che poi in sostanza è uguale a niente).
Ogni persona ha diritto di essere retribuita per quello che fa, per il tempo che dedica al lavoro, per i soldi che fa guadagnare alla sua azienda. Il lavoro gratuito ha altri nomi: volontariato, hobby, beneficienza.
Aggiungo che per vedere se una persona è capace di svolgere una determinata mansione, già esiste il periodo di prova all'interno dei normali contratti. Oppure esiste il «l'altro modo» di utilizzare gli stage: pagando bene gli stagisti, prendendoli solo in una reale prospettiva (non «garanzia», ma perlomeno «prospettiva») di assunzione, rispettando la loro (spesso già formata) professionalità.
La situazione è iniqua, e va cambiata. Ma se nessuno lo dice, prendendosi il rischio di essere accusato di brontolare e di non dimostrarsi sufficientemente umile, ci sono ben poche possibilità che cambi da sola.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

piacere di conoscerti Eleonora. vedo che in comune abbiamo il delirio dei nuovi lavori, sperando (e impegnandoci nel nostro piccolo) affinchè prima o poi cambi qualcosa
keep in touch
a presto
fede mello

Anonimo ha detto...

quando qualcuno dice "dimostra quello che vali non ti lamentare" bisognerebbe parlargli di un mondo dove lavori solo se conosci la gente giusta, dove intrattieni relazioni solo nella speranza che poi diano frutti lavorativi, dove ovviamente non c'è meritocrazia ma non c'è nemmeno un indirizzo utile dove mandare il tuo curriculum vitae. Nemmeno un indirizzo.

Ladypiterpan ha detto...

Parole sante....
Anna

Anonimo ha detto...

So Eleonora che penserai che sono buonista...e un po' è vero :-)
Secondo me la sottile linea rossa tra lavoratori precari e flessibili, come tra Brontolo e Cucciolo, è nel rispetto e nella correttezza.
Se un'azienda o qualunque posto di lavoro sfrutta una persona, abusando dello stage, commette un "reato".
Se invece il lavoro è una possibilità che arricchisce anche chi presta la sua opera per un breve periodo può anche non essere retribuita.
Però...uso e abuso...è qui che si gioca la partita, secondo me.

Eleonora Voltolina ha detto...

Cara Virginia,
tu avresti ragione, appunto, nel paese di Brontolo e Cucciolo: il Paese delle Meraviglie in cui a tutti noi, almeno qualche volta, piacerebbe vivere. ;-)
La verità è che quando un fenomeno smette di essere "episodico", e diventa "sistematico", cioè macroscopico, non può più essere analizzato in base a categorie astratte come il "rispetto" e la "correttezza". Deve essere analizzato sulla base di un indicatore indiscutibile: e cioè il denaro.
Il fenomeno dello stagismo gratuito o sottopagato è ormai macroscopico.
Fino a 5-6 anni fa lo stage era qualcosa che poteva capitarti o non capitarti, e quindi giustamente come dici tu qualcuno poteva decidere di farlo, malgrado fosse gratis o quasi, per "arricchirsi professionalmente".
Oggi la situazione è completamente diversa. Al 90% dei ragazzi tra i 25 e i 30 anni viene chiesto di fare uno stage dietro l'altro. Io in prima persona ne ho fatti ben 5. Stage naturalmente retribuiti zero, o 200-300 euro al mese - che, come ho già avuto modo di affermare, sono in pratica uguali a zero. Stage in cui una persona mette tutto se stesso, sperando di fare una buona impressione e poter ambire a un contratto. Stage che diventano sfruttamento sistematico della forza lavoro più debole, quella dei giovani. Stage che, a mio modo di vedere, distruggono quel poco di fiducia che ai giovani ancora rimane nel mondo del lavoro cui si stanno avvicinando.
Stage che raramente, rarissimamente portano a un lavoro vero. Il più delle volte, a uno stagista segue un altro stagista, e via così in serie. Ormai sono ben poche le aziende che prendono stagisti con l'obiettivo di "arricchirli professionalmente", nè tantomeno con l'obiettivo di assumerli dopo lo stage. Forse tu, Virginia, parli di "rispetto" e "correttezza" perchè nella tua esperienza diretta hai conosciuto datori di lavoro onesti e rispettosi. Ma nella maggior parte dei casi, purtroppo, non è così.

Anonimo ha detto...

Ciao, il tuo blog sembra interessante, vorrei chiederti di attivare i feed rss perché così per me sarebbe molto più semplice seguirti. Penso che i feed rss si possano attivare facilmente dal pannello di amministrazione di blogger. Mi faresti un grande favore.

A rileggerci,
Doxaliber

Eleonora Voltolina ha detto...

Caro Doxaliber
sono contenta che il blog ti sembri interessante!
Credo che la cosa che tu dici sia già attiva, nella barra degli indirizzi accanto al nome del blog c'è il simboletto arancione che permette di abbonarsi alla pagina, e quindi di ricevere gli aggiornamenti!
Se non funziona me lo segnali?

Anonimo ha detto...

Eleonora, l'unico simbolo in alto è la B di Blogger, che rimanda all'home page del servizio, non vedo altri simboli! :-( Comunque il tuo commento mi ha spinto a cercare meglio, ed in effetti i feed RSS sono già attivi, anche se il link è davvero invisibile: si trova alla fine della pagina (Iscriviti al: Post (Atom)). :-)

Mi sono iscritto e sembra che tutto funzioni a dovere, io comunque cercherei di mettere il link ai feed in un zona del sito più visibile. ;-)

A rileggerci,
Doxalibe

Anonimo ha detto...

@eleonora
Dire che la maggior parte dei datori non è onesta e rispettosa è qualcosa di demagogico.
Che la tua esperienza di 5 stage sia stata negativa dispiace, ma fare di tut'erba un fascio non ti fa onore credimi, anzi.
Il negativismo non paga mai.


@virginia
Interessante la tua visione, e anche conforme alla realtà.