martedì 15 gennaio 2008

ICHINO, L'APARTHEID E LA REDISTRIBUZIONE DELLE TUTELE: PER UN MERCATO DEL LAVORO NON PIU' DUALE

Forte l'accostamento tra la parola "apartheid" e il mercato del lavoro italiano: lo azzarda il professor Pietro Ichino nell'editoriale apparso ieri sul Corriere della Sera.
Scrive Ichino:
«Il regime di vero e proprio apartheid che condanna tanti giovani bravissimi (...) a penare per molti anni prima di riuscire a conquistare un posto stabile è l'altra faccia del regime di inamovibilità di cui oggi beneficiano i lavoratori "di ruolo". Più questi sono inamovibili, più è difficile, talvolta impossibile, accedere al lavoro stabile e protetto per quelli che stanno ancora fuori della "cittadella"».
Spiega Ichino che gli economisti chiamano questa situazione «mercato del lavoro duale»: da una parte tutti i privilegi, dall'altra tutti gli svantaggi. Ma la soluzione, ammonisce il professore,
«non è estendere qualche brandello di tutela ai cosiddetti "lavoratori atipici"»: bensì svecchiare le norme che regolano il mercato del lavoro, rendendo meno impossibili i licenziamenti, modificando quei contratti anacronistici che rendono le assunzioni simili a matrimoni («finchè pensione non vi separi», o giù di lì), e però prevedendo ammortizzatori sociali per chi rimane temporaneamente senza lavoro.
Non ha grande fiducia, il professore, nel PD:
«il nuovo partito di Veltroni rinuncia a combattere il dualismo feroce del nostro mercato del lavoro: esso si batterà soltanto per spostare qualche precario tra i protetti e per dare qualche modesto contentino ai molti condannati a restar fuori» afferma, e suggerisce: «Se si vuole davvero combattere efficacemente l'apartheid (...) occorre, sì, un tipo unico di contratto per tutti i lavoratori dipendenti; ma disciplinato in modo che siano garantite la necessaria fluidità nella fase di accesso al lavoro dei giovani e una ragionevole flessibilità nella fase centrale della vita lavorativa, secondo i migliori standard internazionali; e che tutti ne portino il peso in ugual misura».
Il professor Ichino auspica quindi una
«progressiva redistribuzione delle tutele»: ed è quello per cui, al di là di ogni retorica, tutti noi giovani dovremmo spendere le nostre energie.
Ha ragione Ichino, tornare indietro non si può: inutile subire in silenzio oggi sperando di ottenere domani, magari dopo cinque stage e dieci anni di cocopro, un contratto a tempo indeterminato sul modello di quello dei nostri genitori e dei nostri nonni. Invocare il miracolo è soltanto una perdita di tempo. Ma non si può nemmeno andare avanti così: e allora io dico sì alle proposte concrete per agire non sul mercato del lavoro ideale, ma sul mercato del lavoro concreto che abbiamo davanti ogni giorno. Dobbiamo produrre idee e poi sostenerle, e trovare il modo di farle uscire. Se aspettiamo che al posto nostro combattano gli ipertutelati 40-50enni, stiamo freschi.

32 commenti:

Anonimo ha detto...

Idee attuabili, quindi? :)
Per cosa possono battersi i precari, a livello personale, senza avere il sostegno di nessuna parte politica?

Eleonora Voltolina ha detto...

Secondo me devono unirsi. Accettare che non si torna indietro, e smettere di chiedere tutele anacronistiche. Battersi per una radicale riforma del mercato del lavoro, contrastando i sindacati che sono fermi agli anni Settanta e i politici del nonsipuotismo e dell'immobilismo.
Combattere per ottenere contratti dignitosi, con retribuzioni adeguate al costo della vita, e denunciare le situazioni di sfruttamento, di abuso di contratti "strani" (es. di stage, ma non solo!) da parte di enti e aziende (anche pubbliche!).
Combattere però, al contempo, per un'innalzamento dell'età pensionabile, per l'abolizione dell'articolo 18. Far capire che non vogliono ottenere anche loro privilegi, bensì vogliono lavorare per smantellare progressivamente i privilegi e ottenere un mercato del lavoro più equo per tutti.
Qualche politico onesto c'è. E anche i meno "sensibili" e idealisti (i più scaltri, insomma, attenti ai voti più che agli ideali) di fronte a un bacino elettorale in progressivo allargamento, finirebbero per fare proprie le istanze dei precari combattenti.

Anonimo ha detto...

@eleonora
A parte i tuoi soliti luoghi comuni, finalmente ci sembri avvicinarti verso qualcosa di reale, serio e da discutere.

Complimenti sinceri, anche tu fai vedere "brandelli" di "pensiero positivo" finalmente.

:-)

Un abbraccio.

Eleonora Voltolina ha detto...

Cari Prime, i luoghi comuni sono lontani anni luce dal mio modo di pensare: la mia voce è quasi sempre fuori dal coro, di certo non rincorro le posizioni "di comodo", e credo che questo lo sappiano bene sia coloro che mi conoscono sia i frequentatori di questo blog.
I vostri commenti mi lasciano il più delle volte perplessa: superato il primo "impasse" di avere un commentatore che parla al plurale (!), sono i contenuti dei vostri commenti a sembrarmi irreali.
Voi parlate sempre, nei vostri commenti, di un mondo "ideale", dove lo stagista viene preso in azienda per imparare. Ma non lo vedete il mondo di oggi? Non vedete che gli stagisti giornalisti scrivono i giornali? Non vedete che gli stagisti nelle società di consulenza fanno indagini di mercato e redigono consulenze (che poi vengono fatturate al cliente 300 euro all'ora)?
Forse siete iper-idealisti, e pensate di dover affrontare il mondo reale con le categorie e gli strumenti del "come sarebbe giusto che fosse". Ma il risultato è che siete completamente staccati dalla realtà: in cui gli stagisti non hanno 22 anni e non sono messi lì per imparare. Gli stagisti hanno 28 anni e lavorano come gli altri: solo che per il loro lavoro non vengono pagati.

Anonimo ha detto...

@eleonora
Il mondo di oggi lo vediamo bene, lo viviamo come esperti di questo settore per alcuni soggetti confederali e vediamo che accanto ad alcuni casi negativi ce ne sono tanti positivi.
Quelli negativi fanno sempre cronaca, come è normale che sia per un giornalista, quelli positivi non si raccontano molto spesso purtroppo.
Essendo positivi e solari, preferiamo che questo paese vada avanti, e quindi ci interessa che si vedano non i casi negativi e tristi, ma tutti gli altri positivi e costruttivi di cui non si parla, perchè la verità è che avere ragazzi come voi depressi e giù di morale fa comodo ad entrambe le parti politiche, per poter svolgere i loro accordi sui "vecchi" senza avere grandi reazioni - come caso scalone/scalini tanto per dire il primo che può venire in mente - , e lasciare a tutti un paese sempre più devastato.
Ci dispiace sia tu a non vedere la realtà o meglio, a vedere solo quella piccola fetta di realtà che riesci a vedere cercandola con delle lenti impostate sul bottone "precarietà" invece che sul bottone "flessibilità".

Speriamo che con il tempo anche tu acquisirai coscienza piena di qual'è la realtà e di tutte le sue stratificazioni, mangeremo volentieri insieme a te a cena il prosciutto che ti fodera ancora oggi gli occhi.

:-)

Eleonora Voltolina ha detto...

Cari Prime, non raccolgo le vostre provocazioni. La flessibilità non esisterà in Italia fintanto che non vi saranno ammortizzatori sociali degni di questo nome, e finchè le forme di contratto meno "tutelanti" non saranno compensate da stipendi adeguati. Finchè i lavoratori giovani verranno assunti come stagisti o con altri contratti strani e fatti lavorare per cifre miserrime, spesso inferiori ai mille euro al mese, in Italia chi parlerà di flessibilità sarà solo un millantatore: e chi chiamerà le cose con il loro nome parlerà di precarietà.
Detto questo, vi assicuro che non mi sento nè depressa nè giù di morale: mi sento indignata, e mi impegno per cambiare le cose.

Anonimo ha detto...

@eleonora

Pillole ...

- flessibilità: in italia la abbiamo già, molte persone sentono già di praticarla. Speriamo lo senta presto anche tu.

- stipendi adeguati: gli stipendi sono sempre commisurati al tipo di lavoro, al tempo necessario per svolgerlo, al grado di tecnicismo in esso insito, e via dicendo.
Quindi l'essere adeguati per stipendi è molto relativo a cosa di cosa si sta parlando.

- stagisti assunti: ti ricordiamo ancora di non usare termini impropri, non esistono stagisti assunti, ma solamente periodi di stage formativo in azienda.

- chiamare le cose con il loro nome: e il loro non quale sarebbe, precarietà?
Chiamiamole con nomi veri, non con quelli inventati 4 anni fa da certa sinistra antagonista.
Si parla di flessibilità, non di precarietà.

- indignata: se ti senti indignata e vuoi migliorare le cose, inizia ad essere "solare".
Altrimenti le cose, davvero, non le potrai spostare di un millimetro.

:-)

Un abbraccio.


prime

Anonimo ha detto...

Qualcuno si chiede ancora cosa non va
Perche' la gente diserta la politica
Perche' di certo con quelle facce la'
Non gli viene la voglia di avere la fiducia
Chi ruba una mela puo' farsi trent'anni
Chi strappa l'applauso rubando miliardi
Chi fa sorrisi e ha pure tutti i denti bianchi
Chi e' andato in bianco e certo non ha piu' sorrisi
Ci sono forti segnali per la nostra ripresa
Allora portero' quelli per pagare la spesa
Quell'ottimismo che poi ti spinge a rateizzare
Avra' un valore ma non per chi va a comperare
Montagne di cazzate per poi sentirsi uguale
A centomila stronzi che dalla testa ovale
Ricordo bene di avere una testa per pensare
Un umore da difendere e un dito da mostrare
Parole parole parole
Co tutte ste bugie le tasche mie rimangono vuote
Promesse promesse promesse
Son tanti che le fanno e mai nessuno che le mantenesse
Parole parole parole
Co tutte ste bugie le tasche mie rimangono vuote
Promesse promesse promesse
Son tanti che le fanno e mai nessuno che le mantenesse

Otto Ohm - Promesse per la massa - Naif (2005)

Anonimo ha detto...

@benny
Hai un bell'umore oggi non c'è che dire.

Che ne diresti di rimboccarti le maniche un pochettino anche tu?

:-)

Un abbraccio.


prime

Anonimo ha detto...

Già lo faccio ogni giorno Prime,non sono a casa a poltrire.

Anonimo ha detto...

@benny
Ciò non può che renderci felici - a giudicare dal tuo poema non si sarebbe detto.

:-)

Un abbraccio.

prime

Anonimo ha detto...

Ciao Eleonora, grazie per aver riportato questo stralcio di articolo, non avevo avuto occasione di leggerlo. Sono abbastanza d'accordo con l'uso del termine "aprtheid" per identificare la ridicola situazione in cui si trovano giovani come me in cerca di un VERO lavoro, in confronto ai "vecchi assunti" e alla sicurezza dei loro contratti.
In questo periodo ho il dente avvelenato per quanto riguarda l'argomento stage...esco da 6 mesi di stage presso una multinazionale, qui a Milano: 6 mesi in cui ho imparato tanto, e quindi posso parlare di esperienza altamente formativa (per fortuna!), e ho lavorato duro - esattamente quanto i miei colleghi assunti - e il tutto per mooooolto meno di mille euro...Eleonora credo non esista un'azianda in Italia che proponga stage in cui si arriva al questa fatidica soglia! Insomma, queste considerazioni per dire che alla fine del mio stage, dopo 6 mesi di lavoro e di progetti portati avanti grazie al mio contributo l'azienda non è riuscita a inserirmi...il direttore generale mi ha dato una bella pacca sulla spalla, fatto tante congratulazioni e mandato a casa. E ora? Ora ho riiniziato la ricerca: il mio CV è senza dubbio più ricco di valore e professionalità e questo le aziende in cerca di personale lo notano...peccato che tutte propongano sempre e solo ALTRI STAGE, per i quali viene precisato il 90% delle volte che questi non porteranno in alcun modo l'assunzione! Che dire, è un limbo...Sono assolutamente d'accordo sul fatto che la situazione vada cambiata e che sia ora di svecchiare la legislazione lavorativa, far sentire la nostra voce è l'unico modo per riuscirci.

Ciao,
Alice

Eleonora Voltolina ha detto...

Cara Alice
benvenuta sul mio blog, sono davvero contenta che tu sia intervenuta raccontando la tua esperienza di vita vissuta.
Naturalmente so bene che i "rimborsi spesa" per gli stage si allontanano moooolto dalla fatidica "soglia minima" dei mille euro: in quel caso facevo riferimento a quello che viene immediatamente dopo gli stage, cioè i contratti a progetto e altri tipi di "contratti strani" naturalmente sottopagati.
Ho fatto un salto sul tuo blog ma non sono riuscita a trovare i tuoi riferimenti: vorrei mettermi in contatto con te e proporti di partecipare a un progetto che sto portando avanti e che ha già incluso qualcuno dei frequentatori di questo blog. Mi scrivi? La mia mail è: eleonora.voltolina@gmail.com. Attendo tue notizie!

Anonimo ha detto...

Eleonora, mi permetto un'ulteriore domanda, ma non è polemica, anzi.

tu parli di
"unirsi"
"smetterla di chiedere tutele anacronistiche"
"contrastando i sindacati"
eccetera.

Ma fattivamente, materialmente. Prendiamo un precario con contratto a tempo determinato. Si alza alla mattina e cosa fa? Come la attua materialmente questa sua lotta? :)

Eleonora Voltolina ha detto...

Caro Bloglavoro, ma figurati se prendo la tua domanda come polemica. So bene che tu vuoi approfondire in maniera costruttiva, e rispondo volentieri al tuo commento.
Secondo me i precari, i disoccupati, i giovani che saltellano da uno stage all'altro, dovrebbero cominciare ad appoggiare chi propone riforme che possano migliorare la loro qualità della vita. Ora mi viene in mente, a caldo, il programma Welfare to work dei Radicali: ma magari ce ne sono altri, elaborati da altre forze politiche o associazioni.
Se c'è qualcuno che alza la testa (come ha fatto Grillo, ma meno qualunquisticamente magari) e propone leggi serie per riformare il mercato del lavoro, magari chiedendo anche qualche sacrificio (come l'innalzamento dell'età pensionabile, ad esempio, o l'abolizione dell'articolo 18) per andare verso quella "redistribuzione delle tutele" di cui parlava Ichino nel suo ultimo editoriale, beh, secondo me i precari devono impegnarsi a sostenere con tutte le loro forze quel qualcuno. E se è un politico, votarlo.
Vedo tanta paura in giro, e tanta rassegnazione. Come se (l'ho già scritto altre volte, mi perdoni chi ha già letto) non ci fosse altra via se non quella di subire, subire, subire come agnelli: fino al momento in cui finalmente, ottenuto il contratto a tempo indeterminato, si riesce a passare dall'altra parte, e a diventare dei privilegiati.
Ecco, io vorrei che non solo stagisti e precari, ma che tutta la società civile si svegliasse, e capisse che così, in questo "mercato del lavoro duale", non si va avanti. E che è giusto battersi, scendere in strada, firmare petizioni, perchè la situazione cambi: perchè i più fortunati rinuncino a qualcuno dei loro privilegi, e sia possibile riequilibrare il mercato.

Mimi ha detto...

Prime sembra il mago Othelma

Anonimo ha detto...

Altro che Mago...è il santone che vede e sa tutto, peccato che non sa stare con i piedi per terra!

Eh già...le aziende non fanno altro che proporci stage su stage, è un circolo vizioso: ti impegni, fai del tuo meglio, lavori proprio come gli altri dipendenti dell'azienda (quelli che ricevono un vero stipendio per ciò che fanno!) ma alla fine, dopo i famosi 6 mesi, ti ritrovi al punto di partenza, proprio come Alice.
Si...c'è più esperienza, maggiori competenze, ma a quanto pare nella reltà non cambia molto, il percorso è sempre lo stesso: si inviano tanti CV, molti dei quali rimangono anche senza risposta e quelle volte che finalmente s'intravede la luce di una possibilità, questa ha sempre le sembianze di una chimera: "Le proponiamo sei mesi di stage e poi si vedrà...". Si vedrà cosa? Ho 26 anni e non faccio altro che saltare di stage in stage, senza certezze, senza gratificazioni e credo di avere anch'io il diritto di essere indignata...non si può continuare così!
Certa gente si permette pure di puntare il dico contro di noi, di definirci bamboccioni...mi chiedo come posso mantenermi da sola con un rimborso spese di 250€ al mese???
E non è una questione di rassegnazione o di pessimismo, anzi...reagiamo così proprio perchè noi giovani finalmente stiamo aprendo gli occhi e ci stiamo rendendo conto della situazione che siamo obbligati a vivere. E' troppo facile dire che siamo depressi, che non facciamo altro che lamentarci.
NOI VEDIAMO LA REALTA' PERCHE' LA VIVIAMO SULLA NOSTRA PELLE. E chi è convinto che la precarietà non esiste, ha solo parole e discorsi da portare avanti, ma i fatti hanno sicuramente più valore!!!

Anonimo ha detto...

@alice
Sarebbe bello poterti smentire, o meglio poterti dare una direzione, o aiutarti a trovare quel che cerchi - chiamiamo la cosa un po come preferiamo.
Manda pure se vuoi il tuo cv a:

prime_rome@yahoo.it

Ti daremo una valutazione sull'effettiva forza del CV, su dove lo puoi migliorare e se abbiamo situazioni attinenti - perchè no - ti metteremo in contatto con qualche amico che può avere bisogno della tua vigura.
Solo ci raccomandiamo: non essere mai cosi negativa, non ti può giovare, c'è sempre una soluzione per tutto.

@eleonora
I contratti a progetto non sono "contratti strani" ma sono solo contratti atipici, circa il 13% dei contratti italiani.
Per il resto, racconta ai ragazzi dove eri quando eravamo in molti a combattere in parlamento e fuori contro lo scalino, che va sulla testa di tutti i giovani?

Niente frasi fatte o luoghi comuni eleonora.

@mimi
Grazie gentile Mimi Ayoara.

:-)

@staka
Ottima la tua pantomina, se fosse padoa a leggerti non potrebbe che sceglierti come una dei protagonisti per il film "bamboccioni de noantri".
Se una di 26 come te non fa altro che saltare da stage a stage, e se allo stesso modo, una delle migliori grafiche che abbiamo ha 25 anni, 2 contratti flessibili e guadagna mensilmente di media il doppio delle cifre di cui qui si parla un motivo ci sarà ...
Le persone di valore vengono sempre scelte da datori seri, quelle che invece sono troppo piene di stereotipi e luoghi comuni nel cervello vengono sempre viste e non vengono mai scelte.
Probabilmente nel tuo caso dovresti fare una serena e seria autocritica guardandoti allo specchio.

Saremmo curiosi di sapere che fatti stai facendo per aiutare i ragazzi in difficoltà, e ricorda:
nessuno ha mai detto che la precarietà non esiste, ma è uno stato mentale che rovescia al contrario la flessibilità.

Tu sei una precaria, non ci piove. La tecnica di cui parlavamo è una flessibile, e anche molto felice.

E ce ne sono molti altri ... che non urlano, non strillano, ma lavorano e ottengono con il lavoro quello che vogliono, non come fai tu ad esempio.

Medita, ti farebbe bene.

;-)

Anonimo ha detto...

"una delle migliori grafiche che abbiamo ha 25 anni, 2 contratti flessibili e guadagna mensilmente di media il doppio delle cifre di cui qui si parla"
Il doppio di 300-400 euro sono 600-800 euro direi che sono cifre da capogiro!

Anonimo ha detto...

Mi piacerebbe parlare con questa famosa e bravissima grafica, siamo sicuri che sia davvero così felice e soddisfatta come crede qualcuno?
A mio parere è meglio "urlare" e tirare fuori ciò che si pensa realmente, piuttosto che far finta di star bene. Certo se la sua è un'esperienza positiva buon per lei, ma non si può nascondere l'alta percentuale di esperienze contrarie.
E poi...riflettiamoci bene! 2 contratti: il che significa impegnarsi, fare sacrifici e riuscire a gestire due situazioni diverse (e questo può anche non spaventare), ma il tutto per prendere molto meno di 1.000€ al mese e non avere neanche la certezza di poterli guadagnare una volta scaduti quei contratti.
E su questo non ho bisogno di meditare: studio nel week end per specializzarmi in comunicazione d'impresa, faccio ben 3 "lavori" e se faccio autocritica allo specchio sono fiera ed orgogliosa di me stessa. Le mie competenze vengono apprezzate e da persone che realmente sanno come lavoro. Ma è il sistema che non funziona, almeno non come dovrebbe!!!
Accetto sempre le critiche, perchè mi aiutano a crescere, ma sorrido di fronte a giudizi e commenti di un certo tipo. :) Paroloni, paroloni...e sullo sfondo un velo di rancore misto ad insoddisfazione, chissà quali sono gli oscuri motivi di tanto accanimento? Fly down and be happy! :)

Anonimo ha detto...

@benny
Si parlava non del doppio delle cifre che tu dici, ma del doppio di circa 1000 euro, le cifre di cui parlava la nostra padrona di casa qui nel blog ...

@staka
Probabilmente ci hai già parlato, è una delle persone che infatti scrive sotto il nome di prime - anche se non sono io che ti scrivo oggi - e che commenta anche sul tuo blog come su questo e su altri.
Se hai qualche cosa da chiederle volentieri le facciamo rispondere con un commento qui, fai pure, intanto la preavvisiamo di leggere questo blog tra oggi e domani.

Pillole ...

- urlare: serve a poco, si rischia di "starnazzare". Le cose non si cambiano con le urla - questo paese è già pieno di urlatori, essere solo un'altra voce nel coro sarebbe inutile.

- cifre: come detto già prima a benny non sono quelle di cui parli tu.

- certezze: una cosa che quelli di voi ragazzi che amano "urlare" non capiscono è che spesso le parole contano di + delle farte scritte.
Le certezze non stanno in un foglio o in un'aula di tribunale, le certezze stanno nel rapporto che si ha con le persone, nell'impegno che si mette nel lavoro, e in quello che si è, non in 2 fogli che contano a livello legale ma non hanno valore umano.

- fiera e orgogliosa di te: se fai 3 lavori lo devi essere, anche se non esserti ancora laureata alla tua età ci da da pensare. Come età anagrafica notiamo che fai parte della "grande infornata" di scienze della comunicazione e questo non è mai positivo.
Spero le persone che apprezzano le tue competenze lo facciano davvero da qui a 1 anno a questa parte - terremo d'occhio la tua situazione.

- rancori e insoddisfazioni: chi ci conosce anche di persona - tra cui molti commentatori di questo blog - sanno bene perchè e cosa ci guida. Te lo ripeteremo perchè come al solito metti un "finalino giornalistico" al tuo intervento cercando il colpo ad effetto: blog come il tuo fanno male alla gente, e peggiorano la società. Fanno disinformazione, descrivendo solamente una parte del mondo - quella vista con gli occhi della precaria quale tu sei - e non quella vista con gli occhi della flessibile - quale tu non sei.
Noi li partecipiamo da un po per capire alla radice quale è il problema, e per cercare di porvi rimedio - rimedio peraltro già trovato - e di limitare proprio i danni che tu puoi creare con la tua azione disinformativa.

Il tuo intervento fa tanto "mi sento grande", fai tenerezza, sinceramente ... ci salta in mente una tua recente "intervista" (chiamiamola cosi perchè tu la chiami così) a Via Salaria 113 ad un ragazzo che era "sufficientemente felice" della sua condizione di lavoratore flessibile, nella quale tu cercavi praticamente di "obbligarlo quasi" a doverti dire per forza che non si trovava bene, e nel quale poi dopo trovavi delle motivazioni e giustificazioni a dir poco assurde che cercavano di giustificare i motivi percui questa persona non ti avrebbe dovuto dire la verità ma una bugia ...

Cerchi sempre oscuri motivi, presunti rancori et similari perchè hai difficoltà oggettive ad accettare che molte persone siano felici ad essere lavoratori flessibili, proprio per i vantaggi che questo tipo di contratto - se applicato correttamente - può dare ai ragazzi, che sono molteplici davvero.

Non stai facendo un pezzo per "Paese Sera", e neppure stai lavorando per "Chi l'ha visto?".

Accetta semplicemente la realtà, cioè che c'è molta gente che si trova bene con i contratti di lavoro flessibile se sono ben applicati, e che se davvero ci sono guerre da fare, non sono per andare contro questi contratti, ma al massimo per cercare di far si che coloro che non li applicano bene li inizino ad applicare bene.

;-)

Una ragazza che "urla" di essere grande al mondo non è proprio cosi che riesce a farsi sentire.

Anonimo ha detto...

Personalmente, sono un indipendente. Faccio un lavoro che è la mia passione, e ho poco a che fare con il mondo del lavoro inteso come ricerca di lavoro. Leggo sempre volentieri il tuo blog, cara Eleonora, perché ci trovo punti di riflessione interessanti. Oggi mi permetto di intervenire non proprio a sostegno del dibattito, peraltro molto interessante, ma piuttosto a parlare della forma. In effetti, nello scoprire i vostri vari pensieri su una tematica senza dubbio interessante e cruciale nel cambiamento sociale italiano mi lasciano esterrefatti i commenti di tale Prime, che invece di semplicemente esporre il proprio pensiero, si atteggia a Maestro di vita e di sapienza, che guarda dall'alto in basso le pecorelle smarrite. Lo trovo un gioco inutile e infantile, con corredo di chiocciole, smile, e abbracci; una semplice provocazione che peraltro non giova all'espressione del suo pensiero. Nelle mie lunghe peregrinazioni, ho conosciuto numerosi impostori che si rivestivano di questa aura di cartapesta e devo dire che non mi sono mai piaciuti, anche se, mi direte, questo è un problema mio. Però mi dispiace che queste persone, finte o vere che siano, che pensano di aver raggiunto un successo straordinario, finto o vero che sia, vengano ad "inquinare" con un sarcasmo fuori luogo delle pagine di riflessioni e di testimonianze, alle quali poi il loro pensiero potrebbe certamente contribuire se lo facessero in modo equilibrato. Credo che non ci sia niente di più volgare e prepotente che negare la realtà di una situazione vissuta da una persona sconosciuta. Non credo che sia questo un atteggiamento costruttivo, o dialettico, ma semplicemente stupido e cieco. Io, fossi una delle persone che contribuiscono con le loro esperienze a questo blog, non spenderei neanche un secondo a rispondere a chi si presenta in un modo così sbagliato e offensivo. In effetti, queste righe sono rivolte a tutti tranne a "loro" o "lui", uno o tanti che siano, e prendo tempo per incoraggiarvi a dibattere veramente e non rispondere a biechi insulti.

Anonimo ha detto...

@Matteo: Non potevi usare parole migliori! ;) Noi il soggetto in questione lo chiamiamo "il pensatore del nulla", parla dall'alto del suo piedistallo credendo di sapere tutto, quando in realtà non riesce a vedere in modo obiettivo ad un palmo dal suo naso ed il problema è che proprio non se ne rende conto...più le persone gli fanno notare quanto possa essere ridicolo (ma anche offensivo) e più lui continua imperterrito.
Sorrido davanti ai suoi insulti e lo lascio fare, altrimenti cosa fa durante il giorno senza la possibilità di scrivere tali commenti?! ;)
Grazie per l'incoraggiamento, che sicuramente scatenerà un lungo interminabile discorso di risposta da parte di qualcuno che proprio non ci sta!!! ;)

Anonimo ha detto...

@matteo
Personalmente, sei solo un ignorante - non nel senso offensivo del termine ma in quello di "persona senza cultura".
La tua ignoranza è sorprendente, neppure in certi "bar di caracas" abbiamo sentito parole più ubriache di luoghi comuni delle tue.
L'Invasione degli UltraMatteo - il Signore ci protegga.

:-)


@staka
Non credevamo fossi cosi fusa da non accorgerti da sola che nelle parole del nostro UltraMatteo ci sono offese dirette al tuo blog.
Non avremmo mai pensato che L'Imperatore ti avesse potuto convincere a passare in maniera definitiva "nel Lato Oscuro della Forza Lavoro", là, dove l'intelligenza inizia a farsi davvero troppo rarefatta.
Ci dovranno pensare i "pensatori del nulla" a liberare la Galassia dal Lato Oscuro della Forza Lavoro.

:-)

Un abbraccio alle Menti Flessibili e in particolare anche alle Menti Precarie, siete sempre un vero toccasana per il Nostro Sonno.

;-)

Anonimo ha detto...

Dare a Matteo della "persona senza cultura" solo perché invita alla pacatezza mi sembra indegno di Voi, Prime. E smettetela di corredare di emoticon sorridenti le vostre provocazioni. Almeno non siate ipocriti!

Anonimo ha detto...

@mimidef
Sei alla seconda violazione del nuovo codice etico del blog.

@eleonora
Potresti indicare per favore a mimidef di evitare di effettuare commenti offensivi violando il tuo nuovo codice etico, pena la cancellazione del post?

Grazie un abbraccio.

:-)

il microblogger ha detto...

http://www.ilbersaglio.info/articolo.php?articolo=188

qua alcune informazioni per avere un'idea di chi sono Prime&co.

poi ne riparliamo

Grazie Eleonora per il bello spazio di discussione

Andrea

Eleonora Voltolina ha detto...

Caro Andrea
grazie mille per la segnalazione!
C'è qualcosa però che non mi torna.
Nella pagina che tu mi segnali c'è scritto: "PRIME è un'associazione creata e gestita esclusivamente da studenti di Relazioni Pubbliche e Comunicazione di tutta Europa", e poi, di seguito "La sede di Roma è nata circa due anni fa in seguito all’iniziativa di alcuni studenti della Facoltà di Scienze della Comunicazione de La Sapienza"
Invece Prime, in una risposta a Roberta-Stakastagista, scrivevano testualmente "Come età anagrafica notiamo che fai parte della "grande infornata" di Scienze della comunicazione e questo non è mai positivo".
C'è un piccolo cortocircuito: se gli stessi Prime vengono da quel bacino universitario, come mai lo denigrano?

Anonimo ha detto...

@andrea
Crediamo tu abbia preso un bel granchio.
O meglio ... il dominio di uno dei nostri blog è proprio uno di quelli segnalati dal tuo link, in origine fu da uno di noi regalato a Mari, ma è molto tempo ormai che Mari - che salutiamo volentieri - non ha nessuna relazione con esso - si parla dell'estate della primavera del 2006.
Le radici di Prime risalgono tuttavia ad un periodo molto precedente.

:-)

@eleonora
La "grande infornata di SdC" non denigra SdC, ma le scelte scellerate fatte a suo tempo dai suoi gestori pur di evitare di trasferirsi da Via Salaria 113.

Un abbraccio.

Eleonora Voltolina ha detto...

Cari Prime
non capisco proprio il vostro ultimo commento. Siete o non siete l'associazione indicata dal link segnalato da Andrea, e cioè la sede romana della European Association of Public Relations and Communication students? Se lo siete, poco importa che Mariarita Ferraioli ne faccia ancora parte o se ne sia allontanata: nell'articolo (datato settembre 2007, quindi quattro mesi fa) il suo nome compariva solo alla fine, come referente. Magari oggi il referente è cambiato: ma immagino che l'associazione sia rimasta, e che voi ne siate i membri. Quindi siete studenti di Scienze della Comunicazione.
Inoltre, davvero non capisco cosa intendeste dire a Roberta con la frase "fai parte della "grande infornata" di Scienze della comunicazione e questo non è mai positivo". Da come avevo interpretato io la frase, intendevate dire che Scienze della Comunicazione, per sovraffollamento e altre ragioni, non era una buon corso di laurea. Ora invece voi tirate in ballo i "gestori" (chi? Il preside?) di una determinata facoltà (quella di Roma, intuisco), dicendo che avrebbero compiuto "scelte scellerate per evitare di trasferirsi" da una vecchia a una nuova sede.
Ma che c'entra questo? E come lo si poteva dedurre dalla frase iniziale, e cioè "fai parte della "grande infornata" di Scienze della comunicazione e questo non è mai positivo"?
Sono perplessa.

Anonimo ha detto...

@eleonora
Lo abbiamo detto prima, non siamo quell'associazione assolutamente.
Uno di noi ha però regalato 4 anni fa alla direttrice di quella associazione a Roma - la Mari che li compare - il dominio www.prime-rome.org, dominio che abbiamo poi ripreso per noi 2 anni fa.

Ecco svelato l'arcano mistero.

:-)

Per ciò che riguarda SdC, è un discorso lungo ... la storia di questa Facoltà è cosi travagliata dal 1993 ad oggi ...

Un abbraccio

Anonimo ha detto...

Per puro caso navigando in rete ho trovato il mio nome in questo blog...qualcuno mi farebbe gentilmente capire facendomi un breve riassunto del perchè si parla di me ed io non ne so assolutamente nulla?
Riguardo Prime:si,in effetti non ne faccio più parte mio malgrado,per motivi di lavoro...
Grazie mille a chi mi risponderà.