mercoledì 16 gennaio 2008

STATALI VS PRIVATI: UN ALTRO DUALISMO NEL MERCATO DEL LAVORO


Un'altra notizia che fa riflettere: in percentuale, i dipendenti pubblici si mettono in malattia il quadruplo dei dipendenti privati. In un articolo apparso su Repubblica, Assenze per malattia: pubblico batte privato quattro a uno, il giornalista Mario Reggio delinea il desolante quadro della situazione. Non ho affatto intenzione di demonizzare, qui, i dipendenti pubblici: ne conosco da vicino tanti, impiegati perlopiù nelle scuole e negli ospedali, che si fanno un mazzo tanto e che di certo non definirei "privilegiati".
Ma i dati dicono qualcosa sulla nostra Italia. Dicono che se lo Stato ti assume, poi non ti devi più preoccupare di niente. Puoi startene a casa quanto ti pare, mandare certificati medici talmente finti da risultare comici, lavorare quando e se ti va. E tanto non ti licenzia nessuno. Pietro Ichino (ancora lui!) sulle pagine del Corriere ha scritto spesso di quel professore di un liceo milanese che in media ogni anno fa il 70% di assenze, dislocando i certificati medici strategicamente prima e dopo le feste comandate. La grande reazione dello Stato a questo comportamento indegno? Trasferirlo. Stessa pena che toccherà a quella signora magistrato che si fingeva malata per potersi dedicare all'hobby della vela.
Ed ecco un altro bel dualismo del mercato del lavoro. In tempi di vacche grasse, negli spumeggianti anni Ottanta-Novanta, nessuno cercava il pelo nell'uovo. Ma oggi, con un mercato del lavoro sempre più difficile e una fascia sempre più nutrita di lavoratori senza tutele e con stipendi inadeguati, francamente questa "illicenziabilità" dei dipendenti pubblici diventa ancor più odiosa.

(Grazie ad Arnald per la vignetta)

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Cara eleonora,

oggi certe cose sono diventate così evidenti e macroscopiche che più che cercare il pelo nell'uovo dobbiamo trovare l'uovo nel pelo. - arnald

Anonimo ha detto...

E' un problema vecchio come il mondo - e che il nostro Governo si prepara a incrementare con nuove assunzioni dopo quelle già fatte.

In Italia non vediamo soluzioni vicine alla cosa: quando - ad esempio - un giovane di 30 anni preferisce fare il collaboratore di un ente pubblico invece che l'imprenditore - e ne conosciamo alcuni casi - , vuole dire che il Paese ha già perso tutte le presenti e future guerre.

Si prepara proprio un bel mondo che attende le giovani Menti Precarie del Lato Oscuro della Forza Lavoro.

:-)

Un abbraccio.

Anonimo ha detto...

Gentile Eleonora,

Questo mio commento si riferisce in parte al tuo precedente post. Purtroppo, solo ieri sera ho potuto scriverti un commento di risposta al tuo post.

Effettivamente oggi ci troviamo in una situazione di mercato del lavoro duale. Lavoratori standard da una parte e lavoratori atipici dall’altra (Rapporto Isfol). Che spesso significa semplicemente essere lavoratori di serie A e lavoratori di serie B. Questo dualismo sta provocando una fortissima e giustificata sfiducia verso i sindacati e gli organismi di rappresentanza. Significativo è il caso della rivolta dei 144 interinali della Powertrain di Mirafiori nei confronti del sindacato in occasione del referendum sui 17 turni o detto anche del sabato flessibile. Dove 144 interinali furono esclusi dalla consultazione e la spiegazione del rappresentante della Fiom fu: “Non possiamo fare votare gli interinali:le aziende potrebbero assumerli il tempo del voto per condizionare i risultati. E comunque noi ci battiamo per le loro assunzioni definitive” (vedere La Stampa, giovedì 20/12/2007 p.56-57). Spiegazione sensata o meno a seconda delle angolatura che la vedi. Di fatto 144 persone sono state escluse da un processo decisionale, è questo ci deve far pensare.
Una seconda conseguenza di questo dualismo è una crescente tensione tra le due “categorie” di lavoratori. Una frantumazione, un senso di sfiducia non solo nei confronti della politica e il sindacato, ma anche verso chi lavora per cosi dire al tuo fianco. Alcuni giorni fa a Torino, ci è stata la manifestazione degli operai della Bertone. Una delle frasi di protesta degli operai riportate dagli organi di stampa locali, che mi ha colpito e che non ti capita di sentire spesso in una manifestazione di questo tipo, è stata: “Beato a chi non ha una famiglia”. Insomma, lavoratori o ex lavoratori standard invidiano i “colleghi” atipici che non possono farsi una famiglia. E i lavoratori atipici che invidiano, invece, i lavoratori fissi che hanno una famiglia.
Sono d’accordo quando nel tuo post sostieni che si debba eliminare questa differenza tra lavoratori standard e lavoratori atipici, abbattere questo apartheid che costringe molti ragazzi di talento a camminare con gli occhi abbassati e di vivere di certezze a termine abdicando al contempo la possibilità di fare progetti a lungo termine. Sono convinto che il giorno in cui vera meno questo dualismo nasceranno quei legami di solidarietà tra i lavoratori flessibili e si avrà finalmente la percezione dell’altro, ci renderemo finalmente conto di vivere tutti su questo barcone alla deriva chiamato precariato. E comprenderemo finalmente gli altissimi costi sociali di questa follia dei nostri tempi.

Marco Patruno

Anonimo ha detto...

@patruno
Ti facciamo volentieri una domanda: ma tu sei davvero convinto che oggi il sindacato, con tutti i suoi alti costi che scarica regolarmente sulle buste paga dei lavoratori, e con la visione antica del lavoro che ha, sia qualcosa di utile per i giovani?

Un abbraccio

Eleonora Voltolina ha detto...

Come al solito, Arnald, con le tue battute fulminanti arrivi al fulcro del problema... Molto meglio di me che ci metto venti righe!
Dev'essere questo il segreto delle tue vignette: l'ironia immediata. Purtroppo non ho questo dono... Sono una di quelle, per intenderci, a cui le barzellette spesso vanno SPIEGATE!

Anonimo ha detto...

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POLITICI PIU' RICCHI D'EUROPA E... STIPENDI DA FAME PER OPERAI E IMPIEGATI: è questa l'Italia che vuoi?
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E' tempo di abolire gli "onorevoli" stipendi!

E' tempo di abolire i faraonici assegni mensili dei dirigenti statali che non "sanno" dirigere proprio un bel nulla!

E' tempo di abolire le disuguaglianze di trattamento economico nell'ambito della pubblica amministrazione!

Ci sono impiegati dello stato che a parità di qualifica percepiscono stipendi con escursioni economiche che vanno dai 300euro ai 3.000euro al mese, dettate soltanto dalla... sede di servizio!

E' UNA VERGOGNA!!!!!

Il 13 dicembre 2007 è stata presentata alla Camera, dai parlamentari della maggioranza, la proposta di legge n° 3306: un provvedimento che riguardava "l'introduzione di un limite massimo per le retribuzioni dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni, dei magistrati e per il trattamento economico dei parlamentari nazionali ed europei"!

Il PD ha ignorato questo atto parlamentare, quando poteva approvarlo, ricordandosene solo in campagna elettorale!

...ma come si poteva pretendere un tale impegno da chi è indaffarato ogni mese a disfarsi di un extra di 5mila euro!

Caro Valter, gli italiani sono felici di sapere che la "tua" beneficenza (i nostri soldi!!!) finisca in... Africa!

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