mercoledì 26 dicembre 2007

STAGISTI GIORNALISTI, L'ESTATE SIA CON VOI

Per una volta dedico un post al mondo professionale del quale faccio parte: il giornalismo. Perchè mi sono imbattuta (qui) in una notizia degna di discussione.
La situazione è questa: poichè in Italia ben poche testate giornalistiche prendono "praticanti", perchè li dovrebbero retribuire con uno stipendio abbastanza alto, ormai la via più battuta per diventare giornalisti è quella delle scuole.
Ce ne sono una ventina in Italia (4 solo a Milano). Tutte a pagamento: quella che ho fatto io, l'IFG, fino al mio biennio era l'unica gratuita, poi la Regione Lombardia ha ridotto i finanziamenti. Risultato, ora anche l'IFG costa - e non poco: 4000 euro all'anno. Ma ce ne sono altre che costano anche il doppio.
Dalle scuole escono circa 300 giornalisti all'anno. Per entrare in una di queste scuole bisogna avere una laurea (basta anche quella triennale) e fare un "concorso". Una volta ammessi, si studiano varie materie e si scrive nei siti internet e nei giornali che la scuola pubblica. In più, ci sono gli stage: da due a cinque nel corso del biennio, a seconda delle scuole. Di solito gli stage vengono fissati nei periodi festivi (Natale, Pasqua, estate) perchè le redazioni si svuotano e per gli stagisti c'è più possibilità di avere spazio.
Ovviamente, ogni stage è percepito come un'occasione per farsi conoscere, dimostrare le proprie competenze e mantenere, dopo, una collaborazione. Quindi il 99% degli allievi ritiene che siano la parte più importante del loro praticantato presso le scuole di giornalismo: una "porta" sul mondo del lavoro vero.
Ora dicono che proibiranno gli stage estivi. Il motivo è presto detto: proprio in quei periodi festivi in cui le redazioni sono a corto di personale, spesso le testate prendono dei giornalisti disoccupati con contratti "di sostituzione". E' abbastanza logico che se al posto di un giornalista professionista disoccupato, da pagare 1200 euro al mese, possono avere un paio di giornalisti praticanti molto motivati, provenienti dalle scuole di giornalismo, a zero euro... Spesso finiscono per scegliere la via economicamente più conveniente.
Avevo già raccontato qui cosa successe due anni fa al Corriere della Sera.
Bisogna dire, a onor del vero, che non tutte le testate fanno così: ve ne sono alcune molto serie, che prendono le sostituzioni e anche gli stagisti, differenziando compiti e responsabilità, e non usano gli allievi delle scuole semplicemente per tappare i buchi senza tirar fuori un euro.
Però, dato che il problema c'è, è giusto affrontarlo. Proibendo gli stage estivi? Secondo me proprio no. E allora come risolverei, io, la questione? Farei stabilire all'Ordine dei giornalisti un rimborso spese minimo obbligatorio di 600 euro al mese per ogni stagista - oppure, detta diversamente, una retribuzione minima non inferiore al 50% di quella che verrebbe erogata a un praticante regolarmente assunto. Non è tanto e non è poco: ma scoraggerebbe chi negli stagisti cerca solamente un escamotage per risparmiare. Metterebbe un po' in equilibrio la "concorrenza sleale" tra allievi delle scuole e giornalisti disoccupati. E ripristinerebbe anche il fondamentale rapporto consequenziale tra impegno, lavoro e retribuzione, che negli stage viene troppo spesso vergognosamente dimenticato.

28 commenti:

david santos ha detto...

I wish you a good end of 2007 and a good year of 2008.

Anonimo ha detto...

Eh, no, 600 euro al mese agli stagisti no... Prima si, ora proprio no! Passi che siamo stati il biennio + sfigato di tutti i tempi, ma anche prenderla nel culo postuma no!

Eleonora Voltolina ha detto...

Ma caro ifgXV, non guardiamo la cosa da una prospettiva troppo personalistica... Pensiamo al bene comune e sopratutto all'equilibrio del mercato!
C'è da aggiungere che, come tu sicuramente sai, alcune testate già prevedono piccole retribuzioni per gli stagisti: da 200 a 600 euro al mese. Ma sono mosche bianche: credo che la musica cambierebbe se l'Ordine imponesse un rimborso spese minimo obbligatorio a tutte le testate intenzionate a prendere stagisti.
E magari la finiremmo anche con la tiritera (davvero ingiusta dal punto di vista degli allievi delle scuole di giornalismo) che gli stagisti levano il lavoro ai disoccupati.

ALESSANDRO TREVISANI ha detto...

in effetti il fatto che si facciano stage gratuiti è una distorsione pazzesca. mi dicono che in molti paesi esteri questo non esista, il che, se fosse vero, la direbbe assai lunga sul potere di contrattazione dei giovani lavoratori italiani.
io a libero quotidiano, nell'estate 2006, ero stagista allo sport. ho scritto 70 pezzi firmati e un 300 brevi, sono andato in 3a pagina e molto spesso negli interni, ho seguito interamente la vicenda calciopoli, tanto che quando mancavo mi chiamavano a casa. quindi ho fatto EFFETTIVAMENTE una sostituzione. al primo di settembre sono tornati tutti dalle ferie, e per il campionato hanno iniziato a rivolgersi ai soliti collaboratori. insomma: il mio stage è stato un temporale estivo. non retribuito.

Eleonora Voltolina ha detto...

Caro Alessandro
la tua testimonianza è preziosa.
Effettivamente, da quando le scuole di giornalismo han cominciato a moltiplicarsi, per le testate giornalistiche si è aperta una vera e propria "autostrada del risparmio".
Per questo dico che gli stage andrebbero pagati sempre e obbligatoriamente! (Con eccezione di quelli svolti in ambito universitario, ovviamente... ma quella è un'altra storia, e noi non siamo più tanto giovincelli).
La realtà, a pensarci bene, è assurda. Per diventare giornalisti BISOGNA fare 18 mesi di praticantato. Per legge i praticanti vanno retribuiti. Ma siccome quasi più nessuna redazione ha voglia di sobbarcarsi questo onere, ecco che spuntano le scuole di giornalismo. Le quali offrono il praticantato: ma non solo non lo pagano (ovviamente), ma se lo fanno pure pagare profumatamente (se non sbaglio il più caro è quello dello IULM di Milano, che costa quasi 20mila euro).
In più, ecco la beffa finale: le scuole di giornalismo mandano i loro allievi a fare gli stage nelle testate. E quelle testate beneficiano, per 1, 2 o 3 mesi, di praticanti. SENZA DOVERLI PAGARE.
Ecco perchè un'altra delle mie idee è questa: cambiare la definizione. Gli stagisti giornalisti secondo me non sono stagisti. Sono praticanti, e basta.
Per questo, seguendo il ragionamento, verrebbe spontaneo arrivare alla conclusione che, per i mesi in redazione, ogni allievo praticante giornalista dovrebbe essere pagato come un praticante normale. Cioè prendere, per quei mesi, esattamente lo stipendio che prenderebbe uno regolarmente assunto con l'art. 35 del Contratto nazionale di lavoro. Ma questa è fantascienza. Però almeno io chiederei una parte di quello stipendio. Un onesto (e già generoso) 50%.

Anonimo ha detto...

io non sono giornalista, ma seguendo il ragionamento, che condivido pienamente, penso che un praticante con tessera regolare dell'ordine non può prescindere dalle condizioni d'impiego definite dal Contratto Nazionale. Non si capisce perché, praticante per praticante chi è fuori dalle scuole deve costare di più... capirei se uno è giornalista, e l'altro praticante, ma due praticanti, è assurdo! cioè, è un pò come dire: amico, si, mi stai derubando... però capisco che sei molto potente, allora prova a derubarmi il meno possibile! cioè, è una vergogna che il giovane giornalista, alla barba delle convenzioni firmate debba non solo lavorare gratis ma addirittura pagare lui (per la scuola). E distrugga così anche suo malgrado il mercato dei giornalisti "precari"... Se non vanno bene le condizioni definite per il praticantato, allora cambiassero il Contratto Nazionale!

Eleonora Voltolina ha detto...

Caro Matteo
grazie del tuo contributo, come sempre intelligente e interessante.
Il punto fondamentale è che di praticanti "veri" ce ne sono ben pochi nelle redazioni! Perchè a un praticante il giornale deve pagare uno stipendio non inferiore ai minimi stabiliti dalle tabelle, e poi la tredicesima, e poi gli straordinari per il lavoro notturno, e poi 20 giorni di ferie, e poi i permessi retribuiti, e poi (se a qualcuno venisse in mente, nel mentre, di convolare a nozze) il congedo matrimoniale di 15 giorni...
Insomma, un lavoratore normale, con dei diritti normali. Vuoi mettere la comodità di avere degli "schiavi"? E che importa se anche loro sono PRATICANTI! E' ormai assodato che sono praticanti di serie B. Perchè loro il praticantato, invece di essere retribuiti per farlo, se lo pagano!
...Ovviamente (vengo da una scuola! Gratuita, certo, ma pur sempre una scuola) non credo affatto che ci siano praticanti di serie A e di serie B. Non credo affatto che chi ha avuto la fortuna di ottenere un contratto di praticantato sia più bravo o possa avere più diritti di uno che il praticantato se lo è dovuto fare in una scuola.
E quindi, l'unica soluzione è farla finita con gli stage gratuiti.

Anonimo ha detto...

Interessante post. Sarebbe veramente da discutere in materia. Io a dire il vero non ho mai fatto contratti, sono sempre stata free lance (anche perchè veramente a questo punto ci perderei a scegliere tale via). E' da qualche anno che anche al mio quotidiano hanno riattivato i contratti di sostituzione. Sinceramente, non credo che siano rispettate le tabelle previste dall'ordine, almeno a quanto mi dicono. Non dimenticate che le tabelle dell'ordine esisterebbero anche per i free lance, ma chi se le fila? Nessuno. La sola cosa positiva è che, in effetti, facendo il contratto guadagni uguale ad una collaborazione esterna ma scrivi di meno (due pezzi al giorno invece dei 5-6 che scrivo attualmente). Devi però stare in redazione fino alle 22 di sera e oltre, quando invece adesso alle 17 chiudo bottega. Insomma, è da valutare se effettivamente il contratto sia meglio di una collaborazione. Certo, tutto cambia se parliamo di stage: non è affatto giusto che ci siano persone che lavorano gratis senza avere, in realtà, nessuna speranza di ottenere in futuro qualcosa (diciamoci la verità). Questa però dovrebbe essere una responsabilità dell'Odg, giusto? Dovrebbe essere l'odg a fare un intervento per prevedere un rimborso spese. E allora ho avuto un'idea: questo pomeriggio mi metto a lavorare su una petizione da inviare all'odg per richiedere che agisca in tal senso. Poi la posto. Andateci a dare un'occhiata, ci lavoriamo su e vediamo che accade. Mettiamogli un po' di pepe alle chiappe, a questi.

Eleonora Voltolina ha detto...

Cara Yodosky
sono contenta di aver dato il la, attraverso il mio post, a questo dibattito e trovo molto interessante la tua idea di fare una petizione indirizzata all'Ordine dei giornalisti.
Se ti va, prima di postarla puoi mandarmela via mail, così la rivediamo insieme. Quattro occhi sono sempre meglio di due.
Poi forse bisognerebbe trovare un modo per "autenticare" le firme anche online, magari chiedendo di firmare con nome cognome e numero di tesserino (praticanti, pubblicisti e professionisti senza distinzioni).
Rispetto alla questione "contratto versus freelance", ovviamente ognuno dei due tipi di lavoro ha i suoi pro e i suoi contro, sta a ciascuno scegliere.
Però rimane lo "scandalo" della discriminazione tra praticanti: chi fa il praticantato in redazione ha tutte le tutele dell'art. 35 e (cosa direi da non sottovalutare) uno stipendio. Chi fa il praticantato in una scuola di giornalismo deve pagare di tasca propria da 4000 a 9000 euro l'anno. E' proprio ingiusto che si debba pure fare lo stage gratuitamente.

Mimi ha detto...
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Mimi ha detto...

probabilmente finirebbero tutti per pagare gli stagisti e non prendere sostituzioni. Agli editori importa solo di risparmiare e guadagnare.

Eleonora Voltolina ha detto...

Credo che sia una visione un po' pessimistica. Alcuni caporedattori pretendono giornalisti con esperienza, e quindi agli stagisti-praticanti alle prime armi preferirebbero sempre giornalisti professionisti a cui fare qualche contratto di sostituzione.
Inoltre non bisogna sottovalutare l'effetto "riequilibrio". Mi spiego: se una testata deve scegliere tra uno stagista (con il vantaggio di costare zero e lo svantaggio di avere poca esperienza) e un giornalista disoccupato (con il vantaggio di avere più esperienza e lo svantaggio di doverlo prendere con un contratto), secondo me nell'80% dei casi sceglie lo stagista a costo zero.
Ma se invece quella stessa testata si trovasse a dover scegliere tra uno stagista che comunque costa (un po') e un disoccupato che costa (un po' di più), la valutazione sarebbe molto più accurata e meno scontata. Si comincerebbe a valutare davvero il singolo candidato con il suo curriculum, le sue capacità, i punti di forza e di debolezza AL DI LA' del costo. Perchè in fondo il risparmio sarebbe limitato.
Credo poi che se davvero si riuscisse a ottenere una retribuzione minima garantita per gli stagisti (in questo caso i giornalisti, ma più in generale tutti gli stagisti) sarebbe una grande vittoria per tutti.

Anonimo ha detto...

Ok ti mando per mail una bozza di richiesta, poi la possiamo far girare anche tramite l'Assostampa (io sono iscritta, per quel che serve). La mettiamo sul blog e la possiamo comunicare sui blog di tutti quelli che conosciamo. Magari, la cosa smuove le acque...

Anonimo ha detto...

mi inviti a intervenire, lo faccio con piacere.
cominciando a dire una (mia) verità: in questo mondo bisogna essere lupi, e non agnelli.
allora io, da lupo egoista, ti dico che sono ben felice che dalla prossima estate non arriveranno più in redazione le ondate di stagisti, perchè questo vuol dire per me avere la possibilità di un contrattino di sostituzione.

fa schifo lo so, e non so proprio cosa possano fare i nuovi stagisti che si troveranno nelle redazioni in periodi di pienone, quando nessuno è in ferie e non ci sono nemmeno scrivanie libere.

ma io parlo da lupo, da una che dopo una laurea vecchio ordinamento, due master e 5 stage adesso ha bisogno di guadagnare. anche se a farne le spese saranno i futuri stagisti.

mors tua, vita mea.

stagistalcontrario

Eleonora Voltolina ha detto...

Cara stagistalcontrario, grazie di essere intervenuta nella discussione. Il tuo blog è molto interessante e ci capito spesso, quindi seguo le tue peripezie. E dato che siamo come si suol dire "sulla stessa barca" (la descrizione del tuo passato accademico-professionale assomiglia sorprendentemente al mio curriculum!) rispetto molto il tuo parere.
Probabilmente anche io verrei avvantaggiata, come molti collaboratori e disoccupati, da una "serrata" delle redazioni agli allievi delle scuole di giornalismo nei mesi estivi.
Ma ho aperto questo blog proprio il giorno dopo aver terminato il mio ultimo stage. L'ho aperto per fare qualcosa di concreto, per cambiare la situazione, per provare a fermare lo sfruttamento al quale assisto (e partecipo!) da almeno 3 anni. Voglio continuare la mia piccola battaglia anche se non sono più una stagista, e anche se gli stagisti ora sono (per me come per te!) "competitors" avvantaggiati dal costo zero delle loro prestazioni.
Perchè fino a ieri ero io la stagista. E mi sentivo in gabbia.
Mi ha molto colpito la frase "in questo mondo bisogna essere lupi, e non agnelli". E' molto vera. E avvalora ancor di più la mia tesi: proprio perchè non ci si può aspettare una solidarietà dai colleghi, specialmente se precari, sono gli organismi superpartes (nel caso dei giornalisti, potrebbe essere appunto l'Ordine) e lo Stato che devono regolare il mercato. E' un loro preciso dovere tutelare i più deboli e impedire che il lavoro venga sfruttato, e che enti e aziende continuino a guadagnare sul lavoro pressochè gratuito degli stagisti.

Anonimo ha detto...

questa cosa dei lupi e degli agnelli mi fa personalmente SCHIFO ed è il motivo per cui il sindacato difende i privilegiati e non i deboli

Anonimo ha detto...

Per quanto tempo saremo anocra costretti ad elemosinare una retribuzione?
Come mai i miei amici americani restano allibiti quando vedono che in Italia si lavora GRATIS?L'unica soluzione è quella di scappare dall'Italia, è inutile credere che qualcosa possa cambiare..
Buon Natale!

Anonimo ha detto...

Ciao Eleonora,
come promesso eccomi qui per dire la mia. Ben venga uno stage gratuito se poi a fine estate c'è la possibilità effettiva di strappare un contratto...cosa che nel 99% dei casi non avviene!!! Una retribuzione non sarebbe male. Ci sono praticanti delle scuole che potrebbero fare le scarpe ai redattori, ma le assunzioni sono bloccate e bisogna avere molta molta molta molta molta molta molta fortuna. Pessimista? No, realista! Personalmente sono soddisfatto delle mie esperienze estive. Quando ero al Tg3 Marche uscivo con l'operatore e realizzavo fino a 3-4 servizi al giorno. Un bellissimo lavoro di equìpe anche in sala montaggio. Nessuna retribuzione, ma tanti buoni pasto offerti a turno dai redattori. Il mio secondo stage era retribuito. Al Centro di Pescara (Gruppo Espresso) ho scritto e firmato diversi articoli. Passavo le pagine di sport e a volte abbandonavo la redazione a notte fonda..erano in corso i Mondiali di Germania. Alla fine del periodo hanno proposto a tutti gli stagisti (eravamo quattro) una collaborazione saltuaria. Ora sono professionista, lavoro come free lance, mi occupo prevalentemente di cronaca giudiziaria e se andassi a pulire i cessi dell'Ikea guadagnerei di più. Stringo i denti e tiro avanti. La firma gira, gli articoli aumentano, le conoscenze pure...prima o poi la galleria avrà uno sbocco.. Rinnovo i complimenti per il blog e auguro un 2008 retribuito alla REPUBBLICA DEGLI STAGISTI!! Provaciancorasam

Anonimo ha detto...

Gli stagisti vanno pagati! Su questo punto non bisogna
nemmeno discutere.

Generazione P
Marco Patruno

Ilbellodelweb ha detto...

Sarò più breve, perchè l'ho già scritto una volta ed ho perso il post quando ho dovuto fare l'identificazione del msg ... ma perchè non togli questa censura odiosa del codice???
Vabbé, sarò breve anche perchè torno ora da una festa e sono pure un po' tanto brillo!!

Dunque, penso che tra un porfessionista fermo e uno stagista giovane io prenderei sempre una stagista, perchè più giovane, perchè più malleabile, perchè più desideroso di farsi notare. Tutto questo supplisce alla mancanza di esperienza di un professionista più anziano.

Prenderei uno stagista anche perchè normalmente costa meno. Purtroppo in questo paese non costa un caz...

La mia esperienza è stata questa: 9 mesi di stage, poi contratto a progetto per due anni e praticanto. Poi uno sta per diventare professionista e magicamente non ti rinnovano più il contratto.

E' una cosa che fa rodere, ma ci sta quando sei giovane. Hai la possibilità di fare tante altre esperienze, che è l'unica cosa che conta!

Il problema è il salario. Occorre che salgano, altrimenti non si va da nessuna parte.
E' normale per un giovane prendere meno. Non è normale non prendere niente.
Ma già con un po' di esp e quaesto non succede più.

Ora speriamo che Uolter faccia il miracolo ... :)

Baci cara Ele,
Tanti Auguri e Buon 2008!!
Damiano

ps. mi sono iscritto ai tuoi feed e ti ho messo tra i miei preferiti. Segnala il tuo blog a blogbabel. Baci

CHICCO MERDEZ ha detto...

Giusto retribuire gli stage.
Giusto non fare gli stage in estate.
Giusto anche chiudere alcune scuole di giornalismo: 300 nuovi praticanti all'anno sono troppi.
Semplicemente non c'è mercato.
Anzi...
... il mercato c'è: quello dello sfruttamento.
Un eccesso di praticanti immessi nel mercato svaluta la professione nel suo complesso. E gli editori ingrassano e godono.

Gig ha detto...

Cara Eleonora, prima di tutto buon anno!

Raccolgo l'invito e passo a trovarti sul blog...

Io sarei daccordissimo nel mettere un tetto minimo di paga (non la chiamo neanche stipendio...) agli stagisti nelle redazioni, perchè altrimenti si tratta come ho già scritto altrove di sfruttamento bello e buono. E perfettamente legalizzato. Un dato su tutti che forse hai già letto negli altri commenti che ho lasciato qua e là per il web: quest'estate lo stage lo abbiamo fatto in 28, tutti quelli del master di Padova. Pagati? 2. Alla Nuova Ferrara, con un rimborso spese di 300 euro mensile. Tutti gli altri, o pagati a buoni pasto (che tra l'altro dovevi anche restituire alla fine del mese se per malattia o per altro perdevi dei giorni) o nulla di nulla. Non sono contro gli stage, che reputo un'ottima palestra per vedere davvero cosa sia il lavoro nelle redazioni, ma contro questo sfruttamento sì!

Aspetto la vostra petizione: per quel che serve, il mio piccolo contributo di pubblicità consideratelo vostro fin da ora!

Un buon anno a tutti!

Gig:)

Anonimo ha detto...

Gli stagisti sono come i frequentanti di un corso di formazione, fanno formazione in azienda, quindi non ha senso pagarli, se non in casi dove questo abbia senso.

Anonimo ha detto...

Ragazzi, non scherziamo.
Lo stage fa parte della formazione e come tale non va retribuito.
Chi esce dalle scuole non ha alcuna esperienza VERA di vita giornalistica e molto spesso quando arriva in redazione fa perdere non poco tempo ai giornalisti che, beninteso devono aiutarli, oltre a scrivere i loro pezzi devono anche correggere quelli degli stagisti e spiegare il perché delle correzioni.
Il vero punto è un altro. Le scuole servono solo a rimpinguare le tasche dell'Ordine e non insegnano veramente il mestiere. Sì, certo danno la possibilità di entrare nelle redazioni, ma vi sembra giusto pagarvi il praticantato a suon di euro? Purtroppo poi sempre più spesso chi esce dalla scuola crede di essere "bravo e degno" solo perché professionista. E si presenta in redazione senza umiltà e con un'aria da maestrino insopportabile. Essere professionista è un titolo che tutti sappiamo si ottiene con un esame farsa, anacronistico e ancora una volta utile a rimpinguare le tasche dell'Ordine.
Ragazzi, svegliatevi!
Risparmiate quei 4 mila euro all'anno per i due anni di scuola e piuttosto presentatevi come stagisti durante l'estate. Ora con una qualsiasi facoltà universitaria si ha il diritto di farlo. E se avete i numeri, fidatevi, tempo sei mesi e qualcuno vi farà lavorare. Abbiamo iniziato tutti così, c'è chi ha lavorato per 3 euro a pezzo, chi 12 ore al giorno per 350 euro. E' vero è sbagliato, ma solo così si impara un mestiere; non certo scrivendo su quelle riviste on line create dalle scuole solo per darvi l'illusione di fare i giornalisti. Una volta in redazione come stagisti, se non avete la stoffa si capirà presto. In tal caso avrete risparmiato soldi e tempo e, ancora giovani, potrete provare un'altra strada.

Eleonora Voltolina ha detto...

Francamente, caro Anonimo, c'è un po' troppo astio nelle tue parole nei confronti degli allievi delle scuole di giornalismo.
Io ne ho fatta una: certo, quella più particolare di tutte, quella più antica, l'unica (fino al mio biennio - poi purtroppo non più) gratuita.
E ti posso assicurare che molti degli allievi erano persone che già avevano lavorato PER ANNI alle condizioni assurde che descrivi tu. Senza mai riuscire a farsi fare un contratto di praticantato. E quindi, stufi, magari alle soglie dei trent'anni, hanno detto: mi gioco la carta della scuola, e poi vediamo. Almeno, dopo avrò la possibilità di accedere all'esame.
Capitolo esame: sarà pure una farsa ma allo scritto c'è il 20% dei bocciati (più un 5-10% all'orale): quindi se uno non sa proprio farlo, il giornalista, di certo il tesserino non gli viene regalato.
Starei molto attenta a tranciare giudizi, e sopratutto a consigliare agli aspiranti giornalisti di farsi sfruttare per qualche anno nelle redazioni sperando che qualcuno prima o poi li noti e li "faccia lavorare". Perchè essere pagati 3 euro a pezzo o lavorare 12 ore al giorno per 400 euro al mese non è "lavorare". E' essere sfruttati e basta. Chi è disposto a tutto, a subire soprusi e sfruttamento, pur di fare un mestiere, mi fa pena. Io combatto perchè vinca la meritocrazia, perchè nessuno venga sfruttato e i migliori passino.
In più, caro Anonimo, la tua visione del mondo del giornalismo falsa completamente il mercato, lo snatura. Perchè così gli editori potranno contare sempre su centinaia se non migliaia di giovani disposti a tutto, ILLUDENDOLI che poi, dopo essere sfruttati per benino, riusciranno a fare i giornalisti. Il che è una pura illusione: perchè tanto, lo sappiamo tutti, gli articoli 35 (cioè i contratti da praticante) continueranno ad essere fatti solo ai "figli di" e ai raccomandati.
Piuttosto, io ridurrei drasticamente (dimezzerei) il numero delle scuole, e cercherei di renderle GRATUITE. In modo che al danno non si aggiunga anche la beffa: cioè che una persona, oltre non essere pagata durante il suo praticantato, debba pure pagare di tasca sua.

Anonimo ha detto...

Cara Eleonora,
mi chiamo Luca e sono un giornalista praticante del master di Torino. Hai la mia solidarietà in questa tua iniziativa, anche se purtroppo non mi pare che possa risolvere i problemi all'origine: un corporativismo distorto che non ha più niente a che vedere con le regole del mercato tanto invocate. Aggiungo che forse il dibattito su quanti euro di rimborso dare a chi resta fuori dal mondo del lavoro a oltranza rischia di allontanare ancor più dai termini reali della questione: giornalisti in Italia si diventa solo per censo, che tradotto significa che devi avere una famiglia che ti mantiene fino a quando è difficile dire. Rendere gratuite le scuole potrebbe aiutare ma non risolverebbe il problema dei tempi di attesa per arrivare sì e no a uno stipendio da metalmeccanici. Converrà al mercato? La risposta ai posteri, tanto per noi è già tutto apparecchiato.

Con i colleghi del master ci troviamo proprio in questi giorni a segnalare le nostre preferenze per gli stage estivi (per l'ultima volta, perchè l'accordo cui fai riferimento si applicherà dall'anno prossimo, ma intanto ci hanno comunicato che per andare incontro all'Ordine possiamo già fissare le vacanze in agosto) e ti assciuro che siamo tutti piuttosto disorientati. Non tanto per le vergognose condizioni di sfruttamento che segnano la stragrande maggioranza delle esperienze di stage (personalmente posso dire che lo scorso anno il mio contributo è stato certamente inutile a me, ma molto redditizio in ore libere a chi altrimenti avrebbe dovuto compilare la noiosissima pagina degli appuntamenti in tv. Paga = a 0, ovviamente) ma per la loro dubbia utilità nell'accesso alle redazioni. Il dopo, tra collaborazioni pagate a rate e disoccupazione, sbiadisce un po' la determinazioni con cui all'inizio si è disposti a fare sacrfici. Intorno ai 30 comincia a venir meno la dignità non del lavoro ma della persona.
Mi sorprende anche la facile ironia con cui i "vecchi" continuano a deridere i "giovani" che si affacciano al mestiere nelle disastrate condizioni del presente (il contratto nazionale scaduto da tre anni lo hanno firmato vero?). Concordo che senza raccomandazioni non ci siano molte alternative alle scuole. Di certo i "vecchi" il loro contributo lo hanno dato.
Forse la cosa migliore sarebbe ridurre il numero di scuole e di esami di Stato, ma forse davvero conviene sfornare precari pronti a tutto.

Ti saluto e ti faccio gli auguri, anzi, li faccio a entrambi: viva la libera informazione! Viva la categoria!
Luca

Gig ha detto...

Ciao Luca! Un saluto tra "colleghi" innanzitutto, perchè io sono giornalista praticante, ma al master di Padova!

Ora ho lezione, per cui mi tocca essere breve, ma..fatti un salto nei commenti all'ultimo ed al penultimo post di Eleonora! Lì si può capire veramente quali sono le due correnti contrapposte di scuole di pensiero!

Poi magari lascia il tuo parere: sicuramente sei ben ferrato in materia!

Ciao!

Alessandro

Eleonora Voltolina ha detto...

Segnalo a tutti l'appello per gli stagisti giornalisti:
http://bp1.blogger.com/_4OXgrRZYvVA/SB7_yr2bIdI/AAAAAAAAACE/DWq37-6sGIo/s1600-h/APPELLO_STAGISTI_ODG.jpg
Lo trovate anche in home page, subito in alto a destra sulla schermata.
Lo hanno già sottoscritto più 100 giornalisti professionisti, oltre a tanti pubblicisti, praticanti e anche non-giornalisti sensibili a questa situazione!
Per aderire all'appello basta scrivere una email all'indirizzo appellostagistigiornalisti@gmail.com.
Aderite numerosi!!