sabato 9 febbraio 2008

STAGE, QUALCOSA SI MUOVE AL DI LA' DELLE ALPI

In Francia il governo sta per concretizzare una delle proposte di questo blog: la retribuzione minima obbligatoria per gli stagisti. Evviva!
La notizia viene riportata anche in un articolo sul sito del Sole 24 Ore (
qui lo trovate intero) a firma Loredana Oliva. Si legge: «Gli "stagiares" francesi avranno uno stipendio regolato dalla legge: da un minimo di 380 euro se svolgono un tirocinio la cui durata superi i tre mesi». Si è arrivati a questa cifra, spiega la giornalista, calcolando il 30% dello Smic, il salario minimo per i lavoratori.
Purtroppo l'iniziativa legislativa è stata un po' "mutilata": prima prevedeva anche l'istituzione di un Registro degli stage, che avrebbe dovuto raccogliere informazioni dettagliate sul tipo di tirocinio e sullo stagista. Peccato, perchè anche questa è proprio una delle proposte che questo blog cerca di spingere. E peccato anche che la cifra stabilita come "salario minimo" sia tanto bassa: certo, con 400 euro al mese si fa ben poco, in Francia come in Italia.
Però la notizia è importante comunque, anche se i francesi si aspettavano di più: perchè vuol dire che qualcosa si muove. La politica, almeno oltralpe, ha capito che una situazione così iniqua non si può più tollerare: che gli stagisti vanno tutelati, affinchè non possano più essere sfruttati.

(Un grazie particolare alla Stagista al contrario per avermi segnalato la notizia)

17 commenti:

Eleonora Voltolina ha detto...

Ciliegina sulla torta: sul sito del Sole 24 Ore hanno avviato un sondaggio online, chiedendo "LO STAGE VA RETRIBUITO PER LEGGE ANCHE IN ITALIA?".
Indovinate un po'. Solo uno striminzito 8% (nel momento in cui scrivo) risponde "No, perchè lo stage è prima di tutto un momento formativo e di orientamento e guadagnare non è il suo obiettivo".
La schiacciante maggioranza, 92%, risponde che lo stage va assolutamente retribuito. E per un 30% che motiva la sua risposta affermando che lo stagista "riceve formazione ma porta anche un contributo all'azienda che lo ospita", vi è addirittura un 60% che afferma esattamente quel che si dice da mesi su questo blog. E cioè che "in molti casi lo stagista svolge un lavoro vero e proprio e ci sono aziende che fanno un uso improprio di questo strumento".
92% contro 8% (e siamo sul sito del Sole 24 Ore, non su quello dell'Unità!). Con queste proporzioni, in Parlamento, saremmo a cavallo...
Se adesso avete la curiosità di andare a vedere il sondaggio coi vostri occhi, e magari anche votare, ecco qui il link:
http://www.ilsole24ore.com/fc?cmd=sondaggio
&chId=30&sezId=8720&id_sondaggio=3009
(Ho spezzato perchè altrimenti l'indirizzo non risulta visibile dall'inizio alla fine).
Ciao a tutti,

Eleonora

Anonimo ha detto...

Avevamo da un po letto di questa idea francese.

La cosa interessante di questa legge francese è il riferimento a stage "superiori ai 3 mesi".

Certamente una legge del genere - fatta in questa maniera - porterebbe più danni che altro.

Non si può infatti pensare di lasciare 3 mesi di stage liberi, e il resto no: cosi si penalizzano alcune professioni che necessitano di tempi maggiori x essere apprese, e se ne favoriscono altre + facili e routinarie; si incentiverebbe insomma l'uso dello stage nei lavori di + basso livello cosi, sfavorendone l'uso per lavori maggiormente qualificati, complicando l'accesso al mondo del lavoro dei ragazzi.

Si sfavorirebbe anche l'occupazione reale poichè alcuni imprenditori - avendo una cifra fissa da pagare ai ragazzi - sarebbero incentivati ad allungare gli stage piuttosto che contrattualizzarli a cifre superiori.

Poco sensata anche l'idea di escludere il fortissimo settore pubblico francese da questo regolamento - doveva essere il primo interessato. Ma da un paese da sempre statalista come la Francia non ci si poteva aspettare troppo di più.

Capitolo Lista delle Convenzioni: scopriamo l'acqua calda, in italia queste liste - che non sono anagrafi o registri stile anni 50 - ci sono da molto tempo presso ogni singolo soggetto erogatore e intermediario.

E' la tipica legge ad personam dello Stato francese verso se stesso.

@eleonora
http://www.ilsole24ore.com/fc?cmd=sondaggio&chId=30&sezId=8720&id_sondaggio=1749&canale=&azione=voto&vedi_comm=false&id_risposta_1789=2172

Ricorda sempre che definire queste cose come dei "sondaggi" è quantomeno fuoriluogo - definiamole "intrattenimento" che forse diciamo una cosa maggiormente reale.

Per il resto, devi tenere conto in maniera forte di un importante fattore che forse ignori o consideri poco: la maggior parte delle grandi imprese italiane storiche - da fiat a della valle, e via dicendo - hanno proprietari che di matrice mentali sono di sinistra - moderata si intende.

Questo ha permesso di dare forza hai sindacati e di avere per tutte queste imprese per molti anni sovvenzioni statali con le quali sono campate - sarebbero altrimenti alle volte anche fallite.

Le idee dei lettori del IlSole24Ore sono spesso quelle di questi impreditori - la tendenza è storicamente di sinistra moderata. Con ciò si spiega natuaralmente un no ai metodi di grillo, e un si alle cose relative al sondaggio a cui tu fai riferimento, con una sempre logica divisione tra 2 tipologie di si ben diversi tra loro.

Queste persone - purtroppo o per fortuna che sia - non rappresentano però, se non in piccola parte, l'italia delle imprese, in particolare quella delle pmi - 97% del totale, anche se nel tempo stanno tendendo a quello.

Pochi di questi direbbero si alla retribuzione dello stage, come ad altre misure vessatorie che hanno dovuto accettare di recente a livello di tasse, e che in alcuni casi li hanno costretti a delocalizzare molte delle loro attività in paesi europei che, al contrario dell'italia, e della francia, favoriscono il reddito di impresa, i liberi professionisti, e la libertà di pensiero, e di espressione in genere.

Dovremmo sapere tutti un po meglio cosa c'è sotto, prima di lodare o denigrare qualcosa.

:-)

Un abbraccio

Eleonora Voltolina ha detto...

"misure vessatorie" la retribuzione di uno stage?
Io modererei la terminologia... ;-)

Anonimo ha detto...

@eleonora
Non ci sembra proprio ... tutte le misure che vengono imposte dall'alto per favorire il comparto pubblico e colpire le imprese, e tutte quelle che non si sono generate naturalmente nel mercato del lavoro a nostro parere sono vessatorie ...

;-)

Eleonora Voltolina ha detto...

Ribadisco: pagare gli stagisti non mi sembra affatto una misura "vessatoria". Nè credo abbia senso affermare che "favorisca il comparto pubblico": perchè naturalmente io non sono d'accordo a che le pubbliche amministrazioni siano esentate da questo obbligo!
E' naturale che secondo me TUTTI, enti e aziende, pubblici o privati che siano, dovrebbero essere tenuti a pagare tutti i loro lavoratori. Tra cui ci sono anche gli stagisti.
Lavoratori forse meno esperti? Può darsi (non sempre). Ma sempre in grado di procurare un (piccolo o grande che sia, non importa) guadagno all'azienda.

CHICCO MERDEZ ha detto...

Ma dai, ele, i prime hanno ragione...
cazzu cazzu, iu iu...
Questi stagisti che pretendono di essere anche pagati ci hanno rotto i co....ni! E basta con tutto questo sindacalismo (moderatamente) di sinistra, che non tiene conto delle necessità delle pmi! Ma insomma, io piccolo-medio imprenditore vessato da questo stato tentacolare, da questo governo ladro, ma come ca55o faccio a regalare il porsche a mio figlio se ora mi metto a dare i soldi anche a questi accattoni degli stagisti? 'ntu culu!!
I have no dreams!!!

Eleonora Voltolina ha detto...

Chicco, no! Non dire "I have no dreams", mi fai male.
Tanto so che in realtà ne hai ancora. E' solo che sei scoraggiato. Anche a me talvolta scoraggia questo mondo del lavoro. Mi scoraggiano i (per fortuna pochi) personaggi che la pensano come quelli che si firmano Prime. Gente convinta (magari addirittura sinceramente!) che non sia un problema che i giovani vengano sfruttati e sottopagati. Che non sia un problema che i cervelli migliori fuggano all'estero. Che non sia un problema che una cassiera svizzera guadagni il doppio di un giornalista o un pubblicitario o un avvocato o un architetto italiano al primo contratto!
Mi viene tristezza pensando a quanto poco l'Italia investa sui suoi giovani, a quanto poco li tuteli.
Però poi mi incazzo. Perchè è anche vero che questa situazione non si è creata dal nulla. Si è stratificata in decenni di strapotere dei sindacati, che hanno imposto alle aziende vessazioni (qui la parola è corretta) sempre più assurde, portando il Paese alla paralisi. Un mercato del lavoro dove chi è assunto a tempo indeterminato è in pratica illicenziabile, è malato. Un Paese dove negli ultimi vent'anni l'aspettativa di vita delle persone è cresciuta di 10 anni e invece l'età pensionabile è rimasta INVARIATA, è malato. Un Paese dove chi perde il lavoro si dispera, specialmente se ha più di 50 anni, perchè è obiettivamente difficilissimo trovarne un altro, è malato.
Quindi, io sono talvolta triste e sconsolata ma ho sempre voglia di combattere.
Questa situazione va cambiata e siamo noi trentenni che dobbiamo prenderla in mano. Chiedendo, anzi esigendo, una redistribuzione più EQUA dei vantaggi e dei privilegi: per uscire dal baratro di quello che Pietro Ichino ha definito il "mercato del lavoro duale" che vede tutti i "vecchi" lavoratori ipertutelati da contratti assurdamente chiusi. E tutti i "giovani" lavoratori ipersfruttati da forme contrattuali prive del più semplice buonsenso, per esempio di tutele in caso di malattia o di maternità!
Non smettiamo di sognare. Cambiamola, questa cazzo di Italia. E scusate il francesismo, ma quando ce vò ce vò.

Anonimo ha detto...

@chicco
speriamo che i tuoi "dreams" non siano uno stipendio - opzionale - da stagista. Sarebbe molto triste amico mio.

@eleonora
It's your opinion, per carità. D'altro canto tutti noi sappiamo il male - e il bene - che possono fare i giornalisti quando hanno delle idee in testa fissate con dei chiodi.

Per il resto:
- sei non sei in accordo che il pubblico sia esentato da questa legge francese, vuol dire che se la sostieni non hai capito molto purtroppo dei motivi per i quali viene fatta realmente. Sei una giornalista, se vuoi indagare e capire, non ti fermare alle apparenze.

- gli stagisti non sono lavoratori, ma personale in stato di formazione - come ben sai - nel quale l'azienda investe soldi, e il più delle volte capace di creare, nel periodo dello stage finchè non ancora formato, + danni che altro in azienda. In particolare quando arrivano convinti di conoscere un lavoro.

:-)

- non ti scoraggiare per i molti che la pensano come noi: per renderti conto di quanti sono dovresti per un po iniziare a cambiare circoli di frequentazione, ti aiuterebbe probabilmente a capire molte cose, come ha aiutato noi frequentare tanti stagisti e lavoratori flessibili di ogni luogo per capire meglio che la precarietà sta + nella mente del giornalista e della casta politica a cui appartiene che nella mente del lavoratore, il quale ha spesso scelto lui di essere flessibile poichè la cosa risultava utile e conveniente per tante ragioni.

- quante volte sei stata in vita tua in svizzera? Sarebbe curioso saperlo visto il non senso di ciò che scrivi sulle cassiere locali.

- i cervelli migliori fuggono all'estero perchè qui non si favoriscono flessibilità e ricerca, torneranno appena tutto sarà messo a posto.

Però fa piacere vedere che citi Ichino e che scrivi cose alla fine più vicine al sentore comune, forse alla fin fine qualche ragionamento sensato lo fai - ma lo sapevamo, altrimenti non ti avremmo mai scritto.

Hai solo perso la retta via, ma la ritroverai da sola quando vorrai.

:-)

Un abbraccio.

Eleonora Voltolina ha detto...

Cari Prime,

anche le citazioni bibliche tipo "Hai perso la retta via" le lascerei stare....

CHICCO MERDEZ ha detto...

@ prime:
il mio stipendio è mensile regolare e a tempo indeterminato, mi dispiace deludervi...
Speriamo invece che i vostri stagisti abbiano "dreams" di stipendio - non opzionale - da paese civile. Sarebbe molto carino amici miei.
;-)

Anonimo ha detto...

@eleonora
Forse non hai letto bene il nostro blog, ma non è una colpa per carità ...

:-)

@chicco
Se tu sei felice cosi della tua grande conquista socio-economica, è un bene per te e per chi ti sta vicino.

D'altro canto, come si dice in certe parti ... "ogni scarrafone è bello a mamma sua" ... giusto?

;-)

Un abbraccio

Anonimo ha detto...

Cari tutti,

certamente questa iniziativa francese è molto importante. Vorrei comunque fare una precisazione sulla situazione francese (perchè sì, ci ho vissuto in Francia, fino allo scorso anno). Il concetto di stage in Francia non è equiparabile a quello che si ha dello strumento in Italia.
Lo stage francese è per antonomasia rivolto agli STUDENTI, neo diplomati o neo laureati non oltre il 30 settembre successivo all'anno di conseguimento della laurea:

per chi capisce il francese queste sono alcune fonti

http://www.passinformatique.com/
50-entreprise/10-40-30_fiche-2.asp

http://www.stages-alsace.net/
information/legislation.html

Una cosa da notare secondo me è anche la diversa concezione che in Francia si ha dell'ente promotore.
Un esempio pratico: in Italia un'azienda propone uno stage, il giovane vi si reca per capire in che modo verrà attivato il suddetto e si sente dire: "la nostra azienda ha degli accordi per promuovere stage con l'ente x".
In Francia invece la situazione si capovolge: l'azienda chiama il giovane, propone lo stage e chiede "ma lei ha già un ente promotore che farà da terzo soggetto della convenzione di stage?". Se il giovane non ce l'ha (come non ce l'avevo io quando ho provato, perchè non avendo studiato in francia non avevo l'università dalla mia) rimane nella maggior parte dei casi a piedi.

Bizzarro vero? Questo comunque dimostra che in Francia si può parlare in termini un pò più seri di stage come momento formativo importante per il giovane.

Ultima cosa: parlando con il mio ex-coinquilino francese, che ha 26 anni e ha iniziato a lavorare subito dopo la laurea e uno stage organizzato dall'università, ho avuto molte difficoltà a fargli capire cosa qui si intende per stage. La sua risposta è stata questa (citò pari pari dalla mia cronologia di MSN):
"c'est bizarre, en france les stages c'est uniquement pendant que tu fais tes études, apres quand tu trouves c'est toujours un CDD avant un CDI".
Tradotto: "è davvero strano, in Francia lo stage esiste solamente nell'ambito degli studi, dopo quando trovi (un lavoro, ndr) è sempre un CDD (tempo determinato) che si traduce poi in CDI (tempo indeterminato)."

Ecco, mi sembra che questo basti a spiegare il tutto...

ancora ciao! :)
Alice

Anonimo ha detto...

@alice
diciamo che è una visione diversa dello stage. Quella italiana sembra + corretta in questo senso, per i ragazzi con il metodo "italico" ci sono certamente maggiori possibilità di trovare lo stage.

Per il tuo amico ... è francese, ed è abituato a vivere nello stato probabilmente maggiormente statalista d'europa e non solo ... e questo spiega tutto.

;-)

Un abbraccio.

Anonimo ha detto...

Prime, peccato che lo scopo dei giovani italici (come di quelli del resto del mondo) non sia quello di trovare uno stage, ma un lavoro.

Preferirei poterla vedere come il mio amico francese...

ciao!

Eleonora Voltolina ha detto...

In effetti, la normale prospettiva di una persona che ha finito l'università e magari ha fatto anche un corso postlaurea è quella di cercare un lavoro e cominciare a guadagnare.
Non credo che ci possano essere dubbi!!

CHICCO MERDEZ ha detto...

@ prime:
Di questi tempi, uno stipendio regolare e a tempo indeterminato può essere a ragione definito una grande conquista economica.
Bravo! La prima cosa sensata che ti vedo scrivere, caro il mio ingegn(i)ere!

;-)

Anonimo ha detto...

@alice & eleonora
lo scopo dei giovani italici non è trovare un lavoro, ma realizzarsi professionalmente - e la differenza è notevole tra le 2 cose.

@chicco
veramente era una battuta ... sigh ... ma forse anche la tua di ora giusto?

;-)