martedì 25 marzo 2008

STAGE ALL'ESTERO - METTIAMO PER UN ATTIMO IL NASO FUORI DALL'ITALIA

Mi scrive Gabriele dall'Israele: «Se un neolaureato manda in giro il suo curriculum, le aziende che lo contattano non gli propongono mai di fare lo stagista! Se possono assumere, propongono contratti di lavoro veri: altrimenti niente. E non esistono datori di lavoro che abusano dello stage: non ci sono stagisti, cioè, tra segretarie o commessi. Il mercato del lavoro israeliano è molto flessibile, come quello americano. Le aziende non hanno bisogno di assumere "a stage" perchè non hanno problemi a licenziare la gente quando vogliono. D'altra parte offrono lavori veri perchè nessuno andrebbe a lavorare pagato come uno stagista quando potrebbe guadagnare di piu' facendo il cameriere o il barman».
Gli fa eco Consuelo dalla Spagna: «Gli stage esistono,
si chiamano "practicas" e sono per lo più utilizzati da chi sta ancora studiando. Quasi sempre li fanno gli studenti d'estate, alcune aziende li propongono come periodi di prova (retribuiti miseramente) per poi assumere. Ma non hanno quasi peso nel mercato del lavoro spagnolo. Lo stage "made in Italy", sei mesi e poi fuori, qui non esiste. In Spagna fa curriculum il lavoro: lo stage non viene preso molto in considerazione, è più una cosa da studenti universitari».
Infine, una notizia dalla Germania: il ministro del Lavoro Scholz ha proposto qualche giorno fa di introdurre l'obbligo di pagamento degli stage per i laureati. (Proprio la proposta che io lancio da questo blog!)
Il dibattito è aperto. Qualcuno di voi ha mai fatto stage all'estero, o conosce la situazione dello stagismo in qualche altro Paese? Ogni contributo al dibattito sarà prezioso!

8 commenti:

Mimi ha detto...

una mia amica, Lucia, sta preparandosi al colloquio per uno stage nel marketing di Dior cosmetici, a Parigi. La pagherebbero circa mille euro al mese.
Andrea, che hai già intervistato, ha fatto uno stage a New York presos l'agenzia di stampa Emc, credo lo pagassero circa 500 dollari, ma ti darò conferma. Mi informo anche con mia cugina che ha fatto uno stage al Vaticano (pur sempre estero!) e uno in Cina

Anonimo ha detto...

@mimi
Vaticano ... ma limitati ...

:-S

@eleonora
Israele è l'esempio corretto, non scherziamo, come gli USA del resto.
Se ci fosse minore rigidità nel mercato del lavoro, se epifani non fosse il nostro "premier occulto", allora probabilmente ci sarebberoi davvero molti meno stagisti.

Staremo a vedere.

:-)

Eleonora Voltolina ha detto...

Non credo che si possa parlare di esempi "corretti" o "scorretti" a piacimento! Tutte le testimonianze hanno il medesimo valore: non considero certo quella di Gabriele dall'Israele più significativa di quella di Consuelo dalla Spagna.

Anonimo ha detto...

Non ho fatto sage all'estero ma le notizie che hai postato sono giuste: da molti amici partiti per la Spagna per l'Erasmus ho avuto le stesse informazioni. Lo stage è visto come un tipo di esperienza universitaria o come chiusura di un corso, di una serie di lezioni. In ogni caso è una cosa legata ad un processo di formazione.
Le mie esperienze, in Italia, sono un po' diverse...ne parlo proprio nel mio ultimo post (sob).

Eleonora Voltolina ha detto...

Cara Raffa,
grazie mille per l'intervento! In effetti la situazione italiana purtroppo è particolarmente spinosa e difficile per quanto riguarda gli stage e, più in generale, il lavoro per i giovani.

Ai lettori faccio presente che "Raffa" è Raffaella R. Ferré, giovane autrice del libro "Santa Precaria" pubblicato da Stampa Alternativa.

Anonimo ha detto...

Ciao Ele,
io ti posso portare l'esempio della Francia, di cui avevo già parlato sul tuo blog...
Là lo stage è un momento formativo strettamente legato agli studi,tant'è che viene richiesto come requisito imprescindibile quello di godere di una convenzione con l'università o un ente formativo. Cioè non esiste la pratica molto usata in Italia dell'azienda che fornisce lei stessa la convenzione allo stagista. Gli stage che ho fatto in Italia infatti non sono mai stati coperti dalla mia università, bensì da altre istituzioni pubbliche che si occupano proprio di finanziare gli stage.

Comunque per tornare alla Francia, come tu sai, lo strumento stage è molto utilizzato ma viene offerto solo a studenti o neo laureati. E' impensabile che un laureato con precedente esperienza che cerca un nuovo lavoro debba passare per la tappa dello stage prima di essere assunto. Un giovane in una situazione simile male che vada si vedrà proporre un CDD (il nostro agognato tempo determinato).

Anonimo ha detto...

Approfitto di questo spazio, seppure relativo agli stage all'estero, per sapere se qualcuno di voi ha fatto uno stage in Ducati Motor Holding e eventualmente cosa ne pensa...grazie a chiunque vorrà rispondere!

Anonimo ha detto...

Comunque giusto per rimanere in tema Ducati...stage di 6 mesi, nessuna speranza di assunzione, il tutto a 400 euro al mese...