Il contratto di stage prevede una grande libertà di risoluzione del rapporto, sia da parte del datore di lavoro sia da parte del tirocinante.
Ciò vuol dire che non c'è bisogno di dare nemmeno un giorno di preavviso per smettere di fare uno stage: se uno stagista non si trova bene, se si accorge che il suo lavoro è far fotocopie tutto il giorno o che quello che dovrebbe essere il suo tutor è desaparecido, se durante lo stage riceve un'offerta di lavoro migliore, può interrompere lo stage in maniera immediata. E non c'è neanche bisogno di spiegare al datore di lavoro la motivazione.
Fuggire dallo stage può essere spesso la scelta giusta, anzichè attendere - frustrati e demotivati - la scadenza "naturale" del contratto per una sorta di malinterpretata "coerenza" o "correttezza" nei confronti del datore di lavoro.
Una giovane e brillante neolaureata ha lasciato qui, qualche tempo fa, la sua testimonianza: presa con contratto di stage per lavorare nell'ufficio marketing di un'azienda dolciaria di un certo rilievo, si è ritrovata a fare un lavoro di segreteria in ambito commerciale. Le sue mansioni erano: telefonare ai clienti, raccogliere gli ordini, trascriverli in una tabella. Un lavoro ben diverso da quello che le era stato prospettato alla firma del contratto (il progetto formativo, come ben si sa, troppo spesso è un pro-forma senza alcuna valenza concreta): un lavoro che palesemente veniva affidato a lei, stagista, per evitare di prendere un dipendente. Un lavoro che non la soddisfaceva, e che sopratutto non rispecchiava le sue competenze acquisite con l'università e con lo stage precedente.
La ragazza ha mollato lo stage dopo una settimana, e ha accettato un'offerta di lavoro ben migliore. Ha rischiato, ed è stata ripagata.
Non bisogna mai diventare vittime del mercato del lavoro. Lo stage per tanti versi è uno strumento che permette alle aziende di sfruttare i giovani: ma proprio perchè non dà garanzie, non ne chiede. E quindi anche gli stagisti hanno un'arma in mano: quella di andarsene da un giorno all'altro, senza dover dare spiegazioni, cogliendo al volo un'offerta migliore.
sabato 19 aprile 2008
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22 commenti:
Eleonora, continuo a fare il tifo per te e per il tuo blog e per i tuoi progetti. Avessi avuto a suo tempo le informazioni che mi dai tu oggi, sarei riuscita a vivere meglio la mia condizione di stagista. Come ho cercato di raccontare anche nel libro spesso gli stagisti sono penalizzati dal non riuscire ad inquadrare a pieno il loro ruolo, reali diritti e doveri. Allo stesso tempo, nelle aziende, si gioca molto sul far sentire "indispensabili" gli stagisti...
:)
brava Ele! Spero che in tanti leggano questo post e capiscano che lo stage non deve per forza essere vissuto come un passaggio OBBLIGATO e OBBLIGATORIO. Può essere una buona opportunità e come tale va sfruttata, ma rimanendo sempre coi piedi per terra e senza paura di abbandonarlo per occasioni migliori! Il coraggio paga ;)
baci!
Alice
Heilà Eleonora,
quindi, non mi giri alcun feedback?
Cioè le aziende, di fronte al tuo impegno e alla tua azione, che tipo di reazione stanno avendo (se ne stanno avendo una...)?
Non cercano un'interazione con chi sta smuovendo le acque?
Knight
non credo che le aziende siano interessate a sviluppare un'interazione..che profitto ne avrebbero???hanno dalla loro tutto l'interesse a mantenere la situazione attuale: possibilità di avere dipendenti a costo zero!!
Diciamo che è una piccola consolazione, ma la disparità di "potere", tra le due parti, è assai assai più che enorme. E l'uso dello stage è 9 volte su 10 un vero abuso (nonché palese stupidità).
In effetti, quando ho avviato l'iniziativa "La Lista dei Buoni" alcuni frequentatori birichini hanno tentato di farmi un po' di terrorismo psicologico, dicendomi che avrei addirittura subito querele da parte delle aziende.
Io ho proseguito dritta per la mia strada; e in realtà, tutto ha taciuto e tace. In questi mesi nessuna azienda mi ha contattato, nè per lamentarsi nè per chiedere di essere segnalata come "virtuosa". Credo che abbia ragione l'Anonimo: probabilmente non conviene avere rapporti con chi smuove le acque, perchè ogni interazione sarebbe al contempo anche un riconoscimento e quindi comporterebbe un aumento di visibilità.
Insomma, per ora le aziende - quelle buone e quelle meno buone - se ne stanno allineate e coperte.
Eppure a me piacerebbe che quelle virtuose si facessero avanti. Che mi chiamasse qualche amministratore delegato, qualche direttore del personale, per segnalarmi: "Guarda che noi gli stagisti li trattiamo bene, vieni a vedere, te lo dimostriamo". Se volete lancio un appello.
;-)
Io vorrei dire la mia.
Mi chiamo Giovanni, 30 anni ad agosto. Laureatomi a 25 anni in giurisprudenza (voto 105) ho cominciato uno stage in un'emittente televisiva. Nè tutor, nè rimborso spese, solo sfruttamento più infimo: 6 mesi a far fotocopie e a spostare i mobili dallo studio delle direttore. Poi, dopo i sei mesi, mi hanno preso in un altro giornale: un mese di stage questa volta (chiaramente gratis, anzi mi dicevano che gli avrei dovuti pagare io per l'esperienza che stavo facendo). Poi, sono entrato come redattore ordinario. Stipendio mensile: 150 euro per 13-14 ore al giorno di lavoro (contratto inesistente, figurando come socio della coperativa). Dopo un anno e mezzo di questa vita bella per il tipo di mestiere (ma di cacca per tutto il resto) ho inviato curriculum in altri giornali. Mi ha preso un quotidiano di Milano, per fare cosa? Un altro stage!!!!!!! Questa volta di sei mesi, pagato 400 euro al mese, con tutor (ne so più io di lui, visto che facciamo sto mestiere dagli stessi anni) e tutto il resto previsto dalla legge e soprattutto dal buon senso. Ora mi trovo qui, mi mancano un mese e mezzo per finire sto stage e già sento puzza di rinnovo stage. Non di contratto, ma di rinnovo stage. Ma dico io: quante volte ancora dovrò fare questi maledettissimi stage?? Sono stanco, non ho più 25 anni, ne ho quasi 30 con 7 anni di esperienze alle spalle (2 anni prima della laurea 5 dopo).
Giovanni, hai tutta la mia solidarietà: io sono in una situazione simile, ta tv e giornali e settimanali e ne ho passate un bel po', tanto che ci ho scritto un libro.
Tieni duro e se ti va passa a trovarmi.
In realtà gli stagisti hanno anche un altro potere: finire lo stage tappandosi il naso e usufruire del nome della grossa azienda per cercare lavoro. Fa curriculum e in assenza di altro da fare, tanto vale finirlo. Voglio dire, da professionista delle HR, se si presenta questa ragazza al colloquio e mi dice di aver lavorato nel reparto marketing dell'azienda dolciaria e aver acquisito un elenco di competenze, ci posso credere. Se non me lo dice lei, difficilmente potrò sapere che lo stage è consistito in un lavoro da segretaria ;)
Ottimo successo della ragazza che ha lasciato ma in caso non ci fossero altre prospettive all'orizzonte... tanto vale sfruttare il nome dello sfruttatore ;)
@eleonora
La tua idea rimane perdente, perchè è una idea precaria.
Nessuno ti ha mai detto che è un'idea stupida, perchè non è stupida, anzi, fa capire che sei intelligente.
Per questo ancor + fa male vedere la tua intelligenza sprecata.
Fare qualcosa di precario è fare qualcosa di inutile.
Le cose che scrivi sono cose che ogni persona con un minimo di raziocinio sa già, e si sente il bisogno di raccontarle da parte tua perchè la tua vision è basata su assunti, idee e preconcetti su stage e mondo del lavoro flessibile sbagliati alla radice.
Per noi, certo, ma anche per gli italiani, che si sono espressi chiaramente su quel che cercano.
Oggi non sono queste idee come le tue ad essere vicine al pensiero dei giovani, ma sono quelle della Lega ad incontrare il mondo concreto.
D'altro canto, anche il migliore tra noi, partendo da degli assunti sbagliati, direbbe comunque cose sbagliate.
Spesso ti abbiamo indicato in vari tuoi post tutti gli errori di principio che fai, e continueremo a farlo, perchè sempre + convinti del potenziale danno che idee come le tue possono creare nella mente di ragazzi sprovveduti.
Le parole dell'Anonimo che ci racconta della sua equazione: "stagisti=Dipendenti a Costo Zero", oppure le successive parole di "todomodo" sono uno degli esempi + classici in grado di rappresentare le idee tipiche del tuo pubblico.
Non ci sembrano visioni moderne, e neppure molto utili - sono solo visioni precarie.
Le aziende non ti contattano proprio perchè un "servizio" tipo il tuo non è ne utile ne dannoso, è neutro, cioè non utile.
Chiamare poi a dimostrare qualcosa - del quale non si capisce perchè lo si dovrebbe dimostrare - ad una persona cosi piena di preconcetti a cosa potrebbe servire per l'azienda? Qualsiasi cosa si dicesse, il tutto sarebbe come al solito preso e rigirato come al solito ad uso e costume della propria vision del mondo del lavoro.
La mancanza di realismo e di visione oggettiva risulterà perciò in questo caso cruciale.
@federico
L'errore di base insito nel tuo comportamento, che ti ha portato a vivere lo stato in cui sei stato - del quale ci dispiace - del quale però sei anche tu corresponsabile, è stato ampiamente descritto da noi in alcuni post passati.
Puoi fare riferimento a quelli.
@bloglavoro
Molto corretto e pertinente. Un caso tipico di quel che spesso succede - peccato che elly ci parli sempre del dramma dello stage, invece che dei molteplici vantaggi che questo stesso può portare.
:-)
Un abbraccio
Caro Giovanni,
grazie mille per essere passato a raccontare la tua esperienza. Purtroppo il mondo del giornalismo, come ho già avuto modo di raccontare in un paio di post in passato, è uno dei più difficili. I giornali sono in crisi, vendono sempre meno, sono sempre più insidiati dalla concorrenza della tv e del web. Quindi ormai la prassi è utilizzare lo stage in maniera massiccia. Il particolare che però mi colpisce di più, relativamente al tuo commento, è la tua esperienza da redattore ordinario "mascherato" da socio di cooperativa, per la quale percepivi 150 euro al mese. Non hai mai pensato a rivolgerti all'Ordine dei giornalisti? In teoria, sarebbe nato proprio anche per proteggere i giornalisti (anche quelli non ancora iscritti) da questo genere di abusi.
Fatti sentire, spero di leggerti di nuovo qui sul mio blog! Oppure puoi anche scrivermi: eleonora.voltolina@gmail.com.
Ciao!
Una piccola precisazione per Bloglavoro: la ragazza che ho citato nel post aveva già un importante stage nel curriculum, 6 mesi presso l'azienda leader mondiale del mercato nel settore dolciario-alimentare. Questo purtroppo non ha impedito, quando si è rimessa a cercare lavoro al termine dello stage, che le ri-proponessero un altro stage di 6 mesi in un'azienda dolciaria medio-piccola.
Questo per dire che anche una buona esperienza sul curriculum non spinge le aziende a proporti qualcosa di più serio: se sei giovane e laureato da pochi anni, tendono quasi sempre a proporre uno stage "per cominciare", anche se hai già esperienza. Come dimostra, del resto, anche la testimonianza di Giovanni in ambito giornalistico.
Un'ultima cosa: la ragazza avrebbe potuto, è vero, farsi i 6 mesi di stage nell'azienda medio-piccola, continuare a svolgere le mansioni di segretaria, e nessuno l'avrebbe mai saputo. Ma lei sarebbe stata frustrata, demotivata e in sostanza infelice per 6 mesi. Il gioco valeva la candela? No. Secondo me ha fatto bene a giocare tutte le carte per fuggire il prima possibile da quello stage farlocco.
Eleonora
Heilà mademoiselle,
vedo che questo blog è molto frequentato,
i prime sono piuttosto pungenti e precisi, ma vedo che tu rintuzzi sempre...
Comunque, accostandomi a questo blog per vie indirette, mi rendo conto che il problema degli stage è veramente diffuso.
Tuttavia, nella parzialità della mia esperienza personale, gli stagisti sono gestiti in modo
abbastanza corretto e quando esistono le condizioni vengono confermati.
Però mi rendo conto che la situazione è grave.
bye e buon week end lungo a tutti
Caro Knight
e quale sarebbe la tua esperienza personale? Raccontacela se ti va!
sono rimasta piacevolmente sorpresa dalla tua visita e dal conseguente scoprire questo tuo blog, se vuoi facciamo uno scambio di link.
nel merito del tuo blog, il contributo o testimonianza che potrei portare riguarderebbe il confronto con l'estero: ho lavorato molti anni nei paesi anglosassoni in posizioni temporanee e in linea di principio non trovo scandalose queste tipologie di contratto, che almeno offrono l'occasione di farsi valere.
nella comparazione noto un paio di lievi differenze. la prima è il compenso, che a Londra o New York è circa il doppio di quello che riporti mentre il costo della vita è circa il 50 per cento superiore, quindi a conti fatti conviene qui.
mi spiego: rispetto a Milano, dove per nostalgia ho provato a tornare l'anno scorso, con l'affitto ormai siamo lì... quanto agli alimentari, non si spende molto di più se si ha l'accortezza di fare la spesa nei supermercati più convenienti e non si hanno enormi pretese su olio di oliva e parmigiano. quello che invece è una stangata sono i trasporti pubblici: a Londra costano praticamente il quadruplo rispetto a Milano, dove al confronto sono quasi gratis, e questo pesa moltissimo sulle tasche di chi si muove non tanto per divertimento bensì per andare a lavorare.
ripeto che tutto sommato conviene qui con compensi doppi rispetto ai 700 euri della tua media milanese, ma attenzione che l'equivalente di 200 se ne vanno in metro e bus! :(
Cara Miss Welby
sono molto contenta che tu sia passata di qui e abbia lasciato la tua testimonianza sul paragone Milano-Londra rispetto a costo della vita e mercato del lavoro.
Naturalmente accetto con piacere la tua proposta di scambio di link, ti aggiungo subito tra i miei Siti Amici.
Per quanto riguarda il tuo commento, vorrei chiederti qualche precisazione.
Quando tu parli di "tipologie di contratto temporanee", ti riferisci allo stage in particolare o - più in generale - a tutti quei contratti atipici, a progetto etc, che hanno una durata limitata?
Perchè su questo blog, pur parlando (ovviamente! altrimenti avremmo i paraocchi) anche di questi ultimi, ci concentriamo più che altro sugli stage.
E qui parto subito con la seconda domanda: nella tua esperienza a Londra e a New York, hai incontrato molti stagisti? Cioè ti risulta che aziende, uffici, agenzie abbiano l'abitudine di prendere tirocinanti (laureandi e/o laureati) senza pagarli, o pagandoli pochi spiccioli?
Da quel che mi han detto altri amici "emigrati", in US e UK lo stage è davvero un'eccezione, viene usato solo in posti extra-upperclass (v. Casa Bianca...) e solo da chi è ancora studente e sta completando la sua formazione universitaria.
Un esempio terra terra: io e un'amica ci siamo laureate insieme, entrambe con massimo dei voti, nel 2004 alla Sapienza. Lei ha preso un aereo ed è volata a Londra, dove ha subito trovato un lavoro che le ha permesso di mantenersi completamente da sola e di fare addirittura una piccola carriera nel campo delle pubbliche relazioni. Io sono rimasta in Italia, e mi sono dovuta poppare ben 4 stage...
Tu che ci puoi dire in proposito? Hai qualche esperienza di stage "all'anglosassone", diretta o indiretta? Spero che ripasserai presto su questo blog per darci ulteriori "dritte" su come funziona il sistema Oltremanica e/o Oltreoceano!
Ciao e a presto, intanto: buon 25 aprile.
Eleonora
no, hai ragione, io mi riferivo in generale al mondo del lavoro precario, temporaneo, mentre questo tuo blog è particolarmente focalizzato sugli stage.
e allora il mio consiglio londinese è questo: http://www.w4mp.org/
stage per stage, tanto vale farlo in un ambiente prestigioso. pagano una fesseria, addirittura in certi casi non ti pagano e soltanto ti rimborsano i trasporti, però per chi è motivata a una carriera (e ha dietro i genitori a sostenerla finanziariamente) converrai che uno stage al palazzo di Westminster, il parlamento britannico, sul tuo CV dovrebbe fare una migliore impressione rispetto a un'esperienza come stagista in una fabbrica di galline.
dico "dovrebbe" perché i manager italiani sono talmente miopi che manco sanno cos'è Westminster. ma puoi capire quanto conti invece: lavori gratis, vabbe', ma fai la ricercatrice per un parlamentare, praticamente gli scrivi tu le interrogazioni e le proposte di legge, e/o gli tieni i rapporti con il collegio elettorale. roba importante in un CV, che poi a un bieco imprenditore leghista italiano non gliene può fregar di meno, ma l'Italia è terzo mondo...
ah!, avvertenza: su quel sito non perdete tempo con le offerte del Labour perché il loro statuto vieta impiegare cittadini non-britannici. provateci casomai con i Conservarites che non avrebbero tale restrizione (paradossalmente).
infine, buon 25 aprile a te. come saprai, purtroppo un paio di nazistoidi friulani l'hanno rovinato ai radicali con un editoriale delirante. triste vicenda... molto più bello fu il 25 aprile dell'anno scorso quando prendemmo "in prestito" (leggi: esproprio proletario!) un carrello dell'esselunga per sfilare in manifestazione con un tavolo ambulante. peccato tu non ci fossi.
PS: una sottigliezza irrilevante, ma alla mia vecchia IBM ci tengo: c'è un errore di stOmpa dove la riporti nel tuo elenco.
ah!, e circa NY, il mio stage fu alle Nazioni unite, ma lì è un capitolo a parte che riguarderebbe non tanto il compenso quanto la frustrazione di tante giovani speranzose animate dalle migliori intenzioni che scoprono ritrovarsi nel diplomatico mercato delle vacche e invecchiano in men che non si dica: arrivano dall'Africa entusiaste in vestiti coloratissimi e dopo poche settimane sono tutte depresse in tailleur grigi.
se ho dimenticato qualcosa nel risponderti perdonami ma nei prossimi giorni devo scappare. ma non prima di controlinkarti
Westminster, Nazioni Unite...
Era proprio questo che intendevo quando facevo riferimento agli stage "extra-upperclass"!
Grazie mille ancora Miss Welby per il contributo a questo blog... Torna presto!
Eleonora
@eleonora
le critiche che fai a bloglavoro non hanno senso, sono sempre basate su congetture, preconcetti o alcuni esempi tirati ad arte.
La ragazza citata poteva anche avere uno stage di 6 mesi sulle spalle, ma questo è relativo da persona a persona.
Lo stage non è un biglietto assicurato al mondo del lavoro, se la persona che stiamo incontrato durante quello stage, o di base, non ha una vera e propria preparazione specifica.
Capitolo tua amica: non dare tutto per scontato, forse dolorosamente si potrbbe anche affermare che la tua amica sia + brava di te ... ?
Capitolo ONU: sarai felice forse si sapere che ben 2 nostri facenti parte del gruppo di ora sono lavoratori felici in 2 aziende medie italiane, e durante il periodo di lavoro entrambi hanno vinto 2 concorsi all'onu (1 per il kenya, 1 per la tanzania, entrambi dopo 1 anno andavano a nyc al palazzo di vetro) a cui erano stati iscritti dalle rispettive madri, e hanno rifiutato il concorso per irmanere a lavorare qui in italia poichè soddisfatti dal lavoro nel nostro paese ... e non stiamo parlando di dirigenti, anzi.
;-)
@knight
Quel che dici è proprio quello che si cerca di far capire ad elly da mesi ...
Partendo lei da preconcetti e luoghi comuni, anche se è una ragazza intelligente, non riesce quindi ad analizzare e rappresentare la realtà - ne rappresenta solo una fetta che sta decrescendo tra le altre cose ...
:-S
Un saluto a tutti
Parlando di lavoro, disoccupazione e lavoro precario, a chi interessasse, sto aprendo un nuovo sito, una specie di Blog o Forum in video, dove è possibile interagire con domande/richieste e risposte tutte in video.
Lo scopo è quello di aiutare, sostenere, sensibilizzare e possibilmente soddisfare le esigenze e le problematiche della gente. Si potranno affrontare i problemi sociali e familiari, progetti, lavoro, ecc.
il sistema, basato su richiesta e risposte, a secondo della loro natura, fà si che si vengano a creare nuove storie, con interventi di sotegno, consigli, e con l'intento di arrivare a lieto fine.
Per chi fosse interessato a partecipare tra i primi inserzionisti gratuitamente, per chi volesse esporre o divulgare la sua opinione o il suo problema, può scrivere a info@helpin60.com
Caro Maurizio
la tua iniziativa è interessante, ma con un certo disappunto ho visto che avevi già inserito lo stesso identico commento al post "Stagista-tutor, non c'è mai fine al peggio", sempre su questo blog.
Preferirei che si evitasse di copiare lo stesso testo in più post, utilizzando lo spazio per i commenti come una "vetrina" per le proprie iniziative. Magari caro Maurizio, invece, potresti dirci che ne pensi del tema degli stage, se ti è capitato di farne, se pensi che siano regolamentati in maniera sufficiente o insufficiente, se pensi che siano utilizzati correttamente o malamente in Italia. Un commento, insomma, che abbia inerenza con questo blog.
Eleonora
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