martedì 7 ottobre 2008

RIFORMARE IL MERCATO DEL LAVORO E LA NORMATIVA SUGLI STAGE: PROPOSTA SU MENTE CRITICA

Riprendo una proposta sugli stage pubblicata qualche settimana fa su Mente Critica da Ugasoft.
Partendo dal presupposto che lo stage viene usato
«nella maggior parte dei casi come ricatto aziendale nei confronti di ragazzi, spesso laureati, alle prime esperienze» e che «grazie alla crisi economica, grazie alla debolezza di una generazione che non sa far muro contro le ingiustizie, grazie alla chimera di un’assunzione, le aziende riescono a sfruttare ragazzi iperqualificati praticamente a costo zero», Ugasoft propone una riforma articolata essenzialmente su due punti:
1) possibilità di fare stage esclusivamente durante il periodo formativo: ultimo anno di superiori (2/3 mesi di stage), ultimo anno di laurea triennale (3/6 mesi di stage), ultimo anno di laurea specialistica (3/6 mesi di stage);
2) inquadramento dello stagista in azienda come ogni altro lavoratore, con gli stessi diritti ed una retribuzione minima pari al 30-40% della propria classe di inquadramento.
Ugasoft poi aggiunge che la figura del tutor dovrebbe essere valorizzata, che lo stagista dovrebbe poter chiedere il part time e che le aziende andrebbero incentivate a prendere stagisti studenti attraverso sgravi fiscali.
Da quel che capisco, le due proposte sono alternative: o gli stage li fanno solo gli studenti, insomma, oppure gli stagisti vanno pagati. Per quanto riguarda il punto 1, io lo modificherei rendendolo più flessibile alle esigenze di ogni singolo: perchè limitare la possibilità di fare stage all'ultimo anno di ogni ciclo formativo? Meglio lasciare la libertà agli studenti di scegliere il momento migliore. Sono assolutamente d'accordo con Ugasoft nel ritenere che gli stage al liceo e sopratutto all'università vadano incentivati al massimo.
Rispetto al punto 2, sostengo al 100% un obbligo di retribuzione minima, che applicherei per tutti gli stagisti (diplomati, laureati) che non stanno facendo un percorso formativo.
Voi che ne pensate di questa proposta?

[Il post di Ugasoft era dedicato a tutto il mercato del lavoro, qui ho estrapolato la parte relativa agli stage ma se andate a questo link troverete anche una mia riflessione più generale]

13 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie per la citazione, Eleonora, anche se le mie idee sullo stage le ho maturate seguendo il tuo blog ;)

Eleonora Voltolina ha detto...

Beh, che dire caro Ugasoft, io sono una grande sostenitrice delle contaminazioni - quindi se il mio blog invoglia qualcuno a riflettere sul tema dello stage e ad elaborare proposte di riforma... Mi fa davvero piacere!
Vediamo adesso se i lettori avranno qualcosa da dire su questa tua proposta.
In merito al resto del tuo pezzo su Mente Critica, ti preannuncio che dopodomani lì verrà pubblicato un testo con le mie riflessioni. E spero che possa ripartire una discussione sul mercato del lavoro in generale.
Insomma, di carne al fuoco ce n'è tanta!

Anonimo ha detto...

Le proposte sono ottime (in particolar modo il punto due, sul punto 1 anch'io preferirei più elasticità), degne di un Paese civile. Ma perchè, l'Italia è un Paese civile?
A parte l'amara riflessione, credo che il punto centrale sia che lo stage divenga un viatico per il lavoro. Ribadisco ciò che ho detto più volte in questi pochi giorni di frequentazione: oggi, in Italia, lo stage è solo sfruttamento. Qualche volta permette di arricchire il proprio bagaglio, rarissimamente porta ad un lavoro.

Anonimo ha detto...

Condivido tutto. Ma proprio tutto. Anche l'obbligo di stage durante il periodo scolastico.

Anonimo ha detto...

"Da quel che capisco, le due proposte sono alternative: o gli stage li fanno solo gli studenti, insomma, oppure gli stagisti vanno pagati. "

io propendo per l'opzione 1 - soprattutto da giovane precaria con contratto a progetto che presto sarà sostituita da una stagista a 100 euro per mere ragioni di costo.

Anonimo ha detto...

Be' che dire? Mi piacciono molto le proposte di Ugasoft...credo che abbia maturato queste idee nel periodo del mio sfortunato stage...

Talking Rapper ha detto...

Molto carino, il tuo blog: linkata immantinente ^______^
Non mi aspetto altrettanto, visto che non lo faccio nella logica del do ut des ma solo per l'utilità della fonte, per dare ai miei lettori più chances di approfondire e comprendere. E poi il mio scrivere ha toni moooooooolto più estremi del tuo, almeno così, di primo acchitto :D
In ogni caso, se vuoi ricambiare non è sgradito per niente ^___^

Anonimo ha detto...

Aggiungerei eventualmente anche un altro punto, il quale dovrebbe tutelare gli studenti in caso di rinnovo del periodo di stage: se questo avviene vuol dire che la risorsa è valida, quindi dovrebbe aver diritto o ad un adeguamento dello stipendio/rimborso oppure la sicurezza che al termine dello stage venga assunto.
A volte mi sono trovato di fronte a dei documenti di rinnovo con scritto "proseguimento progetto di formazione", quando invece la formazione non c'era più ed era tutta produzione!

Anonimo ha detto...

Mi trovo in sintonia con quanto detto da Eleonora e molti altri. Parlavo al barcamp criticamente di stagione dello stagismo. Di tutor non motivati, che seguono gli stagisti solo perchè imposto dall'alto, ne abbiamo piene le tasche. L'immagine che questi danno del mondo del lavoro è pessima, perciò non fanno altro che danni. E' come pretendere da un prof. demotivato, e arrabbiato col mondo intero, di insegnare bene le sue materie. Perciò finiamola e tentiamo una strada diversa. Quale potrebbe essere? Io faccio la mia proposta, voi fate la vostra e confrontiamoci, ma alla svelta.

La decisione di assegnare indennità di disoccupazione a tutti, al termine del ciclo di studi previsto, comporterebbe la possibilità di ciascuno di cercarsi una collocazione il più possibile vicina alle proprie ipotesi di collocamento. La proposta può essere fatta spontaneamente, cercandosi lo sponsor per fare il tagliando nell'addestramento al lavoro specifico, oppure esaminando le proposte dei Servizi.

Quindi si toglierebbero di mezzo le distinzioni fra stagisti e disoccupati in genere, perchè tutti comunque avrebbero pari opportunità di accesso in base alle proprie attitudini e capacità di convincimento (abilità che dovrebbe essere insegnata fin da piccoli con corsi appositi).

Alla fine del ciclo di inserimento, gli sponsor avrebbero 2 possibilità: assumere o rinviare al servizio con nota di orientamento (si ritiene Laura più idonea per darsi all'ippica .... Laura in questo campo è bravissima, ma non abbiamo fondi per trattenerla ... si raccomanda a chi possa ... ecc. ecc. ).

In fondo cos'è un tirocinio se non un tentativo di inserimento, provando? E allora siamo tutti stagisti a questo mondo, fino a quando non ci assumono per "sempre" o decidiamo di "metterci in proprio". L'importante è metterci d'accordo sulla cifra di base per tutti, sufficiente per vivere dignitosamente (e pure questo è un punto cardine).

Se volete potete anche rispondermi sul forum del sito http://indipertutti.altervista.org

Eleonora Voltolina ha detto...

Cara Laura,
grazie per il tuo intervento! Ti invito a dare uno sguardo al commento che la lettrice Elisa ha scritto proprio oggi all'ultimo post, "EUROSTAGISTI, ECCO IL MANUALE PER ANDARE A FARE UNO STAGE ALL'ESTERO". Elisa parla dei kindergeld, "una specie di assegno familiare che viene dato direttamente al figlio fino ai 25 anni" e poi dei prestiti che lo Stato eroga per studiare, da restituire in parte non appena il giovane trova lavoro.
Che dici, è una strada che si potrebbe intraprendere anche in Italia?

Anonimo ha detto...

chiaritemi perchè limitare la possibilità di fare stage esclusivamente durante l'ultimo anno di superiori (2/3 mesi di stage), ultimo anno di laurea triennale (3/6 mesi di stage), ultimo anno di laurea specialistica (3/6 mesi di stage). Potrebbe essere troppo tardi, rispetto ad un piano di studi che poi si rivela sbagliato. E' successo una volta a un'ausiliaria socio assistenziale che ha finito il corso di 600 ore e durante lo stage si è accorta che vomitava quando doveva cambiare il pannolone al vecchietto.

Anonimo ha detto...

Mi spiegate perchè l'inquadramento del nuovo arrivato in azienda non dovrebbe essere uguale a quello di ogni altro lavoratore, con gli stessi diritti ed una retribuzione identica, a parità di mansioni? Chi l'ha detto che il personale già da tempo in azienda produce di più e meglio? Dipende. Se le occasioni di stage fossero frequenti durante gli anni scolastici/accademici, in alternanza, si mirerebbe al tipo di professione più adatta con margine di errore minimo. Quello è il tempo per gli esperimenti. A quel punto, usciti già con esperienze pratiche sviluppate con persone più esperte, cioè tutor insegnanti, il diplomato/laureato/artigiano ecc., sarebbe non meno ma forse anche più produttivo dello stracotto da anni, e potrebbe persino insegnare allo stracotto qualcosa di interessante e motivante.

Anonimo ha detto...

All'estero. Mia figlia a 20 anni è andata in Canada, a Ottawa. Lì danno, per incoraggiare alla prosecuzione degli studi, sia denaro a fondo perduto che prestiti. Quando finisci il corso, il debito passa alla Banca, che ti ritira i soldi un po' per volta negli anni direttamente dal conto (interesse minimo). Tutti fanno così e i soldi girano da una generazione di studenti all'altra.