sabato 8 novembre 2008

GENERAKTION PRAKTIKUM: STAGE IN SALSA TEUTONICA

Uno dei Paesi europei dove la situazione degli stagisti è più simile alla nostra è la Germania. C’è perfino una definizione, «Generation Praktikum», che viene utilizzata dai media e dalla gente per indicare quei giovani che attraversano il guado degli stage per arrivare nel mondo del lavoro.
Gli stagisti tedeschi hanno però un’agguerrita associazione che li difende
: Fairwork
, che ad oggi conta 700 iscritti e che si batte per una normativa più rigorosa in materia di stage. In particolare Fairwork propone che la durata massima di tutti gli stage sia fissata a quattro mesi, che almeno i tirocinanti già laureati percepiscano un salario minimo, e infine che il concetto di stage venga definito una volta per tutte a livello normativo, affinché sia chiaro cos’è uno stage e le aziende non possano più interpretare il concetto a proprio vantaggio.
L’associazione due anni fa ha anche pubblicato un manualetto, «Dallo stage al lavoro», pieno di dritte per i giovani stagisti
. Interessanti i criteri per individuare «lo stage corretto». Primo, che lo stagista acquisisca davvero nuove competenze. Secondo, che abbia un tutor presente e disponibile. Terzo, che abbia una sua postazione di lavoro. Quarto, che riceva precisi compiti da svolgere. Quinto, che percepisca un buon rimborso spese. Sesto, che lo stage non duri più di tre mesi – al massimo sei mesi in casi eccezionali. Gli autori a questo proposito specificano: «In questo lasso di tempo lo stagista impara, mentre dopo il lavoro è già stato imparato; quindi un datore di lavoro corretto non offrirà stage di dodici mesi!». E consigliano ai ragazzi: non fate mai più di quattro stage. Il libro ha avuto finora una tiratura di 5mila copie; gli autori (Bettina König, Susanne Rinecker e Frank Schneider) sono tutti, ovviamente, ex stagisti.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Beh...scriviamolo anche noi: ognuno si occupa della materia di sua competenza. Inutile credere che non se ne senta il bisogno, diciamo piuttosto che in Italia, senza sponsor, nessuno pubblica niente.

Anonimo ha detto...

Ehm, dove si trova questo prezioso libretto?

Eleonora Voltolina ha detto...

Caro Anonimo, per riceverlo io ho scritto un'email all'associazione, sono molto gentili e rispondono in tempi rapidi. Il manualetto però è specificatamente dedicato agli stage in Germania, per i giovani tedeschi, e non so quanto potrebbe essere utile a un italiano!