giovedì 27 marzo 2008

PROGETTO FIXO, QUESTO SCONOSCIUTO

Alzi la mano chi sapeva che il Ministero del Lavoro ha istituito un progetto che finanzia i giovani stagisti e quelle aziende che, al termine dello stage, gli fanno un contratto "vero". Lo stanziamento è di tutto rispetto: 43 milioni di euro.
Si chiama PROGETTO FIXO (che sta per Formazione e Innovazione X l'Occupazione) e pochi lo conoscono. Non opera (vivaddio) su tirocini "formativi", bensì su tirocini "orientati all'inserimento lavorativo": cioè all'assunzione. Comprende quasi settanta università e in sostanza funziona così: attraverso l'ateneo si fa un contratto di stage aderendo al progetto. A quel punto lo Stato aggiunge al rimborso spese dello stagista 200 euro lordi al mese per tutta la durata dello stage (e questo è il - piccolo - vantaggio per il ragazzo) per un massimo di sei mesi. Se poi alla fine dello stage il rapporto di lavoro viene formalizzato con un contratto (di qualsiasi natura) di durata non inferiore ai 12 mesi, lo Stato premia l'impresa con un contributo di 2300 euro lordi (e questo, si capisce, è un vantaggio per l'impresa ma anche un doppio vantaggio per il ragazzo - che dopo lo stage ottiene un vero posto di lavoro).
Fixo è operativo da un anno e mezzo e vi hanno già partecipato 2600 ragazzi: in totale potranno essere 15mila a beneficiare di questa iniziativa, e si prevede di promuovere grazie ad esso circa 3500 stabilizzazioni contrattuali.
L'unica pecca è che l'accesso è riservato a laureandi e laureati entro i 18 mesi dalla laurea, e che il progetto terminerà nel giugno 2009. Ma non è detto che non possa arrivare una proroga.
A me gli "aiutini di Stato" non fanno impazzire (avevo già espresso in questo post il mio parere) ma questo Progetto Fixo mi sembrava meritevole di un po' di pubblicità.

13 commenti:

Anonimo ha detto...

Mai sentito in giro ...

Una iniziativa positiva.

:-)

Anonimo ha detto...

Io invece non lo trovo per niente geniale, anzi denota proprio la logica perversa dei nostri governanti rispetto al mondo del lavoro. Allora partiamo dall'assioma di base che penso ogni liberale mi concederà: un azienda nasce per fare profitto. La sua attività genera ricavi, una parte dei quali vanno a coprire i costi e il restante rappresenta il beneficio per la quale l'attività è stata avviata. Ora mi chiedo, se un'azienda aumenta il costo della sua attività assumendo qualcuno, significa che deve ricavarne di più di quanto ci spende. Perché mai, se è così, lo stato dovrebbe dare un "premio" a chi assume? se assume, vuol dire che ci guadagna. Se non ci guadagna, perché assume? O vogliamo avvallare l'idea clientelare del favore dell'azienda allo Stato a prescindere da ogni logica economica? e questo per primo. Poi, se un'azienda prende uno stagista nell'ottica di assumerlo, vuol dire che svolge (e svolgerà) un ruolo che frutta denaro. Ma se questa persona è "in prova", come mai non è l'azienda ad assumersi questo onere? cioè, questo nuovo "dipendente in divenire" farà guadagnare così poco da risparmiare 3 mesi di stipendio? come mai viene chiamato "stage" e non "prova"? ci vogliamo chiedere cos'è lo stage? e cos'è il lavoro? Tra l'altro, essendo le risorse dello Stato al collasso, vengono date 200 € lorde. Ma possono realmente 200 € lordi al mese permettere a qualcuno di vivere? cosa sono 200 € lordi al mese? un affitto? neanche per sogno... neanche la spesa al supermercato in una grande città. Allora di cosa stiamo parlando? Stiamo parlando della solita toppa al problema principale italiano, della toppa che politicamente è più spendibile di una riflessione vera. Il mercato del lavoro va raso al suolo con tutti i suoi privilegi, le sue imposte folli che non bastano mai a coprire le spese folli delle continue toppe che ci si mette. Servirebbe un solo contratto di lavoro possibile, con garanzie sia per il lavoratore che per il datore di lavoro. Contratti che permettano di non rapinare l'investimento che un azienda fa sul suo personale. Servirebbe, come in tanti altri paesi un collocamento efficiente, reale e ammortizzatori legati ad esso. Questo sì che sarebbe una bella notizia.
Le aziende devono assumere se hanno bisogno di personale, se questo personale frutta. E' il colmo che la comunità, come mi piace chiamare lo Stato, paghi per far lavorare i suoi contribuenti. E' l'apice della follia kafkiana del nostro mondo del lavoro. Questa maledetta abitudine di non risolvere il problema che crei, ma aiutare chi subisce a sopravvivere lo stesso.

Anonimo ha detto...

Forse negli ambienti universitari ne sanno qualcosa di più. E credo che le stesse aziende ne sappiano qualcosa di più. Qundo facevo il servizio civile all'università di tor vergata (facoltà di ingegneria elettronica) ricordo una cosa che mi colpì molto. Le aziende organizzavano insieme alla facoltà una giornata di incontri per i laureandi in modo che fuori di lì potessere avere da subito un'esperienza lavorativo. Ricordo che la maggior parte di esse erano be retribuite (diciamo gli attuali 500 euro). Non male per chi fa uno stage di pochi mesi, ma non ho mai saputo se poi questo corrispondesse dopo ad un avanzamento successivo. Quello che non si spiega è perché un governo non si faccia un po' di pubblicità con queste iniziative, anche per rompere un po' lo schema secondo il quale ci ha lasciato in pasto agli squali, no? - Arnald

Anonimo ha detto...

teoricamente sono d'accordo con matteo, perchè se siamo arrivati al punto che lo stato deve pagare per dare la possibilità ai suoi contribuenti di lavorare, evidentemente un problema c'è..detto questo, il progetto fixo, programma al quale anche io ho aderito, rimane cmq una bella iniziativa in un momento come questo...

Anonimo ha detto...

Però se lo stato deve convincere l'azienda con dei soldi ad assumerti rimane una cosa vergognosa dal punto di vista etico...però è un bel passo in avanti :-D

Eleonora Voltolina ha detto...

Sono piuttosto d'accordo con Matteo, con l'anonimo e con Evilari. In effetti è assurdo che lo Stato debba incentivare le aziende ad assumere i giovani attraverso contributi economici.
Però, dato che qualcuno ha avviato quest'iniziativa, pensavo che fosse utile segnalarla... Almeno così forse qualche neolaureato potrà approfittarne, e magari anche riuscire ad ottenere grazie al progetto Fixo un posto di lavoro vero (per almeno un anno).

PS: Complimenti a Matteo per la frase "E' il colmo che la comunità, come mi piace chiamare lo Stato, paghi per far lavorare i suoi contribuenti. E' l'apice della follia kafkiana del nostro mondo del lavoro": grande!

Anonimo ha detto...

E' una buona notizia, spero solo che questa possibilità venga utilizzata in maniera virtuosa. La mia paura è solamente che finiti i dodici mesi... Chi si è visto si è visto.

Anonimo ha detto...

I laureati e laureandi della Sapienza che vogliono aderire al Progetto Fixo possono visitare il sito www.blus.uniroma1.it oppure chiamare il numero 0649707506, l'opportunità è buona e anche la serietà di chi lavora al Progetto Fixo.

Anonimo ha detto...

E' assurdo che lo stato debba incentivare in giro come è assurdo che debba costringere a "stabilizzare" in posizioni di lavoro persone che stanno già bene così ... Angela docet come al solito.

:-)

Unknown ha detto...

Un saluto a tutti
Parlando di lavoro, disoccupazione e lavoro precario, a chi interessasse, sto aprendo un nuovo sito, una specie di Blog o Forum in video, dove è possibile interagire con domande/richieste e risposte tutte in video.
Lo scopo è quello di aiutare, sostenere, sensibilizzare e possibilmente soddisfare le esigenze e le problematiche della gente. Si potranno affrontare i problemi sociali e familiari, progetti, lavoro, ecc.
il sistema, basato su richiesta e risposte, a secondo della loro natura, fà si che si vengano a creare nuove storie, con interventi di sotegno, consigli, e con l'intento di arrivare a lieto fine.
Per chi fosse interessato a partecipare tra i primi inserzionisti gratuitamente, per chi volesse esporre o divulgare la sua opinione o il suo problema, può scrivere a info@helpin60.com

Anonimo ha detto...

Bella fregatura, invece...Sto svolgendo uno dei cosiddetti tirocini Fixo e siccome l'azienza non mi riconosce nulla ero contenta di rientrare almeno nelle spese di trasporto con i 200 euro mensili promessi, quando...mi avvertono dal job placement di Facoltà che l'Università degli studi di Torino ha deciso di non riconoscere il rimborso per utilizzare i fondi in altro modo...Alla faccia del Fixo!

Eleonora Voltolina ha detto...

Cara Albondeguita
ho girato la tua segnalazione a Italia Lavoro, l'ente che gestisce il progetto Fixo. In effetti le cose stanno proprio come dici tu: l'università ha deciso di tagliare i rimborsi spesa destinati ai tirocinanti Fixo, e di utilizzare quei fondi in altro modo. Pare che possa farlo... mi dispiace.
Alla tua segnalazione e a quella di una neolaureata di Palermo ho dedicato un post: "Progetto Fixo, domande e risposte": lo puoi trovare al link http://repubblicadeglistagisti.blogspot.com/2008/06/progetto-fixo-domande-e-risposte.html.
Un saluto e in bocca al lupo per tutto, a presto

Eleonora

Anonimo ha detto...

cito Matteo "aiutare chi subisce a sopravvivere lo stesso"

e aggiungo..in modo da evitare che l'isteria di chi è sull'orlo del baratro metta in pericolo lo stato delle cose..che deve essere conservato ad ogni costo...

anch'io trovo questo progetto ridicolo..e ancora più ridicolo che le università e i centri di orientamento non informino a riguardo...
anche se..a dir la verità, essere informati su come avere una carità di 200 euro quando uno per trasferirsi a Milano ha bisogno, solo per iniziare, di aggiungere almeno un'altro zero..non mi pare che sia un grande affare...