Ahi ahi ahi... Scorrendo il Corriere della Sera mi imbatto nell'articolo del giornalista Alessandro Di Lecce «La "peggio gioventù?"? I 30enni di oggi», in cui viene presentata la ricerca «Generazione? Un ritratto degli under 35 italiani» effettuata dall'Istituto di Demografia dell'università Cattolica di Milano. E a leggere le dichiarazioni del professor Alessandro Rosina mi si accappona la pelle: «I giovani italiani risultano avere il minor peso elettorale di tutta Europa; hanno la più bassa scolarizzazione e occupazione, i salari sono fra i più bassi. Il nostro Paese ha il sistema previdenziale più iniquo e al contempo il maggior debito pubblico ereditato dalle generazioni precedenti. In Europa i giovani italiani sono quelli che contano meno dal punto di vista sociale, economico, demografico e politico».
Aiuto: finiremo tutti per scappare da quest'Italia ingrata? Spero davvero di no. Ci vuole qualcuno che rimanga e che combatta per cambiare le cose!
venerdì 4 aprile 2008
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10 commenti:
Ciao Ele, ho letto anche io questa articolo stamattina (e sapevo che ci avresti scritto su qualcosa, ne ero convinta!).
Ti confesso che per quanto "psicologicamente preparata" non avrei pensato che i 30enni italiani risultassero così in basso in classifica...è davvero allarmante.
Già, cambiare le cose rimanendo in Italia...sarebbe la cosa più utile da fare; io però non ti nascondo che al momento fuggirei volentieri all'estero se potessi!
Ciao ciao :)
Ali
Ho letto l'articolo e visto un paio di servizi al tg: non ti dico i nervi. Vorrei solo sapere quale tipo di corpus ha esaminato l'inchiesta.
Certe realtà sono sempre tristi ... ma d'altro canto ...
:-S
Ciao Eleonora,
ieri ho partecipato al Convegno in Cattolica. Devo dire che è stato bello vedere che, a dispetto dei dati, tra tutti quelli che sono intervenuti c'era la vogla di cambiare le cose.
Rimanere e combattere per cambiare ...è sicuramente vero che questo è necessario, ma bisogna anche avere la consapevolezza che nel sistema incastrato in cui ci aggiriamo noi giovani è davvero un'impresa ardua. Soprattutto conservare l'ottimismo.
Anche perchè chi partecipa a questi convegni o intraprende iniziative come la tua, o quelle di chi ha partecipato al convegno, sono ancora troppo troppo poche persone. Bisognerebbe essere molto più responsabili e informati. Tutti. Ognuno nel suo ambito e con le sue competenze.
E bisognerebbe guardarsi in faccia.
Il sistema previdenziale, il debito pubblico, i salari...si tratta di questioni che non possono essere risolte solo dai giovani, ma solo con una specie di "patto tra generazioni e generi".
La situazione è talmente dura che servono proprio tutti: giovani e vecchi, donne e uomini...
Anche se c'è poco da ridere!
Un saluto,
vado a cercare l'ottimismo :-)
Virginia
ps. ti segnalo il blog dell'iniziativa: http://20e30.ilcannocchiale.it
Ciao
mi chiamo Simona, ho 23 anni e stasera facendo "zapping" su internet sono incappata nel tuo blog...
Sono una neo-laureata all'Università di Palermo e di stage ne so molto bene...
Mi piacerebbe magari poi raccontarti bene la mia esperienza di stagista a NY presso la RAI...
Ti anticipo solo ke non ho visto un centesimo...
Inoltre adesso mi sono trasferita a Roma nella speranza di poter fare l'ennesimo tirocinio...
Sono vincitrice di una borsa di studio FIXO (di cui parlavi tu qualche post fa) ma ancora nessuna azienda mi ha contattata e quelle che ho contattato io appena hanno visto la sfilza di documenti che ci sarebbero da firmare per convenzionarsi e lasciarmi svolgere il tirocinio mi hanno cacciata a calci nel sedere...
Bhe per adesso mi fermo altrimenti esplodo dalla rabbia...
Simona
Il problema è che cambiare le cose per una generazione che non conta niente non è facile.
Lo studio della cattolica ha scoperto l'acqua calda, ma è comunque importante che un organo autorevole pubblichi un riconoscimento del genere.
Ma come è possibile che ci siamo ridotti così? Come è possibile che una generazione non conti niente e venga volutamente sacrificata al servizio di quelle precedenti?
Virginia, Simona, Clarke, grazie mille per i vostri interventi!
Virginia, sono molto d'accordo con te quando scrivi che tutti, dai 20enni ai 90enni, dovrebbero rimboccarsi le maniche per cambiare la situazione. Faccio però un piccolo appunto: purtroppo gli italiani quasi sempre si muovono solo se sono toccati in prima persona. E in questo caso è ben difficile che gli ultracinquantenni si "sbattano" per migliorare una situazione che tanto non li riguarda. Quanti di questi adulti - esclusi Bonino e altri politici "illuminati" - sarebbero per esempio disponibili a fare una campagna per l'innalzamento dell'età pensionabile? Eppure questo è uno dei punti-cardine per riformare il mercato del lavoro.
Ecco perchè purtroppo dico: non aspettiamoci granchè dalle vecchie generazioni, ed entriamo nell'ordine di idee che dovremo prenderci noi sulle spalle l'onere di cambiare la situazione. Con la collaborazione di tutti coloro che, dai 20 ai 90 anni naturalmente, vorranno sostenerci.
Simona, mi farebbe molto piacere raccogliere la tua testimonianza di stagista: come posso fare per rintracciarti? Ho provato a cliccare sul tuo nome, ma il tuo profilo blogger risulta bloccato!
Se vuoi puoi scrivermi tu: il mio indirizzo email è eleonora.voltolina@gmail.com.
Ciao Eleonora, ti scrivo da Bruxelles, alle prese con la mia ultima settimana prima del rientro...sai che nella "capitale degli stagisti, tirocinanti, praticanti,ecc." la maggior parte dei contratti prevedono retribuzioni...quelle nelle istituzioni comunitarie sono il sogno di tutti, siamo attorno ai 1000 euro in media...cmq il concetto é più o meno lo stesso: PRECARIATO, anche se non si manifesta con la "crudeltá" che si registra da noi, ed in pochissimi altri paesi europei, tranne in rari casi. Ovviamente tra i tantissimi italiani k ho conosciuto, molti si sono stanziati qui dopo lo stage.......nel senso che sono riusciti ad ottenere contratti annuali, ed alcuni anche l´INDETERMINATO, pensa......l´unico motivo che spingerebbe i nostri connazionali a Bruxelles a tornare in Italia sai qual´é???? il clima........
questo x dirti che molti non ci pensano due volte ad abbandonare il "bel paese"....ti sto portando l´esempio a me piú vicino in questo momento, ma quanti di voi hanno amici che si sono stanziati all´estero per lavoro, o dopo un´esperienza "atipica" si sono stabilizzati?????
Ci terrei che leggessi una testimonianza, a mio avviso emblematica, in questo momento di campagna elettorale....
é una lettera di un ex-italiano a Londra pubblicata sul blog di Beppe Grillo, il titolo é: "Italia rialzati a 90 gradi"
http://www.beppegrillo.it/magazine/archivio/lasettimana2008-03-30.pdf
Il mio atteggiamento sembrerá disfattista, pessimista, ma sono alla mia seconda esperienza lavorativa e chissá quante ne dovró affrontare prima che questi porci al potere prendano dei seri provvedimenti al riguardo...
Ciao a tutti!!!
Antonello
Caro Antonello
la mia paura infatti è proprio quella, e l'ho riassunta nelle ultime tre righe del mio post.
Che i giovani migliori, o anche semplicemente i più intraprendenti, fuggano da questa Italia stupida che non li sa valorizzare, che li tiene al guinzaglio, che li sgrida se pretendono di mantenersi da soli dopo la laurea, che li incita solo ad essere "umili" e a lavorare semigratis perchè "la gavetta tocca a tutti".
Questi giovani, come te e come molti altri, non appena mettono il naso fuori dall'Italia respirano un'aria nuova. Un'aria in cui un neolaureato, se è sveglio e capace, può ottenere un posto di lavoro vero: e non solo uno stage. Quel neolaureato percepirà uno stipendio vero, che gli permetterà di pagarsi l'affitto e tutte le altre spese: e non solo un rimborso spese miserrimo di 200 o 300 euro al mese.
Ho paura, Antonello. Per i tanti, troppi giovani italiani che si accorgono che all'estero le cose vanno meglio - e fuggono.
Mentre qui c'è, oggi più che mai, bisogno di gente giovane e battagliera, che abbia voglia di impegnarsi per cambiare le cose...
Del resto, è un cane che si mangia la coda. E non nego che anch'io, talvolta, accarezzo l'idea di andarmene da questo Paese di pazzi, dove a trent'anni la gente è ancora costretta a chiedere ai genitori la firma per accendere il mutuo o i soldi per pagare il dentista.
Io sono alla seconda esperienza più o meno lunga all´estero ed é stata una mia scelta, x fare nuove esperienze, mettermi alla prova, ecc. e sinceramente andare a vivere fuori, in futuro, nn sará un problema, nonostante sia un "terrone", quindi abbastanza legato agli affetti............
Il punto é che non serve andare all´estero per scoprire che le cose vanno meglio...in qualunque bar si discute della fuga di cervelli o del fatto che i giovani abbiano maggiori/migliori opportunitá in altri paesi....
la questione é piuttosto che molti ragazzi nn avrebbero alcuna ambizione a lasciare la "patria" per lavoro. Peró, all´improvviso, dopo il pezzo di carta, e dopo vani tentativi, si vedono costretti a cercare opportunitá occupazionali anke fuori, magari contro la propria volontá, alla ricerca di un contrattino, per "tirare a campare".......questo vuol dire k siamo davanti ad un vero e proprio fallimento del sistema!!!!!!
E la cosa che fa rabbia é la demagogia a cui assistiamo in questi giorni di campagna elettorale da parte della "casta", che sembra piú vicina che mai al tema, e poi dopo i risultati elettorali...........
Antonello
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