Almalaurea raccoglie i dati relativi alla formazione degli studenti universitari (con una copertura pari circa al 70% degli atenei italiani). Gli ultimi dati disponibili, quelli relativi ai laureati del 2006, raccontano che su un totale di circa 185mila ragazzi il 43,7% ha svolto tirocini o stage riconosciuti dal corso di studi. Questo vuol dire che 81mila ragazzi laureati nel 2006 sono stati stagisti durante l'università.
L'anno precedente la percentuale si fermava al 37,5: su un totale di circa 175mila, quindi, circa 66mila stagisti universitari. Andando ancora a ritroso, troviamo che per quanto riguarda i 138mila laureati del 2004, la percentuale di coloro che hanno dichiarato di aver svolto stage durante il periodo universitario era del 33,7: in concreto, circa 47mila.
Cosa ci dicono questi dati? Che già all'università si utilizza sempre di più lo strumento dello stage per affiancare alla formazione teorica anche una formazione pratica. Il che è un bene: a patto però che poi il mondo del lavoro ne tenga conto. E che a qualcuno che ha già fatto uno o due stage all'università non venga proposto, dopo la laurea, l'ennesimo stage.
martedì 29 aprile 2008
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21 commenti:
Purtroppo una grave carenza del Rapporto di Almalaurea è che non indica (nemmeno a grandi linee) la durata degli stage: credo che invece per avere un quadro completo della situazione bisognerebbe che fosse indicato non solo se un laureato ha fatto o no un tirocinio, ma anche quanti mesi ha dedicato a questo tirocinio.
Nel post precedente raccontavo infatti di una ragazza che durante l'ultimo anno di università aveva fatto uno stage di sei mesi prolungato poi, su proposta dell'azienda, per altri sei: in totale un maxistage di ben dodici mesi!
Insomma, credo che Almalaurea potrebbe perfezionare il suo formulario aggiungendo qualche domanda specifica sulla durata degli stage (es.: stage superiore o inferiore ai tre mesi).
Io credo che Almalaurea dovrebbe svolgere un altro tipo di indagine: perchè le persone che svolgono uno stage durante il percorso di studi accettano di farne altri anche dopo la laurea?
Bella domanda, caro Benny... La risposta purtroppo è che molti, piuttosto che stare a casa e sentirsi "disoccupati", accettano di fare stage anche se hanno già una formazione adeguata e potrebbero meritare (pretendere...) un contratto vero.
Tantissimi ragazzi con cui ho parlato in questi mesi, da quando ho aperto il blog, mi hanno confidato che è proprio la paura di "stare senza fare niente" che li spinge ad accettare qualsiasi cosa: e nella maggior parte dei casi quel "qualsiasi cosa" è proprio uno stage sottopagato.
Certo, bisognerebbe essere più coraggiosi. Rifiutare dicendo "Io devo pagare le bollette", come ha deciso di fare (dopo 18 mesi di stage però) la ragazza di cui ho parlato nel post precedente.
Oppure prendere un aereo e andare via dall'Italia, come hai fatto tu Benny, che te ne sei andato in Belgio.
Ma non tutti hanno la possibilità, il coraggio, la forza, la libertà di fare queste due cose (o almeno una delle due!). Purtroppo l'azione coraggiosa del singolo non basta: qui ci vorrebbe una regolamentazione dall'alto, affinchè le aziende non possano più abusare degli stage.
Ti devo aggiornare sulla mia situazione: dal 1 aprile sono tornato in italia (ero in Olanda,la scelta è stata mia), adesso sono alla ricerca di qualche buona opportunità qua,si è sempre in tempo a riapartire (voglio essere fiducioso per qualche mese)...
Non mi vergogno affatto di essere disoccupato!
Ragazzi, come al solito ve la cantate e ve la suonate ...
Ma davvero pensate che un ragazzo in fase di studio, o anche neo-laureato, in 3 mesi possa imparare un mestiere?
Ne abbiamo già parlato qui da te ...
Forse vale per il mestiere del giornalista, che + o - lo sappiamo fare - e lo facciamo un po tutti - ma per mestieri tecnici ...
:-S
Nevermind.
Un abbraccio.
E come mai una volta esistevano i contratti di formazione (pagati), mentre adesso per formare la gente vengono utilizzati praticamente solo stage sottopagati?
E come mai gli stessi giovani a cui qui in Italia vengono proposti solo stage, non appena varcano il confine riescono a trovare contratti di lavoro e stipendi adeguati?
A queste due domande c'è una sola risposta: il mercato del lavoro italiano è malato. E non è certo ripetendo all'infinito, come un mantra, che le cose vanno bene e che i giovani non si devono lamentare... che la realtà magicamente cambierà.
Eleonora, lo capisci da sola - perchè stupida non sei - che alcune eccezioni che tu racconti non fanno una regola.
Che il mercato del lavoro italiano sia malato lo diciamo un po tutti, ma la malattia non è la mancanza di tutela.
La malattia invece è:
- troppo posto pubblico sovra-pagato a gente che non fa niente dalla mattina alla sera;
- troppo posto privato sovra-pagato a gente che non fa niente dalla mattina alla sera;
- troppi soldi da tutti i cittadini allo stato, pochi soldi dallo stato ai cittadini;
- etc etc etc
Per il resto ...
- stage e contratti di formazione sono 2 cose diverse, te lo diciamo sempre.
Gli stage non sono contratti, e non hanno necessità di essere pagati proprio perchè non sono contratti.
I contratti di formazione-lavoro sono invece contratti, si devono pagare in quanto contratti.
- agli stessi giovani vengono proposte cose di valore anche qui - se questi giovani valgono. Se invece non valgono, gli vengono proposte cose non di valore sia qui che fuori.
Del resto, come + volte spiegatoti, non puoi fare questi paragoni, tra paesi con una forte presenza di imprese medio-grandi e paesi come l'italia dove ma piccola impresa è il 97% del valore economico diffuso.
I discorsi che tu fai in italia non hanno valore, sono sempre decontestualizzati.
Cerca di capire prima il tuo paese, allora farai dei discorsi e avrai delle idee che si potranno chiamare flessibili.
:-)
Un abbraccio
il tempo passa ma vedo che le idee non cambiano:una volta di più si dimostra chiaramente che il problema principale dell'Italia sono gli italiani stessi.
io mi chiedo: è eticamente corretto offrire stage (che per legge non devono essere necessariamente retribuiti) a persone che ottengono una formazione on the job?
Non metto in dubbio il contenuto della forma stagistica: ma che paese è quello in cui viene permessa una cosa del genere (per tanto o poca diffusa essa sia)?
Se la legge permette queste cose non significa che sia corretto e accettarlo ma mi sembra che per alcuni sia giusto: è come dire che la maggior parte degli italiani sono talmente incapaci da non meritare di meglio...
Io direi piuttosto che la maggior parte degli italiani è talmente stupida da accettare queste condizioni da fame.
Caro Benny
io credo che, più che stupida, la gente sia debole. Sfiduciata. Spossata. I giovani che escono dall'università e si vedono proporre solo stage, e guai a ricordare ai datori di lavoro che loro a 25 anni andrebbero in cerca di uno stipendio, non di 6 mesi di "formazione"...
I più vecchi che vedono figli e nipoti in questa situazione e mettono mano al portafoglio per aiutarli, pagando loro l'affitto, o il cibo, o il dentista.
Capisco che tu hai usato questo aggettivo, "stupidi", per dimostrare la tua rabbia verso questo sistema. E condivido la tua incazzatura: anche a me questo mercato del lavoro italiano non va bene, così come non mi vanno bene i lavoratori "di serie A" col contratto a tempo indeterminato e i lavoratori "di serie Z" cocopro, stagisti, interinali etc.
Però non me la sento di offendere chi china la testa e fa lo stage, anche se è il terzo o il quarto della sua vita, anche se ha accumulato già 12, 18, 24 mesi da stagista. Non me la sento di biasimare chi accetta un cocopro a 680 euro al mese, e poi fa le sue otto ore da dipendente - come tutti gli altri dipendenti - in barba alla "libertà di autogestione del lavoro" che dovrebbe essere il fulcro di ogni contratto a progetto.
Che dire? Che i singoli non possono difendersi da questo sistema. Per uno che dice di NO ce ne sono 10, dietro, pronti a dire di sì. Anche a condizioni da fame. Anche facendosi calpestare ogni minimo diritto (es. malattia, maternità).
Allora deve essere la politica a muoversi: e a difendere i più deboli.
Negli altri paesi se la politica non fa nulla per salvare i deboli questi sono pronti a scendere in piazza e a manifestare il proprio malessere:se tutti si ribellassero vedi che le cose cambiaerebbero,ma sai bene anche tu che noi italiani siamo bravi a parole ma poi pochi fatti...
Il punto è che i giovani non sono ancora sufficientemente ESASPERATI. Per ora fanno stage controstage superstage, cocopro cococo e quant'altro, e possono contare sul sostegno economico dei loro genitori. Mamme e papà che pagano, insomma, al posto dei datori di lavoro - o quantomeno che integrano i rimborsi-spesa e gli stipendi troppo bassi.
Quando questo sistema si incrinerà, e i genitori non avranno più i soldi per aiutare economicamente i figli adulti, allora credo che il malcontento monterà e arriverà alle piazze.
Ma secondo me, invece di aspettare che la situazione si aggravi ancor di più e che il malessere degeneri in protesta, dovremmo cercare di cambiare la situazione già adesso. Mettendo i politici di fronte alla problematica, e chiedendo in maniera forte una soluzione.
Sei rimasta ai tempi di Mao ...
:-S
Heilà Mademoiselle,
torno sempre con piacere ad incontrarti sul tuo blog!
Lunedì comincia una nuova stagista. In questo caso ho fatto una scelta particolarmente oculata, basata su parametri oggettivi: aspetto, occhi azzurri, …
Perdona la battuta - perché in effetti c’è poco da scherzare su questi temi - ma oggi è la vigilia di un lungo ponte e quindi sono un po’ superficiale…
Guarda, addirittura questa è la prima ragazza in stage che viene inserita nel mio Department, è un ingegnere chimico, sembra molto sveglia e competente, se sarà brava ha buone speranze di essere confermata.
Però può veramente apprendere degli strumenti di lavoro evoluti e acquisire competenze su delle best practices.
Saprò darti un feedback quanto prima.
Ciao ciao e buon ponte lungo
P.S. Ho visto che anche oggi Mademoiselle ha ingaggiato la tesa battaglia con i prime…
non è questione di essere rimasti ai tempi di Mao..te lo dice una che in genere vota Lega o Pdl..caro prime, invece di sentenziare dall'altro, perchè non vai a farti uno bello stage a 300 euro al mese?vedrai come ti riesci a mantenere con quel rimborso spese..o ancora.visto che non so la tua età..spero che tu abbia dei figli..vedrai come sarai contento di mantenerli finop ai 30 anni e oltre..
@anonimo
ne abbiamo fatti tutti di stage, e non solo 1, e non a 300 euro ma gratis, eppure eccoci qui felici, contenti e collocati lavorativamente ... sarà un caso?
:-)
Un abbraccio
Questa è nuova: i misteriosi membri del gruppo Prime sono stati per lunghi mesi stagisti non pagati, prima di riuscire ad aprire le loro attività e passare dall'altra parte della barricata!
Questa sì che è una notizia. Sono i primi che conosco, giuro, che avendo esperienze di stage lunghi e gratuiti alle spalle difendano ancora - e con che verve! - lo strumento dello stage.
Elly, hai bisogno di conoscere un po + di persone allora ... quando passi dalle nostre parti, volentieri ti aiuteremo a colmare certi vuoti.
:-)
Un abbraccio
Mi pare un po' presuntuoso, da parte di persone che non hanno mai dichiarato il loro nome e cognome, il loro ambito di attività, i loro titoli... Proporsi come "colmatori di lacune altrui".
eh già prime..raccontaci un po' di te..visto che lasci sempre parecchi commenti ma non si sa nulla della tua storia professionale..laurea presso che ateneo?stage della durata di...presso..rimborso spese? e attualmente?forza, raccontaci della tua vita da stagista!!
chiesto da un anonimo fa davvero scena ...
:-)))
Un abbraccio, non ci far ridere troppo la prossima volta ...
;-)
la mia domanda non ha sortito risposta alcuna..perchè non scrivere tranquillamente la propria esperienza da stagista, visto che è stata così positiva? e perchè non parlare della propria posizione lavorativa?..molte domande e molti dubbi si affacciano alla mia mente..
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