lunedì 19 maggio 2008

L'ITALIA È IMMOBILE, MENTRE ALL'ESTERO I GIOVANI CORRONO: UNA TESTIMONIANZA

Mi scrive Olimpia:

«Pochi giorni fa in televisione mi sono imbattuta in un programma in cui si parlava di giovani e lavoro. Una top manager HR consigliava ai giovani di essere più umili: "Prendono la laurea e si aspettano solo per questo di entrare in ruoli chiave". Non potrei trovarmi più in disaccordo. Intendiamoci, qualche arrogante capita, è ovvio, ma la maggior parte dei neolaureati cerca semplicemente un lavoro onesto che metta nelle condizioni di fare e crescere.
L'equazione giovane = inesperto ("giovane" fino ai 30 ed oltre!) blocca la crescita non solo nostra personale, ma, a mio avviso, del Paese intero.
Senza considerare che il giovane di oggi è molto più esperto e capace di quanto si creda: con la riforma del 3+2 - un vergognoso parcheggio di giovani - facciamo 2 tesi, e in più conosciamo 2 o più lingue, abbiamo esperienze all'estero, siamo cresciuti con il computer e spesso cerchiamo di fare qualche stage prima della laurea. Non so davvero cosa si possa pretendere più di così: l'intraprendenza non è già dimostrata da tutto questo?».

Olimpia non è certo una che se ne sta con le mani in mano. A 24 anni ha già un curriculum lungo così: laurea specialistica in Economia aziendale, 6 mesi di stage a Roma in una multinazionale dell'informatica, poi altri 3 mesi di stage negli USA. In Italia però, dato che è così giovane, continuavano a proporle ancora solo stage.
Quindi ha cominciato a mandare il suo curriculum anche all'estero. Risultato? A luglio si trasferirà ad Amsterdam e comincerà a lavorare per una multinazionale che si occupa di telecomunicazioni. Lei ne è ragionevolmente orgogliosa, e racconta: «Sono riusciti a vedere valore in me nonostante la giovane età e nonostante non avessero "prove" su di me: non avevo fatto per loro stage, né progetti, né periodi di prova. Eppure mi hanno presa! A coronare tutto questo, uno stipendio che è il doppio di qualunque entry level in Italia: 37mila euro all'anno. Mi è sembrata la classica offerta che non si può rifiutare».

A Olimpia vanno i miei complimenti. Ma perchè, mi chiedo, qui in Italia i giovani non possono avere le stesse opportunità?

23 commenti:

Anonimo ha detto...

perchè le aziende si sono abituate a pagarli MOLTO meno. Quale azienda se non costretta paga il lavoratore il doppio di quanto fanno le altre aziende? Solo quando e se ne vuole uno in particolare, proprio quello super-bravo, un caso raro quindi. Altrimenti è come dire che vai al supermercato e l'olio di oliva da 5 euro lo paghi 9 di tua spontanea volontà, solo perché in Inghilterra lo stesso olio, stessa marca, lo pagano 9.
Purtroppo in Italia le imprese sono abituate ormai a trarre il massimo profitto anche pagando poco i lavoratori. Chi le fa cambiare? Non i lavoratori. E nemmeno la meritocrazia purtroppo, che non esiste, a beneficio del nepotismo. Fa veramente bene chi cerca all'estero: fa bene soprattutto al suo futuro.

Anonimo ha detto...

Io credo che l'ostacolo più grande sia la mentalità estremamente chiusa e ancorata a un sistema vecchio,caratterizzata dalla mancanza di investimenti di alcun tipo.

Eleonora Voltolina ha detto...

Caro Bloglavoro, a grandi linee sono d'accordo con la tua riflessione. Ma rilancio dicendo: tra proporre uno stage e proporre un contratto da 37mila euro all'anno ce ne passa. Possibile che la stessa persona venga valutata una seminullità in Italia e una professionista in Olanda? C'è qualcosa che non va.
Tra offrire un contratto di stage, che non prevede retribuzione (al massimo un rimborso spese di qualche centinaio di euro al mese), non prevede contributi, non prevede nessunissima garanzia, e offrire un bel contratto di lavoro tutto-in-regola, con uno stipendio di oltre 2mila euro al mese, c'è un abisso.
Ora, tu forse fai bene a consigliare ai giovani di andare all'estero a cercare opportunità di lavoro che qui non ci sono. Ma io mi chiedo sempre: se se ne vanno i migliori, o semplicemente i più intraprendenti, chi rimane qui in Italia a combattere per migliorare la situazione e pungolare le istituzioni affinchè mettano un po' in ordine la giungla degli stage e più in generale del lavoro "atipico"?

Anonimo ha detto...

E' una bella domanda. Rimane il fatto che la valutazione esatta, in linea con gli altri paesi europei, è quella che ha dato l'azienda olandese. Per combattere per i diritti dei lavoratori... ehm... dura lotta in Italia ;) Deve cambiare moltissimo altro prima, anche la cultura d'impresa.

Eleonora Voltolina ha detto...

Postilla al tuo ragionamento: nel momento esatto in cui in Olanda a questa brillante 24enne è stato offerto un posto di lavoro da oltre 2mila euro al mese, TUTTE LE IMPRESE che in Italia le avevano proposto uno stage sostenendo che doveva ancora "formarsi" sono state smentite, sbertucciate, umiliate.
La realtà dei fatti è questa: se i neolaureati italiani anche all'estero non trovassero lavoro, allora gli imprenditori italiani avrebbero ragione a lamentarsi, a invocare la "necessità" degli stage, a imprecare contro questi giovani che escono dall'università e però non san fare nulla. Dato che, al contrario, non appena i neolaureati italiani si scocciano di sentirsi offrire solo stage e mandano il curriculum all'estero, quasi sempre trovano lavoro, il ragionamento cade (e chi l'aveva fatto ci fa pure una figuraccia).
Olimpia "vale" 2mila euro al mese, c'è un'azienda che l'ha dimostrato selezionandola: non certo grazie a raccomandazioni o conoscenze, ma solo grazie a un buon curriculum e una buona impressione al colloquio. Allora, come diavolo è possibile che in Italia "neghino" che lei sia degna di un posto di lavoro (magari non da 2mila, ma poniamo: da 1000 euro al mese), e le propongano solo stage??

Anonimo ha detto...

Oggi ero ad un incontro ... sui giovani.

Chi mancava ... i giovani.

I giovani non ci sono, non si sentono.

Ma non si deve mai generalizzare: la parola "giovani" ha tante accezioni.

Il manager di HR dice il vero quando parla di giovani che ... "Prendono la laurea e si aspettano solo per questo di entrare in ruoli chiave".

Non si deve generalizzare mai, per carità. Ma per una percentuale di giovani "rock", ne abbiamo davvero un buon numero "lenti".

Questo succede in particolare in italia.

Invece di raccontare luoghi comuni, cerchiami di identificare alcune cause - chi vuole dica la sua volentieri.

Eleonora ci dice che "... qualche arrogante capita, è ovvio, ma la maggior parte dei neolaureati cerca semplicemente un lavoro onesto che metta nelle condizioni di fare e crescere."

Fosse questo vero, l'Italia di ora sarebbe un pochettino diversa, in particolare nei suoi giovani.

L'equazione non è, come erroneamente si dice, giovane = inesperto.

L'equazione che si percepisce è invece giovane = poco alfabetizzato a livello generale.

Generalizzando, ad esempio c'è scarsa conoscenza delle lingue, in particolare della lingua inglese - la maggior parte dei ragazzi non ha alcuna competenza del genere; c'è scarsa conoscenza di terminologie un minimo tecniche nei settori sui quali si dice di essere competenti; e via dicendo ...

Ma eleonora ci dice invece che "... in più conosciamo 2 o più lingue, abbiamo esperienze all'estero, siamo cresciuti con il computer e spesso cerchiamo di fare qualche stage prima della laurea" e poi che "... Non so davvero cosa si possa pretendere più di così: l'intraprendenza non è già dimostrata da tutto questo?».

Parafrando da quel che spesso sentiamo dirci ...

... " ... ma che film hai visto, Elly???"

;-)

Questo paese è pieno di "Olimpie" della situazione ... ragazzi che a 24 anni hanno fatto cose simili alle sue, e hanno cv come il suo.

Ma sono pronti per lavorare davvero?

Vanno visti caso per caso: non conosciamo la nostra Olimpia, forse conoscendola potremmo dire se è pronta oppure no.

Vale 2 mila euro o non vale niente + di uno stage? In Olanda 1 azienda tra le tante che ha contattato ci dice che vale 2 mila euro.
In italia ci dicono che Olimpia vale come uno stage.

Visioni lavorative normali di tutti i giorni.

Ma dire che sia a livello una persona che oggi vale 2 mila euro ... lo troviamo una delle cause che rendono questo paese arretrato.

Olimpia ha solo ragionato in maniera moderna ed europea, come fanno - o come dovrebbero fare - tutti i giovani italiani.

Italia, Olanda ... iniziamo a considerarle come Lombardia e Toscana.

Complimenti ad Olimpia quindi, ed a tutte le altre Olimpie che hanno la forza di credere nei propri sogni.

Magari tutti i giovani fossero come la nostra Olimpia in questo.

:-)

Un abbraccio

Eleonora Voltolina ha detto...

Cari Prime,
ancor prima di leggere il vostro commento vi scrivo: cosa avevamo detto circa la lunghezza dei commenti? E' pensabile che lasciate un commento lungo quanto un articolo in prima pagina su un quotidiano?
No. Perfavore, ve lo chiedo ancora una volta: cercate di essere più sintetici.

PS: tutto quello che avete "quotato" tra virgolette attribuendolo a me, è invece la testimonianza di Olimpia. Giusto per puntualizzare.

Anonimo ha detto...

Non è che in Italia neghino che Olimpia abbia quel valore. In Italia le aziende vogliono giovani laureati che lavorano gratis oppure per poco. Per giustificare ciò, non possono dire a Olimpia "vali 2000 euro ma noi vogliamo che lavori gratis", allora tirano fuori la balla colossale del "non hai ancora una formazione sufficiente". Ma nessuno di loro lo pensa, questo te lo posso assicurare.
Ti faccio un altro esempio di balla colossale che propina la categoria HR (posso, visto che ne faccio parte): "Le faremo sapere".
Per questo ti dico che prima di tutto va cambiata la cultura d'impresa. E' importante che cambi la testa delle imprese, che capiscano che pagare i dipendenti non è un disonore e pagarli più di altri non è essere "meno furbi". Bisogna che tra le imprese si reinstauri una competizione per avere le teste migliori e che questa competizione venga affrontata anche a colpi di stipendi, bonus e benefit.
Io vengo da una generazione poco distante dalla tua ma che ha fatto in tempo a scegliere tra un'offerta di lavoro e l'altra perché la prima ditta offriva solo il benefit 'palmare' (all'epoca costosissimo) e la seconda offriva 'palmare e auto aziendale anche per uso nel weekend'. In dieci anni è davvero cambiato il Paese e il modo di fare impresa. Ora le aziende si vergognano letteralmente di pagare i neolaureati, come se questo li facesse sfigurare, come se passassero per gli stupidi della situazione.

il microblogger ha detto...

"Sono riusciti a vedere valore in me nonostante la giovane età". Io direi invece: "Anche grazie alla mia giovane età". La giovane età è una risorsa, non un handicap, soprattutto se a 24 anni uno dimostra di non aver perso tempo con un cv come quello di Olimpia. E se le aziende italiane non lo capiscono, dimostrano di essere proprio carenti in lungimiranza e cultura imprenditoriale. Cavoli loro? Sì, certo, se la vanno a cercare (i migliori vanno via e restano i peggiori, poi per forza che li vogliono pagare poco). Ma anche nostri, e di tutto il nostro Paese.

Eleonora Voltolina ha detto...

Sono totalmente d'accordo con te, Andrea. La giovane età, l'energia, l'intraprendenza che sono caratteristiche peculiari proprio dei giovani, dovrebbero essere considerate un vantaggio. Invece qui in Italia diventano un - ennesimo - alibi: "Sei tanto giovane, hai tutta la vita per guadagnare, che ti costa fare 'sti sei mesi di stage gratis...". Senza capire, appunto, che spesso i migliori si scocciano e se ne vanno altrove, dove nessuno li penalizza per essere giovani, e dove possono ambire a stipendi veri e quindi a una reale indipendenza - anche economica - dai propri genitori.

Anonimo ha detto...

Beh, per forza all'estero trovano lavori ben pagati. PERCHÉ ESISTE LA LIBERTÀ DI LICENZIARE. Per cui nel caso si trovino uno, non dico che faccia il furbo, ma che lavori meno degli altri, lo cacciano via subito.
Tuttavia il datore di lavoro non è onnipotente: se supera il limite tu minacci di andare a lavorare da un altra parte (tanto là il lavoro non manca), a quel punto quello torna a più miti consigli. Certo sai che chiunque ti assuma ti farà sgobbare tanto, però almeno il merito viene premiato.

Ho fatto il cameriere-tuttofare in Austria in una birreria: l'orario non era fisso, la sorvegliante lo decideva al momento: se c'era qualche evento particolare (es. una partita di calcio) aumentava l'orario di lavoro, se pioveva diminuiva. Insomma, il giorno libero lo decidevano loro, non tu; non c'erano straordinari, le ore in più venivano pagate uguale.
Molte universitarie concordavano un orario favorevole a loro (es. lavoravano soltanto la domenica)
Con questi metodi è ovvio che là la disoccupazione non esista. Per loro è normale che anche un futuro "dottore" si mantenga con lavoretti che sporcano le mani, il "figlio di papà" non esiste. Anche perché l'alloggio non è un problema, pullulano le "case dello studente" (che ospitano anche lavoratori e stranieri)

TROVATEVI UN LAVORO ALL'ESTERO, ANCHE PER POCHI MESI. E' un'esperienza unica, anche se all'inizio è maledettamente dura (parlare in lingua straniera non è facile, soprattutto con gente che all'inizio non vi caga).

leggetevi pure questo:
www.attivissimo.net/me/motivi_italia_uk.htm

il microblogger ha detto...

"PERCHÉ ESISTE LA LIBERTÀ DI LICENZIARE". Obiezione provocatoria ma molto seria. Personalmente preferisco una situazione in cui tutti sono assunti subito a tempo indeterminato ma con maggiore libertà di licenziamento a una in cui si è precari all'infinito ma si è ultraprotetti una volta che si ha lavoro. In sintesi: flessibilità in uscita più che in entrata. Per una serie di ragioni, tra cui il merito (es. il fannullone va licenziato) e la serietà (es. se un'azienda assume una persona e la paga ha interesse a farla lavorare e fruttare, se la prende in stage e non la paga ha l'alibi per dire "anche se non lavora bene non ci rimetto niente"). Detto questo, mi permetto di dire che la libertà di licenziamento (sempre che in Olanda sia uguale agli Usa, ho i miei dubbi) spiega il fatto che Olimpia sia stata assunta, ma non che prenda 37mila euro (contro i 20mila, presumo, in Italia). Quello non è un problema di leggi, ma di policy e cultura aziendale. Che all'estero, in generale, è probabilmente più seria che in Italia.

Eleonora Voltolina ha detto...

Certamente l'Anonimo ha ragione quando dice che è utile fare, anche per pochi mesi, un'esperienza di lavoro all'estero: penso che in questo modo ci si possa fare un'idea di come funzionano le cose fuori da mamma Italia, e rendersi conto che il nostro sistema "ipergarantiti vs iperprecari" non è proprio il massimo.
Di conseguenza, sono di nuovo d'accordo con Andrea sul tema delle garanzie contrattuali. E aggiungo che i sindacati hanno un'enorme responsabilità nella brutta situazione che stiamo vivendo. Continuando a non cedere di un centimetro sui "diritti acquisiti" dei dipendenti a tempo indeterminato, rovinano la piazza a tutti i giovani che cercano di entrare nel lavoro. Gli imprenditori sono ovviamente restii ad assumere, perchè sanno che poi sarà praticamente impossibile licenziare. Un mercato più flessibile farebbe comodo a tutti: l'importante è però che non vengano più permessi sfruttamento e disonestà, che gli stage siano uno strumento usato con criterio e solo su ragazzi ancora in fase di formazione, che i contratti a progetto abbiano davvero un progetto, che i collaboratori con partita IVA siano veramente liberi professionisti e non dipendenti costretti a pagarsi centinaia di euro di tasse di tasca propria per sollevare il datore di lavoro dall'onere.
Più flessibilità, quindi, ma anche più tutela dei più deboli.

Anonimo ha detto...

Ribadisco dalla mia modestissima esperienza di quindici anni nelle human resources che le aziende italiane cercano per la maggior parte di pagare il meno possibile. Ci saranno tutte le giustificazioni di Anonimo sul non poter licenziare (ma avrei da dire molto anche su questo!) ma il fatto è che all'estero si seleziona ancora per capacità e merito, in Italia prevalentemente per costo. Ormai solo gli alti profili manageriali vengono selezionati per merito. Una cosa che ci chiedevano spesso di cercare come qualità personale era la remissività, non certo l'intraprendenza. Remissivo = si accontenterà anche della paga misera quando non si accontenta anche di lavorare gratis (stage)
Vi invito a guardare le ricerche di lavoratori in giro per l'europa, la dicitura classica è:
- Graduated (max 2 years experience)
- Experienced (3 years or more experience)
Quindi Olimpia, graduated con quasi 2 anni di esperienza, è il candidato ideale e tra poco potrà ambire anche a stipendi più alti, quelli degli experienced che hanno in media 30-35 anni ;)

Anonimo ha detto...

Soltanto due osservazioni:
1)A che serve l'università se poi devi essere ancora formato per lavorare? Era un interrogativo fisso che avevo in mente durante il mio secondo stage, mentre dilapidavo i miei risparmi in affitto.
2)L'offerta che ha ricevuto questa ragazza, 37.000 euro (lordi?netti?come funziona da quelle parti?), è persino più alta dello stipendio dei miei colleghi SENIOR, cioè con 10 anni e più alle spalle. I salari in Italia sono troppo bassi e non tengono conto del valore aggiunto che richiedono certe tipologie di lavoro. Perché investire tempo e denaro a studiare ingegneria se poi devi farti stage, e dopo il contratto a progetto, e dopo quello d'apprendistato, e poi ancora progetto....

Eleonora Voltolina ha detto...

Caro cccp, perchè non racconti un po' la tua storia? Credo che sarebbe una testimonianza preziosa!
Per quanto riguarda Olimpia, i 37mila euro annui sono da intendere lordi. Ma applicando le tasse olandesi lei verrà a percepire oltre 2mila euro netti al mese! Come infatti ha osservato lei stessa, "il doppio di qualunque entry level in Italia".
Come diceva Ichino qualche tempo fa, purtroppo in Italia abbiamo stipendi da greci e prezzi da tedeschi...

Anonimo ha detto...

Sto cercando lavoro in Olanda, a breve mi trasferiró. La loro cultura lavorativa é diversa dalla nostra (ex: si arriva SEMPRE in orario, l´assenteismo é praticamente inesistente, etc) e quindi per un datore di lavoro diventa piú facile elargire un buono stipendio senza bisogno di dover ricattare il lavoratore con contratti a progetto etc. é anche vero che la disoccupazione é minima, che tutti parlano inglese (95% della popolazione), che la scuola e l´universitá sono piú formative e meritocratiche. Lá non c´é l´emergenza spazzatura (che qui dura da 14 anni), corruzione / mafia sono inesistenti.
Credo che in un Paese come il nostro che accetta molto l´illegalitá (vedere la fedina penale di molti nostri politici che altrove non si sarebbero neanche candidati) non ci si debba stupire che si cerchi di impoverire le persone piú vulnerabili, erodendo a poco a poco i loro diritti. é la legge del piú forte che uno Stato di diritto dovrebbe sopprimere in nome dell´uguaglianza.

Anonimo ha detto...

Mi sono laureata a 24 anni, con il massimo dei voti. Parlo perfettamente tre lingue (italiano, inglese e francese) e ne sto imparando una quarta (tedesco). In Italia, per 2 anni mi hanno proposto solo stage -"non ha alcuna esperienza", "non é abbastanza qualificata"- e sono riusciti persino a dirmi "uno stage non é esperienza". Quindi me ne sono andata in Francia, ho trovato subito un contratto a tempo indeterminato e i datori di lavoro sono impressionati dal mio cv (i miei nuovi "connazionali" sono un po' una frana con le lingue straniere). In Francia non é semplice licenziare un dipendente, ma comunque assumono le persone che ritengono qualificate e cercano pure di tenersele.
Consiglio a tutti di partire, non dico per sempre ma un'esperienza all'estero é sempre utile.
Per di più, se un giorno mai si decidesse di tornare in Italia, sarà con un ottimo bagaglio di esperienza e competenza.

Unknown ha detto...

Ciao a tutti.
Faccio il mio debutto ufficiale sul blog di Eleonora.
Dal momento che è di me che si parla volevo intervenire da giorni, senza mai trovarne il tempo. Finalmente eccomi qui.
Alla base della concezione sbagliata di stagista che c'è in Italia ci sono davvero moltissimi elementi. La cosa più risolutiva credo sarebbe una riforma di alcuni aspetti del contratto di stage, nella direzione delineata nel post successivo, a mio avviso.
Lo scopo in definitiva dovrebbe essere di garantire il fine formativo dello stage da un lato ed evitare che le aziende ne abusino dall'altro.

E mi associo all'appello di Romy: se potete, andate fuori.
Anche uno stage lì non è un'esperienza mortificante come da noi. E' garantita la dignità del lavoro di stagista ed il carattere temporaneo della condizione di stagista, momento di valutazione in vista di un inserimento stabile.

precarioTo78 ha detto...

Sì, è molto triste e deprimente tutto ciò..Io ho 29 anni, ho fatto l'accademia di belle arti, ho studiato conservazione e restauro dei beni culturali, sono uscito con 110 e lode. Durante le estati facevo stages (ne ho 8 in cv) full time, senza essere seguito da un tutor, senza rimborso spese né tanto meno un solo buono pasto...Non mi sono serviti a granché perché non ho imparato nulla di specifico. Ho sempre lavorato con contratti a termine (co.co.pro)di un mese, massimo due, a 700/800 euro al mese per 9 ore al giorno! E guai a lamentarsi per qualcosa! L'ultimo di questi pseudocontratti risale all'estate del 2006, dopo non ho trovato assolutamente nulla! Nulla! Ed io, "bamboccione" vivo ancora coi genitori, mentre in Inghilterra o Germania un mio coetaneo ha già, spesso, una sua propria famiglia...Che cosa mi resta da fare? Mi suicido?? Vado all'estero? Ci sto pensando, pensavo all'Inghilterra o all'Irlanda che hanno una bassissima disoccupazione, ma il mio livello d'inglese non è molto avanzato (costa molto studiare una lingua all'estero e se non si hanno i soldi che perché non ti fanno lavorare...), inoltre non ho più soldi (proprio perchè non mi fanno lavorare), come faccio a mantenermi con le spese iniziali all'estero finché non trovo lavoro?? Domani devo fare un colloquio in un call center per vendere contratti di telefonia mobile, nonostante una laurea con 110 e lode e fior di stages. Ecco, l'Italia (cioè La Repubblica delle Banane) è in grado di offrirmi solo questo! Che schifo!!

Eleonora Voltolina ha detto...

Cara Romy e caro PrecariaTo78,
perchè non raccontate meglio la vostra storia? Credo che sarebbe molto interessante.
Se non volete farlo direttamente attraverso un commento, potete scrivere a me all'indirizzo eleonora.voltolina@gmail.com.
Un saluto e grazie per essere passati di qui a lasciare la vostra testimonianza!

Anonimo ha detto...

L'Italia è immobile mentre all'estero i giovani corrono.

Qualche provocazione... Studente inglese/americano/francese medio di 20 anni: terzo anno di università in corso, 2 stage alle spalle(magari anche di soli 2 mesi) e 2 lingue straniere.
Studente italiano medio di 20 anni: primo anno di università con qualche esame da dare a luglio o settembre, vacanze nei villaggi turistici, le lingue imparate nei villaggi turistici con le svedesi(ok, un po' troppo provocatoria...)

3 anni dopo, i primi hanno un lavoro a tempo indeterminato, l'italiano comincia a pensare che forse dovrebbe darsi una mossa con la laurea e fare uno stage.

Altri esempi: viaggio in Tailandia (nord e sud)/Cambogia (nord) backpacking. Un mese 1500 euro (2 sett in villaggio?)in tutto viaggio compreso. Molti autobus e ostelli per locali. Incontrate moltissime nazionalità tranne italiani.
Giovani a Londra per fare un lavoretto di meno di 20 anni. Nessuno.

Ultima provocazione: ho letto sul blog "non ho soldi per imparare l'inglese". Mai pensato a vedere film/serie in inglese - magari scaricati? Leggere giornali inglesi su Internet? Fare un tandem con qualche straniero? Costo zero.

Si', le aziende se ne approfittano e le leggi non aiutano, anzi... (impedire di assumere stagisti laureati - gli stage si fanno durante il periodo universitario, vietare gli studenti fuori corso - o dentro o fuori-, obbligo di accettare il voto - perché significhi qualcosa)

Conclusione: se la maggioranza fosse più intraprendente, la minoranza intraprendente non dovrebbe andare a cercare lavoro altrove. Tra una persona veramente motivata e intraprendente a 2000 euro mensili e una qualunque a zero, forse preferirei quella a costo nullo..

Consiglio per i VERI intraprendenti: valigia e via. Concorrenza dura all'estero, ci si rimbocca le maniche, ma a 24 anni si vive da soli, ci si paga le vacanze e si mette da parte.

Anonimo ha detto...

Beh...cosa dire...
come emigrato specialista (puoi esserlo anche se non laureato) in Olanda hai il 30% di sconto sulle tasse per 10 anni.
Tutti i mesi pago poi una tassa sulla disoccupazione.
In Olanda siano molto,molto restii a lasciarti a casa, perche` e` facile per il lavoratore vincere una causa. Perche`? Non perche` siano particolarmente magnanimi, ma perche` se la ditta (con un minimo di 6 mesi di lavoro) ti lascia a casa, lo stato ti da un sussidio pari all'80% dell'ultimo stipendio, finche` non trovi un altro lavoro (e qui c'e` tanto, tanto lavoro)...o finche` non te lo trovano loro (e fanno in fretta).
Si capisce quindi che lo stato non veda di buon occhio le ditte che lasciano a casa i dipendenti. Le ditte preferiscono allora che il dipendente vada via 'spontaneamente', con una buona uscita. Dipendente, si, perche` esiste il lavoro a tempo indeterminato. Mi sono stupito infatti all'inizio quando mi hanno chiesto se cercavo un lavoro a tempo determinato o indeterminato.
Qualora venisse offerto un contratto, dopo 3 contratti l'assunzione a tempo indeterminato e` obbligatoria. Solitamente l'azienda tiene gli stagisti e fa un contratto. Un laureato non parte mai da meno di 2000 euro netti mensili (+vacation bonus, che e` l'80% dello stipendio mensile elargito a maggio)+eventuali bonus e benefits concordati con il datore).
Concordati con il datore di lavoro: mi sono dovuto abituare a questo fatto :)
La prima volta ero impreparato...mi hanno chiesto: "Qual e` la tua retribuzione desiderata?". Sono rimasto stupito, paralizzato...abituato a vedere la retribuzione come un taboo (so di persone in Italia che iniziano a lavorare senza sapere quale sara` la loro retribuzione). E nella ditta presso cui lavoro, alla fine hanno aggiunto:"E se possiamo aggiungere qualcosa, per 'superare' le altre aziende (stavo valutando altre proposte) faccelo sapere, cosi` vediamo cosa possiamo fare".
Ovvio che un mio reintegro nel mondo lavorativo italiano non pare possibile...e non solo perche` in italia io valgo meno di un terzo che in Olanda (btw: per quelli che mi dicono sempre: la vita li` costa di piu`..beh, potrei farvi vedee statistiche, ma mi basta dire che, facendo una vita molto agiata, riesco a mettere via piu` di quello che mia madre, insegnante da 35 anni in italia, percepisce di stipendio netto), ma anche per il fatore sociale...dal colloquio al comportamento in azienda.
Chi va all'estero non torna...e chi e` tornato e` ripartito, non e` riuscito a reintegrarsi (tranne le eccezioni ovviamente).
Soluzioni? non saprei proprio...forse c'e` bisogno che vada tutto a scatafascio per poter costruire da zero...