venerdì 27 giugno 2008

ESTATE, GLI STAGISTI SONO DI STAGIONE

Mi scrive Claudia: «Quattro anni fa ho avuto un'esperienza tremenda di stage estivo presso un'agenzia interinale. Lo stage durava tre mesi. Ad agosto, malgrado fossi solo una stagista, sono rimasta da sola a tenere aperta una delle tante filiali del territorio».
Il motivo è semplice: con l'arrivo dell'estate arrivano anche le ferie del personale. E sempre più spesso, dato che la legge è molto elastica in tema di stage, le imprese non fanno più contratti di sostituzione estiva: preferiscono risolvere il problema piazzando uno o due stagisti al posto degli assenti. In questo modo, però, gli stagisti vengono caricati di responsabilità troppo grosse, che non gli spetterebbero assolutamente: come, in questo caso, tenere aperta da sola una filiale per un mese.
Continua Claudia: «Mi sono ritrovata sola - con l'unico supporto della persona che si occupava dell'amministrazione - a gestire tutto il front-office: rapporti commerciali con le aziende, visione dei candidati, selezione del personale da inviare in missione, reportistica verso la sede centrale
». Claudia specifica anche che nel resto dell'anno in quella filiale erano impiegate ben tre persone per svolgere quelle mansioni. «Per una settimana sono addirittura rimasta completamente sola, perchè anche la signora dell'amministrazione se n'era andata in vacanza: e quindi mi sono dovuta occupare anche di mansioni non previste nel progetto formativo e di alta responsabilità, per esempio cessazioni e assunzioni di personale, presenze, assenze, buste paga, infortuni, comunicazioni amministrative e burocratiche al centro per l’impiego. Tutto questo per un rimborso spese di 100 euro al mese più i buoni pasto».
«Questa pratica» conclude Claudia «è ultracomune: fateci caso, a giugno spuntano annunci di ricerca e selezione per stagisti su tutte le bacheche delle agenzie. E perchè? Per sostituire il personale che se ne va in vacanza».
Ma a chi spetta controllare che queste cose non accadano? Come mai non capita mai che un ispettore faccia una capatina, ad agosto, negli uffici e nelle agenzie, e chieda alla persona che lavora in solitudine "Ma lei, che contratto ha?".

lunedì 23 giugno 2008

I NUOVI DATI DI ALMALAUREA SUGLI STAGISTI UNIVERSITARI

Sono usciti i dati di Almalaurea sui laureati del 2007. Indovinate un po'? Gli stagisti sono in aumento!
Già ne avevo parlato un paio di mesi fa, nel post "Qualche dato sugli stagisti universitari". Torno volentieri sull'argomento per un aggiornamento.
Allora, eravamo rimasti a 43,7%: era questa la percentuale di studenti (laureati nell'anno 2006) che aveva svolto almeno un periodo di tirocinio durante il percorso universitario. Il dato era sempre in crescita, anno dopo anno. E anche il 2007 non fa eccezione: Almalaurea rileva che il 50,8% degli studenti universitari laureati l'anno scorso - cioè circa 94mila persone su un totale di poco meno di 185mila - ha svolto uno stage (in quattro anni il numero è quasi raddoppiato: nel 2004 erano solo 47mila!).

Questo, come detto già tempo fa, è un dato positivo. L'Italia si sta - lentamente - adeguando al resto d'Europa e del mondo occidentale: dove gli stage, essendo "formativi", vengono appunto svolti durante il percorso formativo per eccellenza, che è l'università. E non dopo la laurea.
C'è da sperare che questa percentuale continui a salire: tutti gli studenti universitari dovrebbero dedicare un po' di tempo agli stage per "assaggiare" il mondo del lavoro e affiancare alla teoria anche qualche mese di pratica. Ma sopratutto c'è da sperare che le imprese italiane non facciano le furbe: e non continuino a proporre, a laureati che hanno già stage alle spalle, sempre e solo contratti di stage "per cominciare".

venerdì 20 giugno 2008

RIMBORSO SPESE PER LO STAGE: BISOGNA ANCHE AVERE IL CORAGGIO DI CHIEDERLO

La Lista dei Buoni ha l'obiettivo di evidenziare le "buone pratiche stagistiche", contrapposte all'andazzo - purtroppo ben più frequente - di far lavorare gli stagisti gratuitamente o con compensi irrisori (2-300 euro al mese). L'inversione di tendenza può partire dalle aziende: l'elenco qui a fianco testimonia che le imprese, se lo vogliono, possono permettersi di dare rimborsi spesa degni di questo nome, aiutando così i giovani a non pesare sulla famiglia durante lo stage.
Ma l'inversione di tendenza può partire anche da ogni singolo ragazzo che fa un colloquio per uno stage.
Mi scrive una giovane giornalista per portarmi la sua testimonianza: dovendosi trasferire a Roma,
dove gli affitti sono alle stelle, per uno stage di tre mesi, ha chiesto espressamente alla testata di essere pagata. «Ho detto che se non mi avessero aiutato a sostenere le spese per l'affitto, gli spostamenti con i mezzi pubblici, la vita quotidiana, non avrei accettato lo stage. E loro, essendo un'azienda seria» racconta «hanno accettato e mi daranno 800 euro al mese, lordi. Meglio di niente».
Non posso, ovviamente, inserire quest'azienda editoriale nella Lista: qui si parla di un rimborso spese "eccezionale", erogato a questa giornalista perchè lei ha saputo pretenderlo, e non è detto che il prossimo stagista che lavorerà in quella redazione riceverà lo stesso trattamento.
Ma questa storia è un buon esempio per tutti: per tirare fuori la faccia tosta e il coraggio. Durante i colloqui non bisogna avere paura di dire chiaro e tondo che non si vive di aria, che per vivere c'è bisogno di soldi, e che non tutti hanno genitori tanto abbienti da (o disposti a) pagare gli stage dei figli!

sabato 14 giugno 2008

LA REPUBBLICA DEGLI STAGISTI CHIAMA, LE AZIENDE VIRTUOSE RISPONDONO

Dopo aver letto su LaStampa.it l'articolo di Eleonora Palermo sugli stage, mi scrive Claudia per portarmi la testimonianza della Feedback Italia, azienda piemontese che dà lavoro a una trentina di dipendenti nel settore dell'alta tecnologia. Una di quelle «imprese virtuose» che ritengono i giovani non mucche da spremere ma risorse da valorizzare.
Dopo aver cominciato - nel 2004 - con uno stage di sei mesi pagato ben 900 euro al mese, Claudia è stata subito assunta.
«Da noi il minimo rimborso è 500 euro per non laureati, ma di media siamo sugli ottocento-mille euro al mese: e al termine dello stage assumono nell’80% dei casi».
Uno stage pagato così bene, e con una così alta probabilità di venire assunti dopo... Quasi da applauso.
Continua Claudia:
«Lo stage è ottimo per verificare che una persona sia adatta al lavoro che dovrà svolgere, e le aziende altamente specializzate e in crescita non si possono permettere di formare continuamente nuove persone. Com’è possibile pensare di lasciare a casa una persona su cui sono stati investiti sei mesi di formazione, con dispendio di forze da parte dei colleghi? Dovrebbe essere un ragionamento naturale, ma so che non lo è».
Una riflessione lucida e quasi amara: perchè è vero, il ragionamento non è affatto naturale. Molte aziende si comportano diversamente, e con la scusa di formare "usano" lo stagista per qualche mese, poi se ne disfano e ne prendono un altro: perchè non hanno una vera cultura della formazione come momento propedeutico all'assunzione.

«Ecco il mio consiglio a tutti gli stagisti» conclude Claudia: «
Cercate aziende che sappiano riconoscere il lavoro e motivare con un adeguato rimborso/contratto. Magari provate anche nelle aziende altamente specializzate, giovani e in crescita... E siate convinti delle vostre possibilità!».
Ed è l'augurio che questo blog fa a tutti i giovani, anche se sappiamo bene quanto sia difficile, purtroppo, individuare l'azienda
«giusta».

martedì 10 giugno 2008

PROGETTO FIXO, DOMANDE E RISPOSTE

Avevo già parlato qualche mese fa di Fixo (qui potete leggere il post), un progetto finanziato dal Ministero del Lavoro per aiutare gli stagisti universitari (o anche neolaureati) e incentivare le aziende ad assumerli dopo il periodo di tirocinio.
Ci tengo a rispondere a due frequentatrici di questo blog, che proprio a proposito di Fixo hanno evidenziato qualche problemino.
«Sto svolgendo uno dei cosiddetti tirocini Fixo e siccome l'azienza non mi riconosce nulla
», racconta Albondeguita, «ero contenta di rientrare almeno nelle spese di trasporto con i 200 euro mensili promessi, quando... mi avvertono dal job placement di facoltà che l'Università degli studi di Torino ha deciso di non riconoscere il rimborso per utilizzare i fondi in altro modo». In effetti è così: Italia Lavoro, l'ente che gestisce il progetto Fixo, conferma che quell'università ha deciso, di concerto con il Ministero del Lavoro (soggetto promotore e pagante di Fixo), di non erogare il sussidio mensile ai tirocinanti. La motivazione che danno è questa: «In tal modo l'ateneo può beneficiare di maggiori risorse economiche per potenziare i servizi di placement, a vantaggio dei laureati che cercano un lavoro».
Personalmente, rimango piuttosto perplessa dalla discrezionalità concessa ai singoli atenei di dare o non dare il rimborso spese agli stagisti. Per fortuna - almeno stando a quel che finora sappiamo - è solo l'università di Torino ad aver tagliato i 200 euro mensili: certo, la scelta di erogare o non erogare il rimborso spese è loro... Però gli studenti andrebbero informati prima, e non dopo!
Poi scrive Simona, neolaureata all'università di Palermo: «Le aziende che ho contattato, appena hanno visto la sfilza di documenti che ci sarebbero da firmare per convenzionarsi e lasciarmi svolgere il tirocinio, mi hanno cacciata». A questo proposito, i referenti di Fixo assicurano che è l'ufficio stage di ogni università che si dovrebbe fare carico di aiutare studenti e aziende a effettuare tutta la trafila burocratica. A riprova che il percorso non è poi così accidentato, fanno sapere che ad oggi in tutta Italia sono stati attivati oltre 5mila tirocini col progetto Fixo, di cui 400 proprio in Sicilia: pertanto si può ragionevolmente pensare che le aziende siciliane con le quali Simona ha avuto a che fare abbiano un po' esagerato.

venerdì 6 giugno 2008

QUANDO LO STAGISTA È «DI MODA»

Alessandra, fashion designer 26enne che «combatte quotidianamente con i problemi per trovare un lavoro dignitosamente retribuito», mi scrive: «L'anno scorso mandai il mio curriculum vitae a una famosa casa di moda. Una settimana dopo mi richiamarono per dirmi che erano interessati al mio profilo professionale per farmi fare uno stage di 3 mesi. Ma il rimborso spese sarebbe stato di soli 100 euro al mese!».
Già le case di moda ultimamente avevano fatto una figuraccia grazie all'inchiesta di Sabrina Giannini andata in onda su Report, da cui emergeva che molti grandi marchi vendono scarpe e borse a prezzi esorbitanti facendole però produrre sottocosto in Cina, oppure dai cinesi qui in Italia, o nei sottoscala napoletani dove tutti lavorano in nero. E il risultato è che una borsa che in negozio viene venduta a 500 euro magari all'azienda ne è costati 30: qualcosa di molto simile alla truffa.
La segnalazione di Alessandra mette una pulce nell'orecchio: forse le case di moda, pur operando nello scintillante settore del lusso, sono anche restie a dare ai propri stagisti un rimborso adeguato? Con quei 100 euro Alessandra non sarebbe nemmeno riuscita a comprare il manico di una borsa della griffe che le offriva lo stage!
E' un caso o è la norma? In effetti, nella Lista dei Buoni per ora non c'è nessuna casa di moda. Giro a voi la domanda: avete notizie sugli stage nelle case di moda? C'è qualche griffe che possiamo inserire nella Lista?

giovedì 5 giugno 2008

LA REPUBBLICA DEGLI STAGISTI SULLA GAZZETTA DELLO SPORT!

Oggi la Repubblica degli Stagisti è sulla Gazzetta dello Sport (ovviamente, nelle pagine non-sportive...! Per leggere l'articolo, potete cliccare qui).
A fare da apripista la storia di Olimpia, ormai diventata un paradigma della situazione di tanti ragazzi italiani: considerata
qui in Italia "non ancora pronta per lavorare" per la sua giovane età, malgrado la laurea e le esperienze precedenti, e subissata da proposte di stage. Giudicata invece talmente brava e promettente da ottenere un contratto coi fiocchi ad Amsterdam, con uno stipendio di oltre 2mila euro netti al mese.
Cos'è, i manager olandesi sono meno esigenti di quelli italiani? Non credo proprio. E' che in Italia la legge sugli stage permette di prendere giovani a lavorare come stagisti, invece che fare contratti veri e dare stipendi adeguati. E quindi le imprese, salvo poche eccezioni, ne approfittano!
Grazie quindi alla giornalista Stefania Angelini per aver dato spazio a questo blog e alla Lista dei Buoni, che ormai ha superato quota 80 e continua a crescere grazie alle vostre segnalazioni!!

mercoledì 4 giugno 2008

STAGISTI GIORNALISTI, L'APPELLO SMUOVE LE ACQUE

Chi tace acconsente. È questo vecchio proverbio la chiave di tutto, il motivo dell'esistenza di questo blog.
Chi sta zitto di fronte alle ingiustizie, agli errori, alle prevaricazioni, implicitamente accetta che le cose stiano così. Ecco perchè qui nessuno sta zitto: solo dicendo ad alta voce quali sono le cose che non vanno si può portare un cambiamento.
Anche gli stagisti giornalisti, non è che prima non esistessero. E' che nessuno aveva mai alzato la voce e messo sotto i riflettori il problema, denunciando la coesistenza - non più accettabile - nelle redazioni di praticanti di serie A , col contratto e lo stipendio e tutte le tutele sindacali, e i praticanti di serie B, costretti a pagarsi le scuole di giornalismo e poi anche andare a fare stage gratis.
Attraverso l'appello (per leggere il testo, potete cliccare qui), noi abbiamo sollevato il caso. La notizia è stata ripresa dal sito della Fnsi e da quello dei Giornalisti di Puglia. In più Franco Abruzzo, già presidente dell'Odg della Lombardia, ha rilanciato proponendo dal suo sito che per gli allievi delle scuole di giornalismo non sia più utilizzato il contratto di stage, bensì quello specifico di "praticante in formazione" previsto dalla Fnsi.
Abbiamo già raccolto più di cento firme. È una piccola battaglia: ma riguarda centinaia di persone ogni anno, e va combattuta. Per la solita benedetta maledetta questione di principio.

lunedì 2 giugno 2008

LA LISTA DEI BUONI, UNO STRUMENTO SEMPRE PIÙ UTILE PER I GIOVANI

Un ragazzo mi scrive: «Grazie per la Lista, è davvero uno strumento utile. Oggi ho mandato il mio curriculum alle prime dieci aziende segnalate!».
E io non posso che sorridere. Sono contenta che la Lista dei Buoni stia crescendo di giorno in giorno (ora siamo a quota 80!), e sono convinta che nel suo piccolo possa servire a tanti ragazzi che battagliano ogni giorno con lo stage. Perchè... uno stage pagato è sempre meglio di uno stage gratuito!

Grazie allora a tutti quelli che hanno già contribuito alla Lista, e a tutti ancora un invito: partecipate con le vostre segnalazioni!! Nella Lista c'è di tutto: aziende, agenzie di comunicazione, studi legali, case editrici, testate giornalistiche e chi più ne ha più ne metta. Ma non bisogna dimenticare che la Lista la «nutriamo» noi, giorno per giorno, ciascuno portando la sua informazione su questa o quella impresa «virtuosa» che paga i suoi stagisti più di 500 euro al mese, quindi non siate pigri... Segnalate, segnalate, segnalate!! E speriamo di arrivare presto a quota 100!!