Ho trovato un vecchio articolo. Si intitola «Siamo uomini o stagisti?», venne pubblicato sull'Espresso nel novembre del 2005, la firma era di Roberta Carlini.
Ne pubblico uno stralcio: la storia di Matteo.
«Al primo stage facevo salti di gioia. Otto ore di lavoro al giorno più tre di spostamenti Como-Milano andata e ritorno, nessuna retribuzione, nessun rimborso spese, e mi sembrava di toccare il cielo con un dito", racconta Matteo, che ha debuttato nel mondo degli stagisti a 22 anni, a metà del suo corso di laurea in Economia. I primi lavori, i primi passi nel mondo del marketing e della pubblicità (e che passi: alla Saatchi & Saatchi), la prima timida richiesta di un rimborso spese al sesto mese di tirocinio (accolta: 200 euro al mese), la soddisfazione di vedere i suoi prodotti arrivare senza correzioni al cliente, e altri sei mesi di rinnovo, sempre con 200 euro al mese. E nel frattempo gli studi e la laurea alla Cattolica: 110 e lode, indirizzo marketing e comunicazione. Un percorso perfetto, senonché, "finito il periodo massimo di stage, cioè un anno, mi hanno detto che i tempi erano duri, e contratti non potevano farne". Matteo per non perdere tempo si specializza: tre mesi all'estero per la lingua, più un master in Italia. Non vedendo neanche l'ombra di un contratto all'orizzonte, Matteo va a fare un colloquio a Mediaset per un altro stage. "Qui ho chiesto, a titolo informativo, se era previsto un rimborso spese e mi hanno detto che mi avrebbero fatto sapere. Non mi hanno più chiamato, mi ha telefonato invece il responsabile del master chiedendomi perché mai avessi tirato fuori quella storia dei soldi. A 26 anni, con laurea, master e un anno di tirocinio già fatto, non si può neanche osare chiedere i ticket restaurant».
Sono passati quasi tre anni, e le storie come quelle di Matteo non fanno più notizia... Se volete leggere tutto l'articolo (e merita), potete cliccare qui.
giovedì 1 maggio 2008
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24 commenti:
-Chiara Filios, architetta milanese di 28 anni, che ha rifiutato tre offerte di tirocinio gratuito o con minimo rimborso spese e infine ha trovato uno studio con condizioni dignitose: "Nessuno chiede il lavoro a vita, sappiamo che il posto fisso non è un diritto. Ma il lavoro deve essere serio, riconosciuto. Non umiliante. Se si accetta si è complici".-
Parole sante!
Caro Benny, mi hai preceduta! Avrei voluto dedicare domani un altro post proprio a quest'altro stralcio dell'articolo!
L'espresso ... materiali oggettivi ...
:-S
SEI STATA NOMINATA!!!
Ciao Ele, non so se devo sconfortarmi o fare i debiti scongiuri. Presto potrò raccontarti delle novità...
La soluzione unica, a volte paga: dire di no. La propria dignità bisogna difenderla prima di tutto per sé stessi, poi si può pretendere anche un intervento istituzionale :)
L'ho già detto altrove, lo ripeto qui volentieri: la posizione di Bloglavoro, sostenuta anche da altri - come per esempio Benny - ed espressa nell'articolo in questione dall'architetta Chiara, mi trova in completo accordo.
E' solo che non si può chiudere gli occhi di fronte al fatto che, per ogni persona che dice di NO, ce ne sono di solito 10 dietro pronte a rispondere di sì. E quindi la "protesta singola" viene completamente depotenziata...
Una piccola precisazione, infine, sull'articolo: capisco le critiche "ideologiche", ma L'Espresso è un giornale che vende 400mila copie a settimana e che ha un bacino di 2 milioni e mezzo di lettori. Ora, considerarlo "schierato" può andar bene: ma la qualità dell'informazione che propone, e la veridicità delle testimonianze che pubblica, è fuori discussione.
"per ogni persona che dice di NO, ce ne sono di solito 10 dietro pronte a rispondere di sì":il problema è proprio questo,io mi chiedo come può una persona accettare tutto questo,non si accorge che in questo modo svaluta sè stesso e gli altri?Una volta di più si dimostra l'ignoranza del popolo italiano dove ognuno pensa al proprio orticello...
@benny
il pensiero che tu interpreti è minoranza, purtroppo o per fortuna che sia ... dovresti chiederti perchè ...
@eleonora
I dati non sono proprio quelli, e sull'essere schierato usando informazione abbastanza parziale, beh, lo sanno un po tutti, sia i detrattori che chi lo sostiene ...
:-)
Un abbraccio
ricordo perfettamente l'articolo dell'espresso..e se allora ero rimasta stupita (non pensavo che fosse legale lavorare e non essere pagati- ossia non conoscevo ancora la magica formula dello stage-) oggi lo stesso articolo non suscita più nulla, perchè descrive la normalità..forse stupirebbe il contrario (ogni commento è superfluo).Concordo con eleonora: purtroppo la protesta del singolo non può fare nulla, è necessario un intervento dall'alto.
Per prime: allora la tua esperienza di stage?quando ce la racconti?(vedo che nel precedente post tralasci ampiamente di rispondere).
"lavorare" sarebbe equivalente a "fare uno stage"?
Ma dove vivi anonimo?
Per lo stage, non ti sono bastate le battute di prima?
Tra l'altro, i miei stage, come gli stage effettuati da tutti i prime, sono tranquillamente online da oltre 3 anni ... ma sei capace di usare internet per trovarli come hanno fatto tanti altri amici senza problemi? Oppure hai necessità di fare un piccolo corso in materia?
Mah ...
:-)
Un abbraccio
Cari prime, vivo in Italia, tranquillo..dove svolgere stage equivale ad essere dipendenti a costo zero. Questa la mia esperienza personale (ma come di molti altri come purtroppo vedo). Grazie per l'offerta del corso in materia, ma ne faccio volentieri a meno.
Un piccolo corso in materia??? CARISSIMI!!! posso dare un aiuto a chi si trova in difficoltà con il web:
se uno clicca sul nome "prime", con il quale si firma la nostra allegra combricola di simpatici abbraccioni, arriva al sito www.prime-rome.org
una semplice ricerca who.is indica il possessore del sito con questo link
http://www.who.is/whois-org/ip-address/prime-rome.org/
Si trova dunque come nome del possessore dell'indirizzo tale Rosa Cristiano, con un numero di fax Fax: +39.0635496611 e l'indirizzo mail danielebuzzurro2000@yahoo.it... andiamo a vedere
il numero di fax porta a questo link http://roma.azinet.it/aziende/webdesign-grafica-website-internet-graphic-lobbying/38219/index.html
nel quale si scopre la DREAMYOURMIND SRL
il sito della Dreamyourmind è interessante: http://www.dreamyourmind.com/
si ritrova un amministratore delegato che si chiama Daniele Buzzurro e una responsabile area grafica di nome Rosa Cristiano! eccoli!
andiamo a vedere cosa fanno! vi raccomando la loro sezione http://www.dreamyourmind.com/html/formazione.html... non vi chiedete più perché volevano i vostri curriculum :-)
date un'occhiata anche ai clienti... vale la pena!
oh, mi raccomando... un abbraccio :-)
Complimenti VivaPrime,
diremmo che sei riuscito con una ricerca un po astrusa a sapere quel che praticamente sanno già tutti, e cioè che il dominio di prime è stato registrato a nome di Rosa Cristiano anni fa, che è una delle nostre partner, la quale collabora nella ditta di uno degli altri nostri partner, e cioè Daniele ... eravate rimasti solo voi di "repubblica degli stagisti" a non sapere il nome di alcuni dei nostri partner ...
:-)
Un abbraccio
Sono contenta che i Prime (o almeno, due componenti del gruppo Prime) abbiano finalmente un nome e un cognome. Credo che la trasparenza sia un valore molto importante, troppo spesso dimenticato qui sulla Rete.
Quanto alla risposta dei Prime, non mi risulta che "tutti" conoscessero la loro identità: perfino bloggers che loro definiscono "amici" non sanno chi siano, e perchè parlino al plurale.
Credo quindi che sapere che si chiamano Daniele Buzzurro e Rosa Cristiano e che lavorano nella società Dreamyourmind sarà utile a tutti per comprendere meglio i loro punti di vista.
Ad esempio, finalmente si capisce perchè sono così pervicacemente a favore dello stage: sono i primi ad utilizzare stagisti nella loro attività!
Ecco infatti un annuncio disponibile su Internet:
http://www.lavoricreativi.com/annunci_agenzie/3_agenzie_annuncio.php?id=9137
Vi si legge che la Dreamyourmind ricerca una persona per uno stage di 3-6 mesi non retribuito! Stando così le cose, è ben ovvio che Daniele Buzzurro e Rosa Cristiano riempiano questo e altri blog di lunghe dissertazioni a favore dello stage e del lavoro atipico: ci campano!
Allora, forse è necessario chiarire alcuni punti, visto che quando ci troviamo di fronte a giornalisti di matrice veter comunista, qualsiasi cosa si dica viene logicamente rigirata a proprio uso e costume ...
- i blogger del settore del lavoro che sanno l'identità di tutti i componenti di prime sono attualmente 17.
Ognuno di questi ha seguito la procedura che da 1 anno indichiamo sempre: ha mandato una email alla nostra posta, e ha richiesto informazioni su di noi, informazioni che in privato vengono sempre date - in pubblico no per motivi di riservatezza.
- non parleremmo di "scoperta" qui nel tuo blog: il nostro nome è già girato tempo fa in alcuni commenti da parte di un altro ragazzo che si era messo a cercare su internet.
D'altro canto, diciamo sempre da anni che non esiste nulla di segreto, se non nella mente di chi ha piacere a far pensare che ci siano segreti. Tutto di tutti i prime è tranquillamente online, compreso di nomi, cognomi, storie personali, etc etc.
Basta saper cercare.
- il riferimento agli amici che non saprebbero chi siamo che tu fai è una battuta della persona in questione, la quale sa bene chi siamo da tanto tempo. Chiunque lo legge lo può capire, sembra impossibile male interpretare la cosa visto che l'autore lo dice all'inizio che si tratta di una cosa "meno seria" delle discussioni di prima - evidentemente hai letto poco bene.
- dreamyourmind utilizza stagisti come tutte le aziende, nei limiti consentiti dalla legge.
Siamo felici che dreamyourmind, cosi come le altre nostre ditte, non siano nell'elenco dei buoni da te fatto, perchè a nostro parere si tratta di un elenco di valenza altamente negativa per le aziende e per i ragazzi, come abbiamo + volte scritto.
La ricerca di uno stagista a cui fai riferimento è andata peraltro a suo tempo a buon fine: la ragazza ha svolto uno stage di 3 mesi gratuito dove ha imparato un mestiere, e sta attualmente iniziando a collaborare nella stessa ditta con un normale contratto.
Lo stage ha assolto il suo corretto compito quindi a norma di legge, erogare formazione, non essendo un contratto di lavoro.
Quindi la cosa interessante da concludere è: chi segue la legge sarebbe gente che campa con gli stage, chi invece come te predica di non seguiore la legge sarebbe quello che vede le cose per bene ...
Solo tu potevi scrivere una cosa così fuori dal mondo.
:-)
Un abbraccio
In quale film io avrei predicato di "non seguire la legge"?
Per tutto il resto, non commento. I fatti sono sotto gli occhi di tutti i lettori: se siete tanto aperti e trasparenti, perchè non vi firmate con nome e cognome e perchè non svelate gli altri 15 nominativi che aderiscono al gruppo Prime? Perchè per ora solo Buzzurro e Cristiano sono noti.
Elly, abbiamo le nostre procedure, e tu lo sai bene: ti è stato indicato finora 3 volte nel tuo blog di mandarci una email con una specifica richiesta, e avrai le risposte che cerchi, come fanno e hanno fatto tutti i curiosi fino ad ora in maniera normalissima.
Se non ci hai ancora scritto da allora rendi solo chiari i tuoi intenti demagogici che sono poi visibili a tutti.
Per il resto, nel tuo film quotidiano, in quel che tu fai qui, vai contro la legge e contro il bene comune in diversi casi tra i quali spicca il tuo spingere i ragazzi a considerare lo stage quello che non è.
Lo stage è per legge e per prassi formazione, il resto sono solo tue illazioni che tu vuoi spacciare a tutti quotidianamente come realtà.
Non hanno niente a che fare con nessun tipo di realtà.
Studia le leggi, i regolamenti, e cosa è davvero lo stage, prima di poterti permettere di chiamare a rigor di logica, ed essere quindi riconosciuta come "la repubblica degli stagisti".
Non puoi rovesciare sul capo dello stage la tua sfortuna personale di essere capitata in mano a dei capi che non rispettavano leggi e regole - e vediamo tutti come ti hanno ridotta e cosa ti hanno lasciato in mente.
:-)
Un abbraccio
"avete indicato le vostre procedure"? E chi siete, l'FBI?
Cari prime (di cui finalmente ora ho scoperto l'identità), lo stage non è formazione. Non lo è dalla mia esperienza e dall'esperienza di molti altri che continuano a svolgere sti benedetti stage a 30 anni suonati. Lo stage, inizialmente concepito come formazione, è diventato una forma di lavoro mascherato.Negare ciò risulta ormai impossibile, poi se a voi fa comodo questo è un altro discorso. Se non fosse così tanti giovani non emigrerebbero all'estero alla ricerca di migliori opportunità, dal momento che l'Italia non offre loro nulla. Questa purtroppo la realtà e se dall'alto nessun governo si prende la responsabilità di aggiustare la situazione, beh allora non so come andrà a finire. Perchè se un Paese non da la possibilità ai giovani di crearsi un futuro ma li costringere a dipendere dalle vecchie generazioni è un paese automaticamente destinato al fallimento. Purtroppo la realtà me lo conferma.
anonimo, lo stage è formazione, e questa è la realtà, che a te piaccia o meno.
Se poi tu hai avuto brutte esperienze, ce ne dispiace.
Non sei la sola ad averne avuta, non sei la prima, e non sarai mai l'ultima.
Persone sbagliate e scorrette ci sono tra i datori, tra gli stagisti, tra tutti insomma.
Ma da qui a dire altro, dovresti anche tu studiare il settore, per dare un senso reale alle tue parole.
:-)
Un abbraccio
Vorrei che tutti noi riflettessimo un po' sulla frase conclusiva della testimonianza di Matteo contenuta nell'articolo dell'Espresso.
"Ho chiesto, a titolo informativo, se era previsto un rimborso spese e mi hanno detto che mi avrebbero fatto sapere. Non mi hanno più chiamato, mi ha telefonato invece il responsabile del master chiedendomi perché mai avessi tirato fuori quella storia dei soldi".
E' questa la tragedia. E' per questo che i ragazzi migliori - o magari semplicemente i più intraprendenti - fuggono all'estero.
Perchè è inammissibile che a 26 anni, con laurea a pieni voti, master e già un anno di stage alle spalle, non si possa "tirare fuori la storia dei soldi". Ma cosa siamo, schiavi? Chi decide, e sopratutto secondo quali criteri, quando avremo la fortuna di meritare uno stipendio per i lavori che facciamo? Come mai alle imprese oggi viene data carta bianca, viene concesso di ignorare i titoli (università, master, esperienze pregresse) e di proporre stage gratuiti a gente che ha già un curriculum ricco - come per esempio quello citato nell'articolo del pubblicitario Matteo?
E' questa la questione su cui dovremmo riflettere.
All'estero fuggono non i + intraprendenti, ma semplicemente quelli che non hanno la forza di lottare per un miglioramento del loro futuro - e fanno male, oppure fuggono quelli che hanno ricevuto offerte irrinunciabili - e allora fanno bene, ma le statistiche ci dicono di quanti pochi siano.
Chi decide quando si deve essere pronti a meritare uno stipendio? Lo decide la competenza di ogni singolo ... siamo pieni di persone "presunte competenti" in questo paese, e di ragazzi pieni di teoria, ma davvero vuoti di pratica e di idee.
La competenza non è data dai titoli, ma da quel che davvero si è capaci di fare - che è tutta un'altra storia.
Non siamo in URSS, siamo in UE, ricordiamocelo sempre.
:-)
Un abbraccio
a geografo precario, URSS non esite piu' da tanto tempo.
SVEGLIA
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