L'Ordine dei giornalisti ha un problema. Ne ha tanti, a dir la verità, da Grillo in giù: ma uno, ora che maggio è arrivato, è "di stagione". Il problema sono gli stage estivi nelle redazioni giornalistiche. I sindacati dicono che gli stagisti rubano il lavoro (cioè le sostituzioni estive) ai giornalisti disoccupati. Gli editori possono risparmiare un bel po', mettendo al lavoro gratis giovani volenterosi e nella maggior parte dei casi già capaci. Alcuni giornali non li prendono direttamente più, gli stagisti, per risolvere a monte il problema. Peccato che, per gli studenti delle venti scuole di giornalismo italiane, gli stage non siano un optional: sono obbligatori per poter accedere all'esame di Stato.
L'Ordine è tra l'incudine e il martello. Da una parte ha i giovani che devono fare stage nelle redazioni. Dall'altra ha i sindacalisti con le antenne vigili. Dall'altra ancora ha un contenzioso con la Federazione italiana editori giornali che va avanti da quattro anni. E come decide di risolvere la questione? Vietando gli stage per i mesi di luglio e agosto (a partire dall'anno prossimo). Cioè penalizzando i soggetti più deboli. (per saperne di più, potete cliccare qui)
Ma non è giusto. Così, io e i giornalisti Damiano Crognali, Alessandro Trevisani, Elena Orsi, Gigi Furini siamo i primi firmatari di un appello all'Ordine e alla Federazione nazionale della Stampa italiana (potete cliccare qui per leggere il testo completo), per chiedere che al problema sia data un'altra soluzione. Più giusta e lungimirante. Partendo dal fatto che gli stagisti giornalisti non sono "semplici" stagisti: sono nella maggior parte dei casi praticanti. E pertanto ogni allievo praticante giornalista dovrebbe essere pagato come un praticante normale: e prendere, per i mesi in redazione, esattamente lo stipendio che prenderebbe uno regolarmente assunto con l'art. 35 del Contratto nazionale di lavoro giornalistico. Ma siccome non vogliamo esagerare, chiediamo solo una parte di quello stipendio: la metà. Per finirla con la storia dei praticanti di serie A (che l'ex direttore del Gazzettino Luigi Bacialli, nel suo libro "Casta stampata", definisce "in via di estinzione"!), assunti, e i praticanti di serie B, che oltre a pagarsi la scuola (da 4mila a 8mila euro all'anno) devono pure lavorare gratis come stagisti.
Questo post è dedicato a tutti i giornalisti: praticanti, pubblicisti, professionisti. Perchè leggano l'appello, qui a fianco, e decidano di sottoscriverlo e promuoverlo. Sottoscrivere l'appello è facile: basta scrivere una mail all'indirizzo appellostagistigiornalisti@gmail.com. E io spero davvero che saranno in tanti ad aderire. Perchè nei giovani, al di là di ogni retorica, c'è il futuro del giornalismo italiano.
lunedì 5 maggio 2008
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18 commenti:
Abolite davvero questo ordine allora se avete coraggio - vi fa solo del male.
La Storia ci insegna che fu creato da Mussolini per motivi di controllo della stampa e dell'informazione ... è strano che sia sopravvissuto fino ad oggi, e che una comunista come te non lotti per abolirlo.
Finalmente faresti una lotta sensata.
:-)
Un abbraccio
se la metti sul sito www.petitiononline.com è più facile che la gente la firmi (deve solo cliccare sul link e non mandare la mail).
brava!
La Storia (maiuscola?) ci insegna che l'ordine è stato creato nel 1963, il che non ne giustifica l'esistenza ma almeno toglie un po' di patina da quarto potere.
Per il manifesto da firmare invece ho un po' di dubbi, legati all'assurdità del mondo giornalistico attuale. Mi chiedo, perché un'azienda editoriale dovrebbe accettare uno stagista da una scuola se non è gratis? Perché dovrebbe essere costretta a pagare una persona di cui non conosce la formazione e con cui non ha mai collaborato, soprattutto con tutti i pregiudizi che circondano le scuole?
Penso che sarebbe fattibile ciò che proponi se le scuole accettassero un metodo valutativo, magari comune. Penso che le scuole abbiano un senso se otterranno contributi dai giornali per formare futuri giornalisti. E se chi paga di più potrà ottenere i migliori. Come negli Usa, no?
Ps. Sono diventato professionista grazie a una scuola di giornalismo.
Caro Umbro
dalla mia esperienza so per certo che molte testate si affidano alle scuole di giornalismo sapendo di "andare sul sicuro": sanno che per entrare in queste scuole (specialmente le più antiche e blasonate) c'è da superare una selezione non facile. Sanno che chi entra molto spesso ha già esperienza, è già pubblicista, o ha lavorato più o meno abusivamente in qualche giornale. E sanno infine che una volta entrati nella rosa dei selezionati, gli allievi vengono preparati per mesi nelle scuole, scrivono su testate cartacee, online, fanno radio e tv... Insomma, fanno un praticantato giornalistico vero e proprio.
Tu questo lo sai meglio di me, se sei diventato professionista grazie a una scuola di giornalismo!
Ecco perchè sono convinta che i giornali avranno sempre bisogno di "pescare" dalle scuole di giornalismo: anche se i servigi degli allievi-praticanti-stagisti non fossero più gratuiti, ma costassero qualche centinaio di euro.
@umbro
sei poco preparato, dovresti studiare un po meglio cosa la Storia ci insegna. Gli errori di ieri sono sempre le fondamenta degli errori del domani.
:-)
Stasera hanno parlato di stage e stagisti a Caterpillar, su Radio Due. Credo che sul sito del programma sarà disponibile a breve il podcast.
Cari colleghi, capisco il problema e da ex allieva Ifg (non chiedetemi di che biennio per favore...)non posso che solidarizzare con voi. Il fatto è, però, che non c'è legge italiana, a tutt'oggi, che obblighi le aziende a retribuire lo stage, quindi ho seri dubbi sull'esito di questa richiesta ...
Da blogger, invece, mi permetto di dare un consiglio all'autore di questo spazio, non lasciate spazio ai troll e non permettete che offendano o etichettino chi commenta attribuendo loro appartenenze politiche. Fatto questo potreste trovarvi in una lista indicizzati "per ideologia", come è capitato a me. Il che è sinceramente seccante oltrechè inquietante dal punto di vista della democrazia e francamente ridicolo (il mio blog risiede sul sito del Sole24 ore...).Ma credo che tutelare l'incolumità virtuale di chi legge sia la cosa più importante per chi tiene un blog
Rosanna Santonocito
Responsabile canale lavoro online Job24 - Il Sole24Ore
Gentile Rosanna
innanzitutto grazie per il tuo intervento. Io seguo spesso il tuo lavoro sul blog del Sole 24 Ore.
Per rispondere alla tua obiezione: alcuni master hanno una regolamentazione interna che prevede che gli stage finali (che di solito coincidono con gli ultimi 3 mesi di master) debbano essere retribuiti almeno un tot (es. 600 euro al mese).
In quest'ottica, l'Ordine dei giornalisti avrebbe uno strumento: il Quadro d'indirizzo per le scuole di giornalismo. E in quel quadro, a mio avviso, potrebbe inserire una clausola simile. A quel punto starebbe alle segreterie delle singole scuole lavorare alacremente per trovare ai propri allievi giornalisti praticanti stage retribuiti. "Contrattando", se necessario, con le testate.
Infine, tu giustamente sottolinei che pagare gli stage non è obbligatorio per legge. E' vero: ma nemmeno NON pagarli è obbligatorio per legge!
PS: per quanto riguarda il tuo riferimento ai "troll" che offendono ed etichettano: hai ragione. In effetti, come ben si capisce leggendo il mio blog, io non sono affatto comunista. Ma ho deciso di essere "magnanima" con queste persone, che si celano sotto il nome di "Prime" (ora anche "flessibilieprecari). Sono fastidiosi, lo so: ma i blog sono aperti, e allora io porto pazienza e accetto anche di sentirmi dare - completamente a sproposito, va da sè - della comunista...
cara eleonora
mi piace la proposta di far pagare gli stagisti. e mi sarebbe piaciuta ancora di più se qualcuno l'avesse fatta anni fa, in modo che anche i miei stage fossero retribuiti.
però non sono d'accordo sulla battaglia "stage" che invece tralascia il "dopo-stage".
che senso ha far pagare gli stagisti se al termine dello stage questi si troveranno disoccupati? credo che bisogna provarea a guardare un po' più lontano, la vita lavorativa non finisce a uno stage, anzi, da lì dovrebbe iniziare...e purtroppo non è così.
atsigats
Un passo alla volta, cara Stagista al contrario... Volendo fare un paragone forte, è come dire: perchè portare un vaccino in Africa, se tanto poi i bambini rimangono denutriti perchè le famiglie non sanno come sfamarli?
Per quanto riguarda il giornalismo: cominciamo dal problema del praticantato, poniamo un limite all'abisso che c'è tra i praticanti di serie A assunti con l'art. 35 del contratto nazionale e quelli di serie B che pagano la scuola e poi sgobbano pure gratis come stagisti nelle redazioni.
Un provvedimento positivo di solito ricasca positivamente sull'intero sistema.
Cara Eleonora,
sono assolutamente convinta che gli stagisti delle scuole facciano concorrenza "sleale" ai giornalisti disoccupati, in quanto per coprire le ferie altrui non percepiscono alcun compenso. La colpa non è loro, tutt'altro. Ma dell'Ordine che consente un uso anomalo di questi praticanti all'interno delle redazioni, o delle aziende stesse che li preferiscono impropriamente a colleghi un po' più formati.
Concordo con te, poi, che lo stagista delle scuole è un praticante a tutti gli effetti, ma mi chiedo come mai viene riconosciuto tale solo durante l'estate.
Perché invece non utilizzarlo durante l'anno, come si farebbe con un praticante "di serie A"? Tra l'altro per la mia esperienza, l'estate non è necessariamente un periodo vantaggioso. L'atmosfera è sonnolenta e spesso c'è poco da fare. Inoltre spalmare durante l'anno eviterebbe la dannosa concentrazione di 1.000 stagisti negli stessi mesi. Ecco perché sono d'accordo con te sul fatto che sia giusto e corretto assicurargli un piccolo rimborso spese in quanto praticante, ma non firmerò il tuo manifesto perché mi sembra giusto dare una chance anche a chi oggi è dall'altra parte della batrricata.
Cara Alphabeta,
provo a rispondere alle questioni che hai sollevato.
I praticanti "di serie A" insieme al contratto e allo stipendio ottengono una posizione all'interno della redazione: una scrivania, un computer, etc. E' normale che sia così, dato che dovranno passare - almeno - 18 mesi in quel luogo di lavoro. Invece per i praticanti "di serie B", cioè gli stagisti provenienti dalle scuole di giornalismo, il trattamento è ben meno lussuoso. Di solito, come tu magari già sai, nelle redazioni non ci sono postazioni espressamente dedicate a loro. E allora lo stagista di turno viene piazzato alla scrivania del collega in ferie, e trasmigra ogni tre-quattro settimane (ma a me è capitato anche più spesso - tipo: ogni giorno) nella scrivania libera.
Fare lo stage d'estate vuol dire quindi avere più chance di trovare un angolino dove piazzarsi, e inoltre - dato che molti sono in ferie - più chance di poter scrivere. Nei periodi in cui le redazioni sono al completo, è ben difficile che rimanga spazio per articoli di stagisti e/o collaboratori.
La seconda considerazione è che le scuole di giornalismo sono organizzate, appunto, come scuole. Molte sono legate ad un'università, che chiude i battenti alla fine di luglio e li riapre all'inizio di settembre. Impensabile quindi travasare le lezioni invernali in estate e prevedere gli stage estivi durante l'inverno, perchè rimarrebbero sempre quelle 6-7 settimane di black-out.
Tu potresti obiettarmi che gli allievi delle scuole in quel periodo potrebbero andarsene in vacanza. E' vero: ma a me un periodo così lungo di nullafacenza, malgrado l'innegabile nostalgico fascino, mi puzza troppo di liceo. E invece è proprio all'inizio che noi giovani giornalisti dobbiamo premere sull'acceleratore: e non possiamo certo permettere che i giornalisti praticanti allievi delle scuole se ne debbano stare con le mani in mano per quasi due mesi, perchè l'Ordine dei giornalisti non riesce a governare la concorrenza sleale tra loro e i disoccupati!
@rosanna santonocito
Ci dispiace che come già successo in passato tu classifichi male quello che non capisci - ma d'altro canto un conto è essere schierati come fa elly, che esprime le sue idee e la quale merita sempre rispetto: con lei si può anche non concordare, discutere e scontrarsi, ma si rimane tra persone civili.
Che ora poi tu abbia cambiato il taglio politico del blog che coordini è un fatto, ma questo è normale, dopo il risultato delle scorse elezioni ...
;-)
Un abbraccio
Perchè sono una stagista,
che ha fatto sei mesi all'Ansa, senza il minimo di rimborso,
e senza nessuna scuola alle spalle.
Perchè è più di un anno e mezzo che scrivo in un quotidiano regionale.
Due anni di lavoro gratis, e non basta:
perchè a ottobre dovrò fare anche l'esame,
per ottenere un maledetto tesserino da pubblicista che non cambierà il mio status.
Perchè non posso permettermi una scuola di giornalismo,
ed allora, io, il posto fisso me lo scordo in questo campo.
Perchè mi sono stufata di questo precariato che mi logora,
perchè ho 24 anni,
voglio che mi sia data la possibilità di dimostrare il mio talento e le mie capacità.
Per questo e per molto altro firmo l'appello.
Romina,
le possibilità le possono trovare tutti, basta saper cercare.
Un abbraccio
Cara Romina, grazie mille per la tua testimonianza. Sono contenta che tu abbia deciso di firmare, e molti altri lo stanno facendo.
Ecco alcuni dei messaggi che ci arrivano:
"Aderisco volentieri all'appello: è una proposta che io stesso faccio da anni"
"Condivido in toto le vostre ragioni. Nella professione si deve entrare dopo una scuola o un concorso, mai più senza titoli per chiamata diretta"
"Senza lo stage estivo, non avrei mai potuto mettere il naso nei giornali, io che non avevo alcuna conoscenza… Appoggio senza dubbi la vostra iniziativa"
Sono davvero contenta che l'iniziativa stia avendo questo successo. Continuate ad aderire, colleghi giornalisti!
Ciao Ele,
come sai sono una giornalista pubblicista, ho lavorato per 4 anni senza prendere una lira e non posso permettermi una scuola di specializzazione in giornalismo. Sono favorevole a trattare gli stagisti come persone che lavorano ma sarei ancora più favorevole a controlli mirati nei giornali. Talvolta vi sono anche stagisti di serie B...
PS: segnalo la notizia ad altri colleghi
buongiorno a tutti,
vi faccio una domanda che da mesi mi cruccia, dato il comportamento della maggior parte delle redazioni (nel mio caso palermitane). Io sono uno studente del corso di "giornalismo per uffici stampa" della facoltà di Scienze della Formazione. Il mio percorso di sudi prevede, all'ultimo anno della triennale, uno stage di 100 ore presso una testata giornalistica. Sono stato "utilizzato" per due mesi per fare il lavoro sporco, quello che annoia un po' tutti. Mi era stato detto da un professore, e inizialmente era stato confermato anche dal caporedattore della testata, che gli articoli mi sarebbero stati pagati (dettaglio "insignificante") o quanto meno che mi sarebbero state date le ritenute da cumulare per questo "affascinante" tesserino da pubblicista. Ovviamente, e come era prevedibile, arrivato alla fine dello stage, il caporedattore si è rimangiato quanto stabilito all'inizio, cioè il pagamento e l'accreditamento (se così si può dire) dei pezzi scritto durante le 100 ore. Morale della favola, vorrebbero accreditarmi solo quei pochi pezzi fatti fuori stage, e altrettanto ovviamente, non mi rispondono neanche alle mail per concludere la questione. Come funziona realmente?
Grazie dell'attenzione
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