venerdì 12 dicembre 2008

MICHEL MARTONE E LA PAURA CHE PARALIZZA I GIOVANI

L'altro giorno ho acceso Sky Tg 24 e mi sono imbattuta in Michel Martone. Il professore, che potrei definire giovane-e-dalla-parte-dei-giovani, parlava proprio del futuro che si apre per noi qui in Italia: incognite, difficoltà, tranelli, mancanza di meritocrazia, mancanza di fiducia. A un certo punto ha detto una cosa che mi ha colpita: nei 20-30enni c'è tanta paura. Paura di non farcela, di sbagliare, di prendere una strada diversa, di cadere e non riuscire a rialzarsi. Una paura che paralizza anche le menti migliori, che impedisce di prendere in mano la propria vita, rischiare, osare.
E mi è venuta in mente una ragazza che mi ha scritto qualche settimana fa per raccontarmi la sua storia. Laureata in Chimica, assunta a tempo determinato in un'azienda che con questa materia ha ben poco a che fare, si sente frustrata e ha fatto tanti colloqui per trovare un altro posto, ma è stata sempre rimbalzata con le motivazioni più disparate. Ora sta accarezzando l'idea di fuggire all'estero, magari per un master: «Ma ho ancora molti dubbi. La più grande paura è tornare in Italia (perché ho intenzione di farlo) e trovarmi senza un lavoro all'alba dei 30 anni». Nella mail spiega che già adesso durante i colloqui le dicono che è troppo qualificata... «Ho paura di fare la scelta sbagliata partendo» confida «ma non voglio lavorare per tutta la vita in ambienti poco stimolanti e che non mi aiutano a crescere».
Così, mentre sullo schermo guardavo Michel Martone, pensavo a questa 27enne che nella ricca e operosa Lombardia si sente soffocare e non riesce a trovare uno sbocco professionale - malgrado una di quelle lauree scientifiche che tutti invocano. E che è paralizzata dall'angoscia di fare un passo falso, di lasciare il certo per l'incerto, di non riuscire a raggiungere i suoi obiettivi, di dover rendere conto ai genitori - che la sostengono ma non incoraggiano la sua fuga all'estero - di un eventuale fallimento.
La paura, è vero, troppo spesso cammina al nostro fianco. E a volte, come una nonna con il nipotino, ci frena proprio sul ciglio di una strada, impedendoci di attraversare.

14 commenti:

Anonimo ha detto...

E' proprio vero: abbiamo paura! Paura di tante cose, e tu Eleonora le sintetizzi molto bene in questo post!Mi riconosco in questa ragazza laureata in chimica, e anche io ho una laurea scientifica, ho 26 anni e nell ricca Lombardia pare ci sia posto per me come stagista o con contratti atipici. Il problema secondo me è questo: potremmo, come atanti ci accusano di non fare, "alzare la voce" e dire no a certi stage fuffa, ma se per esempio io lo rifiuto ce ne sono dietro di me altri 100 che lo accettano!Non me la sento di dargli torto. Mi metterei nei panni di chi,frustrato dopo mesi che non lavora, si trova davanti ad uno stage che, per pessima soluzione che possa sembrare, gli dà la possibiltà di "tirare avanti" (...) per un po'. Si sente ovunque gente che dice: "se fai esperienza all'estero e poi torni qua, trovi il posto che vuoi!". Secondo me non è vero! Si finirebbe davvero come questa 27enne chimica che si sente dire che è troppo qualificata!!! Nel mio settore, che è l'informatica, per esempio, si guadagnano mediamente 1200 euro inizialmente. In UK la cifra raddoppia!!!!RADDOPPIA! Ahimè di fronte ad un divario economico cosi elevato, ad opportunità più meritocratiche e ad un sistema del lavoro funzionante come si fa a dire di no? Dico ahimè perchè questo significa partire dall'Italia!!!E secondo me chi mai decidesse di partire non lo deve fare con l'intenzione di tornare, se no non partirà mai!!! E' triste, ma andarsene sembra davvero la soluzione migliore, e non è sicuramente facile!!!

Anonimo ha detto...

E' meglio che non parta.
Se ha qualche dubbio cerchi nel web testimonianze di chi ha vissuto all'estero e poi e` tornato....chi e` che poi si e` fermato? nessuno o pochissimi proprio per motivazioni personalissime.
Se ti abitui ad un certo modo di lavorare ed a una certa remunerzione e quindi a un certo stile di vita, come fai a tornare indietro?
Io personalmente mi ritengo fortunato perche` amo questo paese e cmq non tornerei per nessuna ragione....vengo in Italia giusto adesso a Natale, ma a Pasqua vorrei che i miei venissero su...altrimenti vado solo un paio di giorni.
Qualcuno mi dica come farei, anche volendo, a tornare ed ad accettare di prendere come stipendio meno della cifra che qui metto via, risparmio ogni mese tolto affitto, divertimenti, spese...tutto...
Nel dubbio non partite, state a casa che e` meglio...emigrare non e` per tutti.

Anonimo ha detto...

Cara Laureata in Chimica,

non avere paura. Non ce n'è motivo. Il futuro è tuo (sembra strano sentirselo dire, vero? Ma è proprio così). Scegli presto una direzione (che sia in Italia o all'estero) e metticela tutta. E, cosa più importante, non lasciare MAI che nessuno ti sfrutti. Qualsiasi cosa questo comporti. La dignità non ha prezzo. Figuriamoci per un cococo o uno stage. Poi, nel caso tu decida di partire, se senti di aver bisogno di qualche dritta, non esitare a chiedere (Eleonora ha i miei contatti).

It's your time now.

Riccardo

Anonimo ha detto...

caro mauro, io sono laureata in materie umanistiche e pensavo che chi è laureato in materie scientifiche,soprattutto a indirizzo informatico, e abita nel nord d'italia se la passasse decentemente!e invece la situazione in italia è peggio di quello che pensavo!!!!!!!!!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

Ben venga il lavoro all'estero, se non altro per rinforzare le magre conoscenze linguistiche degli italiani (l'inglese "fluente" è molto richiesto, ma anche le altre lingue straniere: tedesco, francese, ecc.). Non aspettatevi però lavori qualificati (a meno che non abbiate lauree tecniche o abilità immediatamente spendibili: meccanici, parrucchieri, ecc.), accontentatevi di lavori come camerieri, baristi, ragazze alla pari, ecc., Chi è giovane si trovi un lavoro estivo sul sito dell'Eures, ne vale la pena:
http://europa.eu.int/eures/home.jsp?lang=it

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti!!
Sono la chimica in questione..
Innanzitutto ringrazio Eleonora per il post che ha dipinto perfettamente la mia situazione..
MAURO..pensavo che in informatica la situazione fosse migliore ma evidentemente sbagliavo.. :(
LAVALIGIADICARTONE..immagino che emigrare non sia per tutti ma se non si prova come si fa a saperlo?tu non avevi dubbi prima di partire?Ho capito che alla fine la scelta migliore è andarsene dall'Italia ma mi sembra normale e umano avere un po' di paura per ciò che non si conosce,no?
RICCARDO..grazie per le parole..hai perfettamente ragione quando dici che il futuro è mio..solo io posso cambiarlo o almeno provare a farlo!!Ci sentiamo presto-->chiederò a Eleonora la tua mail..
ALEX..sono una persona umile che ha sempre accettato anche lavori umili(ho sempre lavorato dal tempo delle scuole medie inferiori)..non ho paura di 'piegare la schiena' anche se sono laureata..anzi!! Ma non capisco perchè all'estero, secondo te, si può ambire solo a lavori non qualificati??
Io punto all'estero soprattutto per questo!!!!
grazie a tutti..

Anonimo ha detto...

@ laureata in chimica: Purtroppo, "tutte le lauree sono paese"! :( Nel senso che qui in Italia conosco anche gente con tanto di MBA che si sente proporre stage!!! Purtroppo anche con la laurea scientifica la situazione non è molto diversa. Tante volte viene proposta una mansione che potrebbe tranquillamente svolgere un tecnico o un perito piuttosto che un ingegnere! Peggio ancora chi ha una laurea umanistica, che è più difficilmente "piazzabile" da qualche parte.
Capita spesso che, con una laurea scientifica, le aziende si prendano la briga di avviarti al loro interno con corsi tecnici (es. programmazione),ma in fin dei conti dopo il corso ti ritrovi con uno stage! Allora io dico: visto che lo stage ha il compito di formare il candidato per poi inserirlo nell'ambito lavorativo, a cosa diavolo serve fare un corso prima? Mi sembra piuttosto ridondante come metodo...mah!
Quindi,cara laureata in chimica, se vuoi essere apprezzata e rispettata nel mondo del lavoro, questo non è esattamente il paese in cui stare...E' triste, ma è cosi!
Anche io ho dei dubbi e della paure sul fatto di partire, però sento che il mio posto non è qui, perchè se guardo avanti non vedo futuro!Come potrei mettere su famiglia, comprarmi una casa e costruirmi una vita senza un lavoro sicuro?

Unknown ha detto...

Anche io dopo la laurea (umanistica) pensavo di andare all'estero con l'idea di dovermi adattare a quei lavori umili di cui qualcuno parlava proprio in questo dibattito. Poi ho sentito alcune esperienze. Eh si, a meno che non hai una laurea scientifica la strada rimane un pò quella di fare lavoretti a vita, anche all'estero, con l'unica differenza che sono pagati bene e più sicuri(e non è poco). Allora ho provato ad insistere qui in Italia, a Torino. Ho fatto sei mesi di stage non retribuito e senza finalità assuntiva ritrovandomi oggi a battere tutte le strade possibili. L'ultima di oggi è il venditore con fisso(750euro)più provvigioni, soluzione che ho sempre evitato viste le mie note inclinazioni verso qualcosa di completamente opposto.
E la paura è tanta, mista ad un senso di oppressione, di costrizione a fare qualcosa che va contro tutte le inclinzioni. Sento un senso d'inadeguatezza e frustazione veramente pesante. E' un sentimento che crescendo soffoca tutti i miei desideri e le forze per raggiungere gli obiettivi più semplici.Proprio come un'ape che non trova più la luce del sole. Sbatte rumorosamente sulla luce artificiale...perdendo la sua natura ad ogni colpo.

Anonimo ha detto...

Caro Mauro, non ti puoi neanche immaginare quante volte, durante le mie giornate lavorative, mi chiedo che c’entra quello che faccio con quello che ho studiato; quante volte mi sento inadeguata e sprecata. Non è che penso di essere un Mozart della chimica ma è veramente veramente frustrante dovere fare delle cose che prima venivano svolte anche da una persona con licenza media.
So che i datori di lavoro pensano solo ai propri interessi ma è possibile che non si mettano mai nei panni di un laureato??
E’ poco che sono laureata ma sono già disgustata da tutto..a partire dalla totale mancanza di meritocrazia e del valore del titolo di studio fino ad arrivare agli annunci di lavoro (‘ cerco chimico analista […] clausola a piè annuncio: 'laureati astenersi dal rispondere’, e molti altri)
E’ da molto tempo che sono giunta alla tua stessa conclusione..l’Italia non è il paese in cui voglio restare!!
Concordo nel dire che è triste e aggiungo anche che non è giusto essere quasi costretti a fare le valigie se si desidera un lavoro soddisfacente, appagante ma soprattutto in linea con i propri studi!!!

Cara Mariaelena..Purtroppo la frustrazione e il senso di inadeguatezza di cui parli mi sono molto familiari!!
Anche io, come te apina, ho sbattuto le ali sulla luce artificiale ma sono riuscita ad accorgermi che non era quello che volevo!
Non mi va di accontentarmi della mediocrità senza nemmeno provare a tornare alla luce del sole..preferisco buttarmi nel mondo e magari sbattere il naso!!!
Per questo motivo mi permetto di darti un consiglio...non devi permettere che questi brutti sentimenti soffochino i tuoi desideri..devi cercare di reagire..
Per quanto mi riguarda da quando ho accarezzato l’idea dell’estero mi sento più serena e più viva..sono consapevole delle difficoltà, soprattutto iniziali, ma spero che le cose all’estero siano veramente differenti!!!
Quindi Mariaelena cerca di stare su di morale che la vita è bella!!!

la chimica in questione

Anonimo ha detto...

Cara chimica, so che non vuoi passare per una Mozart del tuo campo, vorresti solo un lavoro che premiasse i tuoi sforzi nello studiare! Beh, che dirti? Benvenuta nel club! :) Ed estendo il benvenuto anche a Mariaelena! :) Effettivamente come dici tu è bello pensare che qui fuori da qualche parte si possa essere apprezzati e appagati da un buon lavoro interente ai nostri studi. La frustrazione molte volte taglia le ali, nel senso che perdi la voglia di fare quello che stai facendo! Ma dall'altra parte non puoi permetterti di perdere la motivazione perchè c'è uno stage o un contratto a progetto in scadenza da confermare, e al minimo errore sei fuori! Pensa che proprio mentre sto scrivendo ora, una mia collega di reparto è stata licenziata per fare posto a una cara vecchia amica dei capi...Motivazione ufficiale del licenziamento?Taglio dei costi! Risultato finale? Le persone sono le stesse di prima in numero! Purtroppo è cosi! e proprio perchè io non lo accetto, io da qui me ne vado! La mentalità malata di questo mercato del lavoro che trova spazio solo se conosci qualcuno (e non qualcosa) è troppo radicata qui! Altro che giovani bamboccioni! tre quarti dei miei coetanei che conosco se ne vogliono andare, se ne sono andati o stanno progettando di farlo (e io rientro tra questi...Londra Arrivo! :P)

Anonimo ha detto...

io sono davvero preoccupata per il futuro, sicuramente andare all'estero per il singolo è la soluzione migliore. qui in italia non c'è futuro, questo paese è una nave che affonda, chi ha la scialuppa è meglio che la usi per approdare a nuovi lidi.

Anonimo ha detto...

ok..ragazzi!!
Londra si ritroverà sicuramente con un laureato in informatica e una in chimica (in +) nel corso dell'anno prossimo!!!
Per chi volesse contattarmi la gentilissima Eleonora ha la mia mail e il mio 'recapito' facebook.

Faccio i miei migliori a tutti!!!

Ringrazio nuovamente Eleonora per questo fantastico spazio di sfogo!!

la chimica in questione

Anonimo ha detto...

Attenzione a scegliere proprio la città più cara d'Europa per la vostra emigrazione... Dovete contare che non guadagnerete dal primo giorno, e che quindi ci sarà un periodo di tante uscite e poche entrate. Se scegliete come meta un posto così costoso, dovrete mettere in conto di sborsare parecchie migliaia di euro anche solo per vitto e alloggio per i primi mesi.
Ci sono tanti altri posti, magari all'Est, che possono offrire opportunità e contemporaneamente anche un costo della vita non insostenibile.

Mario

Anonimo ha detto...

Scusate, ma all'estero sono ancora così elevate le opportunità di inserimento lavorativo? La recessione economica non è globale?