Innanzitutto, scordatevi la parola master. Quella non c'entra niente. Qui si tratta di stage: stage speciali, però. Stage all'estero, in aziende prestigiose ed enti internazionali. Stage pagati profumatamente. Stage che servono a imparare le lingue, ampliare gli orizzonti, trovare lavoro.
Sogno o realtà? Realtà. L'iniziativa è della Fondazione CRT, che dal 2004 gestisce appunto il progetto Master dei Talenti (occupandosi, oltre che di neolaureati, anche di neodiplomati e di musicisti). Ogni anno mette sul tavolo circa 2 milioni e mezzo di euro, e manda un'ottantina di giovani appena usciti dall'università in giro per il mondo. Gli stage durano nella maggior parte dei casi 12 mesi, possono essere svolti interamente all'estero o parte all'estero e parte in Italia. Nei mesi in cui lo stagista resta in Italia, il rimborso spese è di circa 1200 euro netti mensili; nei mesi in cui va all'estero, percepisce una somma che può arrivare fino a 3500 euro lordi mensili. Non avete letto male: il concetto-base è permettere agli stagisti di vivere dignitosamente mentre imparano, ecco tutto.
Il rimborso spese infatti non lo eroga l'azienda, bensì la Fondazione. Che stabilisce somme differenziate a seconda del costo della vita nel Paese e nella città dove il ragazzo andrà: i rimborsi più alti - prevedibilmente - sono per New York e Tokyo.
Chi può fare domanda per accedere? I cittadini italiani neolaureati nelle università del Piemonte e della Valle d'Aosta che abbiano terminato il percorso accademico in tempi brevi (non più di 24 anni per la triennale, non più di 27 per la specialistica) e con votazioni buone (minimo di 105 per le facoltà umanistiche, minimo 99 per il Politecnico e altre facoltà particolarmente "severe").
In quattro anni la Fondazione CRT ha spedito in giro per il mondo 188 neolaureati: di questi, il 30% è poi rimasto all'estero. Di coloro che vanno in stage in azienda, il 95% al termine del tirocinio riceve un'offerta di lavoro.
L'altr'anno per 80 posti ci sono state 523 candidature. Il prossimo bando uscirà il 1° febbraio 2009. Ragazzi, questa è un'occasione: chi può ci provi. Questo sì che è uno stage a cinque stelle.
venerdì 25 luglio 2008
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16 commenti:
Testimonio per avervi partecipato che è un'iniziativa fantastica...
Vale veramente la pena candidarsi, se si hanno i requisiti per farlo, perché è un'opportunità di crescita unica, sia personale che professionale!
L'unica cosa che bisogna avere è la voglia di mettersi in gioco e l'apertura verso nuovi orizzonti!
In bocca al lupo a tutti i futuri candidati.
^____^
Peccato solo per Piemonte e Valle d'Aosta...
Solo Piemonte e Valle d'Aosta... il sud come al solito escluso da tutto!
Eh sì, purtroppo il "neo" di questa iniziativa è che è riservata solo ai laureati degli atenei piemontesi e valdostani.
C'è da dire che una grande percentuale di "stagisti CRT" proviene dal sud: sono quei ragazzi che si sono trasferiti per studiare, sopratutto a Torino, e che quindi possono usufruire di questa opportunità.
Comunque, da bravo "segugio", continuerò a investigare per scoprire se ci sono anche in altre regioni altre iniziative virtuose da segnalare.
Le buone notizie fanno bene al cuore: e questo Master dei Talenti, anche se "geograficamente limitato", mette davvero di buonumore... Perché dimostra che c'è davvero un modo sano di declinare lo stage - facendolo diventare un momento di gratificazione e crescita professionale, anzichè di frustrazione.
Salve a tutti,
eravamo insieme nella pagina dedicata agli tage da glamour di giugno. Il primo episodio del nostro film "La ballata dei rpecari" sarà proprio sugli stage e si intitolerà "StRagisti".
Primo ciack il 31 luglio
Volete seguire la lavorazione? http://laballatadeiprecari.giovani.it/
posso testimoniare che la Fondazione Crt effettivamente lavora molto bene con giovani talenti, nei quali investe e dai quali riceve anche partecipazione e risultati. Un caso da prendere a esempio, che potrebbe essere seguito anche in altre regioni e dal fondazioni del resto d'Italia
Ciao eleonora!sono Valentina, un'aspirante giornalista della Sicilia e mi sono appena diplomata al linguistico..sn nel caos più totale xkè nn so quale sia la facoltà giusta x fare qst mestiere..scienze della comunicazione non dà altri sbocchi x il futuro e vista e considerata la condizione dei giornalisti in italia..non so in quale città recarmi..qui a palermo c è il corso in "giornalismo x uffici stampa"e il master è anke riconosciuto dall odg, ma nn so se palermo possa darmi tutte qst possibilità..avevo pensato a roma, poi a milano..alla cattolica ci sn buoni corsi di laurea ,anke lettere cn indirizzo comunicazione..tu hai qlk consiglio da darmi sull'università e sulla strada da intraprendere?ti ringrazio tantissimo e auguri x la tua carriera...
Cara Valentina
in effetti, non c'è una "facoltà giusta" per diventare giornalisti. Scienze della Comunicazione è ormai inflazionata, non la consiglierei più a nessuno: io stessa, che l'ho scelta nell'ormai lontano 1997, se tornassi indietro la lascerei perdere, e punterei altrove.
Dove?
Nel mio caso, probabilmente a Giurisprudenza. Nel tuo... dipende da te, dalle tue inclinazioni, da quale tipo di giornalismo ti interessa. Ti dico quattro facoltà che secondo me offrono una formazione che, al giorno d'oggi, è utile alla maggior parte dei giornalisti:
1) Giurisprudenza
2) Economia
3) Scienze diplomatiche / Relazioni internazionali
4) Storia
Oppure, dato che hai fatto il liceo linguistico, potresti studiare una lingua emergente: cinese, giapponese, russo, indiano, arabo. Lingue che non tutti parlano e che danno un vantaggio competitivo, in una redazione, ai giornalisti che le parlano.
(Detto questo, i giornalisti hanno le formazioni più disparate: c'è anche chi è approdato alla professione dopo essersi laureato in fisica o in ingegneria!)
Dopo la laurea triennale, potresti prendere in considerazione l'idea di provare a entrare in una scuola di giornalismo: anche se - lo dico sempre - è una strada irta di difficoltà, costosa e incerta.
L'altro consiglio è: ovunque tu vada a fare l'università, cerca di cominciare da subito a collaborare con qualche testata giornalistica, anche piccola, per farti le ossa e capire se questo mestiere ti piace davvero.
Perchè una cosa è dire "Vorrei fare il giornalista" e una cosa è, poi, affrontare la dura - e talvolta amara - gavetta che tocca a (quasi) tutti gli aspiranti giornalisti. Io non scoraggio mai nessuno, men che meno una 19enne che ha tutta la vita davanti e tutte le potenzialità per realizzare i suoi sogni.
Dico solo che l'unico modo per capire realmente se questo mestiere ti appassiona davvero, se sei tagliata per farlo, è non perdere tempo e cominciare a farlo - anche partendo dal piccolo giornale di provincia.
Valentina:
Scienze della Comunicazione, indirizzo Giornalismo - anche se spesso è a numero chiuso.
:-)
Da giornalista, dissento con il parere di chi mi ha preceduto: fare Giornalismo o Scienze della Comunicazione indirizzo Giornalismo all'università non serve assolutamente a niente per la professione giornalistica.
Anzi: nelle redazioni, purtroppo, gli studenti di Scienze della Comunicazione sono visti anche abbastanza male, perchè è opinione comune che studino materie inutili e che escano dall'università poco preparati.
@marianna
la tua opinione è rispettabile certamente, anche se fa poi abbastanza a pugni con la realtà.
Esiste a tuo parere una laurea migliore e più adatta? Discutiamone volentieri.
Pensa che siamo pieni a SdC sia di ragazzi che vogliono fare i giornalisti - purtroppo si è dovuto da anni mettere in numero chiuso su Giornalismo, che di richieste da parte di giornalisti non laureati in maniera specifica sulla materia - o non laureati per niente - di prendere una laurea in SdC che gli dia una qualifica maggiormente professionalizzante.
Poi che gli studenti - giovani e vecchi - siano poco preparati è una realtà, ma dipende poco dalla laurea in se, quanto più da loro nella maggior parte dei casi.
Le punte di eccellenza che sono non poche e ci sono sono davvero di livello elevato, e sono le persone che poi vedi inserite nel settore a livello elevato.
@valentina
non ti demoralizzare, c'è spazio per tutti, basta credere in se stessi e avere competenze vere, oltre che lavorare sempre per costruire qualcosa.
:-)
Un saluto
Credo che il punto fondamentale da chiarire, a beneficio della giovane Valentina e di tutti coloro che sognano di diventare giornalisti, è questo: fare Scienze della Comunicazione non dà NESSUN vantaggio competitivo, rispetto ad altre facoltà, per entrare nel mondo del giornalismo.
Anzi, ad oggi la facoltà di Scienze della Comunicazione insieme a tutti i suoi vari corsi di laurea (compreso Giornalismo) è fortemente svalutata, non sono pochi dentro e fuori il mondo accademico e giornalistico a giudicarla in maniera negativa: in questo concordo con l'osservazione della collega giornalista Marianna.
Confermo quindi il mio consiglio precedente.
Vi ringrazio tutti x i consigli ke mi avete dato!cercherò di farne tesoro..certamente so bene quanto, al di là della facoltà intrapresa, sia importante l esperienza diretta e la collaborazione con giornali e giornalini x farsi le ossa ed entrare in qst mondo. Sono stata caporedattrice del progetto giornalismo al liceo e attualmente collaboro gratuitamente con Trs, un'emittente radiotelevisiva locale, ma mi rendo conto di essere solo all'inizio. Sogno di fare la giornalista dalla quinta elementare, quindi nn mi darò x vinta: voglio realizzare qst mia aspirazione!ce la metterò tutta;) grazie ancora Un abbraccio!A risentirci
Ogni tanto passo a leggere il blog...oggi son tornata e mi trovo chiamata in causa...Sono una ragazza Siciliana di 25 anni che ha studiato e lavorato a Torino. Da un mese sono in Germania grazie al Master dei Talenti. Ringrazio Eleonora per la precisione nella descrizione del progetto.Ci tengo a sottolineare che e' una grande iniziativa, un po' dura, ma molto molto stimolante. Io la consiglio a chiunque voglia fare una VERA esperienza lavorativa all'estero.
In bocca al lupo a chi vorra' prendere i nostri posti il prossimo anno
Tschüss!
L'anno scorso ho partecipato ad un progetto della Fondazione c.r.t. che mi ha permesso di trascorrere un anno in una cittadina cinese a circa 200 km da Shanghai.
E' stata un'esperienza unica ed irripetibile (non solo dal punto di vista professionale) che consiglierei a chiunque.
Mi raccomando candidatevi numerosi!
A presto
Fla
testimonio anch'io che ci sono dentro adesso!
è qualcosa di irripetibile.
ogni mattina entro nel campus delle nazioni unite e con un bellissimo parco, gente che proviene da tutto il mondo (con abiti, colori e profumi variopinti e variegati), e colleghi simpaticissimi, mi dico quanto sono fortunata...
e per di più sono pagata OGNI MESE!
certo, non appena finirà sarà durissima abituarsi a stipendi da fame...
Alessandra
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