lunedì 2 febbraio 2009

SUPERSTAGE CALABRESI, SI RIAPRE IL DIBATTITO / SCRIVONO A ICHINO I TRE RETTORI DEGLI ATENEI CALABRESI E UN SUPERSTAGISTA DISSIDENTE

Continua sul sito del senatore Pietro Ichino la discussione sulla questione dei superstage calabresi, scoppiata proprio qui sulla Repubblica degli Stagisti.
In una lettera datata 29 gennaio i rettori dei tre atenei della regione (Giovanni Latorre, Massimo Giovannini e Francesco Costanzo) scrivono a Ichino: «Le università regionali, operando finalmente come sistema formalmente integrato, hanno risposto positivamente alla domanda di formazione proveniente dal territorio, senza rivendicare alcun beneficio, tantomeno di tipo economico [...] Chiunque potrà rendersi conto che si tratta di una formazione intensa, orientata a fornire agli allievi, in possesso delle lauree più diverse, una conoscenza condivisa del sistema delle pubbliche amministrazioni, con una particolare attenzione a [...] la conoscenza dell'inglese, la diffusione dell'informatica, la gestione delle risorse comunitarie». Rivendicando quindi l'alto valore formativo dell'iniziativa promossa dal consiglio regionale calabrese.
Di contro, uno dei partecipanti del Programma Stages 2008 scrive il 21 gennaio a Ichino smentendo questa versione dei fatti: «Completerò domani il mio periodo di formazione iniziale presso l’università.
[...] Una serie di lezioni rapidissime e approssimative di Diritto amministrativo, Economia, Politiche comunitarie [...] si è trattato di una formazione molto scadente... Sa come viene effettuata la verifica delle conoscenze che si sono eventualmente ‘acquisite’? Tramite un questionario a risposte chiuse che ci viene fornito prima e che naturalmente viene compilato ‘collettivamente’».
E continua: «Cosa vale per me questa formazione? Niente...Vale qualcosa fuori della Calabria? No, credo proprio di no... E certo non sarà più formativa l’esperienza che farò nell’ente. [... ] A oggi io non so se sono uno stagista, un dipendente a tempo determinato o altro... Fino a qualche giorno fa molti miei colleghi erano d’accordo con quanto Le sto dicendo. Tuttavia da un lato il bisogno, dall’altro la paura di schierarsi contro il Consiglio regionale li ha portati ad assumere una posizione di difesa come può leggere nel blog della repubblicadeglistagisti e come potrà vedere domani sera alle 23 su Terra, il programma di Canale Cinque».
La testimonianza del superstagista, che chiede a Ichino di tenere riserbo sul suo nome, si chiude con una denuncia:
«Noi stessi stagisti – che stiamo ricevendo un danno ‘di formazione’ e professionale e direi anche ‘contrattuale da questa iniziativa – abbiamo paura di dire la verità. Questo perché qui in Calabria contano le amicizie, conta la clientela e dunque è bene non contrariare certe persone dicendo liberamente quello che pensi, perché domani grazie a quell’amicizia, a quella conoscenza il tuo ‘lavoro’ o ‘stage’ biennale potrebbe diventare a tempo indeterminato... Tenga conto, Senatore, di questa cultura, di questa mentalità, che ci spinge a nasconderci, che ci spinge persino per convenienza a mentire, a non dire la verità, a non presentare le cose per come sono avvenute e avvengono, in sostanza a rinunciare, direi, persino ai nostri diritti civili».

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Sul sito di Ichino è possibile scaricare il testo completo di entrambe le lettere)

2 commenti:

Unknown ha detto...

Se qualcuno dei tanti giornalisti da salotto si fosse occupato di andare sul posto ad accertare i fatti, anzichè rilanciare le voci e le polemiche senza controllarle, si sarebbe avuta un'immagine più veritiera su questo stage. Marco Corrias di "Terra!" lo ha fatto e ne ha fornito un racconto oggettivo, ben lontano da quanto affermato nella lettera del presunto stagista: perchè nessuno fa riferimento a quel servizio?
E poi chi è Pietro Ichino per sindacare della validità di questa iniziativa? Cosa ha fatto lui per migliorare le condizioni del lavoro in Calabria? Cosa ne sa della Calabria? Perchè non si occupa di come si spendono (e si sprecano) le risorse economiche nel suo collegio elettorale? Se ha tanto a cuore le condizioni del lavoro al meridione, perchè non spinge le aziende del nord ad aprire filiali al sud, così i giovani meridionali possono avere opportunità professionali anche senza essere costretti ad emigrare.

Anonimo ha detto...

xò il superstagista rimane...nn ha rinunciato...l'accredito sul conto gli fa comodo...e vigliaccamente si nasconde!