martedì 13 gennaio 2009

LA REPUBBLICA DEGLI STAGISTI RACCOGLIE LE VOCI DEI SUPERSTAGISTI CALABRESI

La Repubblica degli Stagisti ha raccolto le testimonianze di alcuni superstagisti, i laureati d'eccellenza della Calabria che stanno partecipando al Programma Stages 2008 promosso dal consiglio regionale.
Ecco le prime storie:
- Francesco Bonsinetto, dalla cattedra allo stage
- Francesco Luppino, l'ingegnere stagista
- Serena Carbone: una proposta al consiglio regionale per valorizzare davvero noi superstagisti
- Pietro Canale, il commercialista stagista

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Queste storie assomigliano a quello che ho vissuto lo scorso anno a catania in uno dei corsi di formazione ITC finanziati dalla ue.

Classe: laureati in ingegneria (informatica, elettronica, ambientale), in informatica, studenti di ingegneria informatica e diplomati in scuole professionali. Un gruppo talmente eterogeneo che chi avevo studiato informatica si annoiava per la lentezza delle lezioni e chi era solo diplomato, magari 20 anni prima, non riusciva a stare dietro al programma.
Quest'ultimo deciso in itinere. Nessuna informazione prima del corso(cosa vorrà dire "corso di formazione in ITC"?), né sui programmi né sui docenti. La maggior parte preparatissimi, ma qualcuno che non aveva assolutamente idea di cosa saremmo andati a fare e stava lì solo per i soldi che avrebbe ricevuto (quando ci siamo lamentati in forma scritta siamo stati presi per degli incompetenti...)

La promessa di uno stage che ci avrebbe inserito in aziende siciliane. Io sono andata via prima, degli altri che sono rimasti e hanno terminato il corso, so che alcuni sono andati al nord a cercare un VERO lavoro, altri all'estero come me...

Insomma, il solito totale fallimento con obiettivo da parte dell'organizzazione di intascare il più possibile, anche a costo di fare carte false.

Per quanto leggo dalle testimonianze di quelli che parteciperanno allo stage in calabria, mi viene da pensare alla mia esperienza all'idea che queste persone verranno impiegate in mansioni marginali e non avranno possibilità di applicare le proprie conoscenze, anche molto innovative, grazie a tutti quelli che sono già impiegati pubblici e non hanno nessuna voglia che un "giovane vada a insegnargli il mestiere".

Anonimo ha detto...

ma tra questi 500 stagisti ce ne sta qualcuno che era neolaureato e disoccupato o sono tutti così?

Anonimo ha detto...

Eccomi presente! neolaureata e disoccupata. E come al solito, per colpa dei furbetti pagheranno anche coloro che volevano solo fare esperienza e rimanere nella propria terra. Ma ogni giorno di più mi sembra un sogno irrealizzabile.

Anonimo ha detto...

e chi sarebbero questi "furbetti"? Tutti gli stagisti non hanno una "occupazione", non hanno un lavoro altrimenti sarebbe stato impossibile frequentare per tre mesi dalle ore 8 alle ore 14 dal lunedi al venerdi il percorso di formazione! Essere liberi professionisti non vuol dire nulla: è una condizione di precariato assoluta sopratutto quando si hanno trent'anni!

Anonimo ha detto...

purtroppo temo che alla fine di questa storia sarà come al solito il giusto a pagare anche per il peccatore. chi ci perde alla fine sono sempre quelli come l'anonima dell'ultimo intervento, che è neolaureata e disoccupata. secondo me sta cosa dei super stage si poteva pure fare ma doveva essere riservata a persone neolaureate e soprattutto disoccupate, non liberi professionisti. doveva essere rivolto a giovani che magari invece che fare il solito stage non retribuito facevano esperienza nella pubblica amministrazione. non 2 anni, un anno sarebbe stato più che sufficiente.insomma l'iniziativa poteva essere positiva senza questi gravi difetti: 2 anni sono troppi, dovevava essere rivolta a NEOLAUREATI e DISOCCUPATI.Sara

Anonimo ha detto...

...neolaureata, disoccupata, venticinquenne... anche io, come la collega anonima di qualche intervento fa... non è che le interviste fatte ai soli stagisti - professionisti hanno dipinto un quadro un po' incompleto?? ...a me sembra che abbiano dato motivo di demolire un progetto, che probabilmente andava soltanto modulato un po' diversamente, in alcuni suoi aspetti, in modo tale da non ripetere in futuro gli errori fatti in precedenza... non mi sembra che dimostri il desiderio di vedere crescere la Calabria quello di chi in queste ore è stato ingrado soltanto di puntare il dito... e poi, chiedo scusa, a noi chi ci pensa?